E siamo a quattro. Dopo Aruba, InfoCert e Register.it, anche Namirial si aggiunge all’elenco dei provider che hanno deciso di rendere SPID a pagamento. A differenza dei tre appena elencati, però, lo ha fatto adottando quella che potremmo definire una formula ibrida, proponendo un versione del servizio gratuita e l’altra che costringe invece a mettere mano al portafoglio. Purtroppo, quella davvero utile è quest’ultima. Vediamo tutti i dettagli.
Anche Namirial ha reso lo SPID a pagamento
La prima, chiamata Lite, consente di utilizzare le credenziali solo per accedere ai servizi privati. Quali sono? Ad esempio quelli delle banche online per l’apertura di un conto corrente o degli operatori di telefonia per richiedere l’attivazione di una SIM. In questo caso, il rinnovo è gratuito di anno in anno.
La seconda, invece, è stata battezzata Full ed è inevitabilmente quella di cui hanno realmente bisogno i cittadini. Tra le due, è infatti l’unica che permette di utilizzare SPID per i servizi della pubblica amministrazione: INPS, Agenzia delle Entrate, Comuni, Fascicolo Sanitario Elettronico e così via. Insomma, ciò per cui è nato.
Come si legge sul sito ufficiale, il primo anno è gratuito, dal secondo in poi il rinnovo costa 12,19 euro all’anno (9,99 euro più IVA). Rimarrà invece a costo zero per chi ha attivato altri servizi della società, come una casella PEC o la firma digitale.

La decisione è spiegata così da Namirial: per mantenere un livello di servizio che risponda al meglio alle tue necessità
. Con tutta probabilità, il riferimento è al difficoltoso rinnovo delle convenzioni tra il governo e i gestori dell’identità digitale, che prevede l’introduzione di miglioramenti soprattutto sul fronte della sicurezza.
Per il momento, tra i provider, solo Poste Italiane ha confermato che manterrà il proprio SPID (PosteID) gratuito almeno fino al 2030. Gli altri che non lo hanno ancora reso un servizio a pagamento non si sono comunque pronunciati sul tema: Intesi Group, InfoCamere, TeamSystem, TIM, Sielte, Lepida ed EHT.