Nanocosi scoprono i virus al volo

Nanocosi scoprono i virus al volo

Su di un tessuto trattato possono evidenziare in pochi attimi la presenza di elementi nocivi per la salute. In futuro potrebbero diagnosticare contaminazioni pericolose per l'uomo
Su di un tessuto trattato possono evidenziare in pochi attimi la presenza di elementi nocivi per la salute. In futuro potrebbero diagnosticare contaminazioni pericolose per l'uomo

Ithaca (USA) – Viene dagli scienziati della prestigiosa Cornell University americana la notizia di una singolare ed intrigante ricerca sull’utilizzo delle nanotecnologie nella vita di tutti i giorni, in questo caso specificamente per la prevenzione di trasmissioni batteriche e l’individuazione di batteri potenzialmente pericolosi.

Come racconta MedGadget la prima applicazione di nuove nanofibre realizzate alla Cornell è quello che viene definito un nanotovagliolo . Non si tratta di un tessuto dalle piccole dimensioni quanto invece di un tovagliolo capace di individuare specifici elementi, come un batterio, un virus o altro ancora. “Basta quindi passare il tovagliolo biodegradabile su una superficie di interesse – spiega MedGadget – perché il tessuto cambi colore se trova qualcosa”.

“Costa molto poco – spiegano gli scienziati della Cornell – può essere usato senza particolare addestramento da chiunque e può essere attivato per qualunque cosa si voglia individuare”. Uno degli aspetti più interessanti di questo tessuto intelligente è infatti la possibilità di “programmarlo” per rilevare le sostanze desiderate. “In questo modo – spiega Margaret Frey, della Cornell – se uno lavora ad esempio in un impianto di trasformazione della carne, potrebbe passarlo su alcuni hamburger e individuare facilmente eventuali batteri E.coli”.

Le speranze sono molte sebbene, ammettono gli scienziati, per avere il nanotessuto sul mercato ci vorranno ancora degli anni. “Il tessuto – spiega Frey – agisce sostanzialmente come una spugna che si può immergere in un liquido o passare su una superficie. In questi casi, gli anticorpi inseriti nel tessuto si agganciano in modo dinamico al proprio specifico patogeno. Con questo metodo dovremmo, in teoria, poter rapidamente programmare il tessuto per individuare qualsiasi cosa, sia l’influenza aviaria che la mucca pazza o l’antrace”.

Le applicazioni di una scoperta del genere, come rilevano gli stessi ricercatori, sono dunque notevolissime: si va dalla sicurezza ambientale, se non persino militare, alle preparazioni alimentari, fino a tutta la filiera dei prodotti e delle applicazioni sanitarie ed igieniche.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
19 set 2006
Link copiato negli appunti