Napster rivendica il copyright sul logo

Napster rivendica il copyright sul logo

E lo fa portando in tribunale l'azienda che gestisce napsterstore.com, shop dedicato alla vendita di capi di vestiario e merchandise caratterizzati dal caratteristico gatto del logo Napster. Arrivano anche i piani 2001 per Napster
E lo fa portando in tribunale l'azienda che gestisce napsterstore.com, shop dedicato alla vendita di capi di vestiario e merchandise caratterizzati dal caratteristico gatto del logo Napster. Arrivano anche i piani 2001 per Napster

Web – Ormai decisa a buttarsi alle spalle il passato, l’azienda Napster inizia ad utilizzare le leggi sul copyright a proprio vantaggio. Nelle scorse ore, infatti, ha denunciato Sport Service, azienda rea di utilizzare il logo e il nome di Napster per vendere su un proprio sito capi di vestiario e merchandise senza autorizzazione e senza riconoscere royalties a Napster.

Che il sito napsterstore.com abbia intrapreso un’attività commerciale che sfrutta largamente la notorietà di Napster è fuor di dubbio e per verificarlo è sufficiente dare un’occhiata a quanto viene proposto su quelle pagine.

Ciò che sorprende alcuni è che l’azienda Napster, un tempo “paladina” di una visione apparentemente nuova del copyright e del suo senso commerciale, ricorra al tribunale per far valere i diritti di una legge a causa della quale è finita nei guai lei per prima…

Ad ogni modo, contro le attività del sito, Napster ha chiesto l’intervento del Tribunale distrettuale di San Francisco sostenendo che Sport Service attraverso napsterstore.com sta causando confusione sul mercato e ha già creato “danni incalcolabili” a Napster: “Sport Service ha dimostrato la propria cattiva fede nel cercare profitti”.

In queste ore, intanto, il CEO di Napster, Hank Barry, ha spiegato alla stampa quali sono i suoi piani per il futuro dell’azienda nel 2001. Barry, che la settimana scorsa ha “patrocinato” il lancio della nuova versione del software Napster , ha affermato: “Il mio obiettivo è rendere Napster prospera come un’azienda vera. Far sì che diventi un componente comune tra i mezzi utilizzati dalla gente per ascoltare musica”.

Il CEO di Napster, che dallo scorso maggio guida l’azienda dentro e fuori dalle aule dei tribunali in cui è stata trascinata dalle majors della musica, ha spiegato che in questo periodo con il suo staff “si lavora moltissimo sui progetti” per il futuro.

In relazione al rapporto con il colosso BMG, oggi partner mangiatutto di Napster, e ai cambiamenti che dovranno intervenire per consentire alle majors di ricevere dei pagamenti dagli utenti di Napster per lo scambio di musica digitale, Barry ha detto: “Al momento abbiamo un progetto piuttosto dettagliato che ancora non siamo pronti ad annunciare al pubblico. Sono ottimista e credo che presto supereremo gli ultimi problemi. Ci sono numerose questioni da appianare per intervenire sulla comunità di Napster”. Il manager ha però spiegato di non avere timori rispetto all’introduzione di un “canone” per Napster: “Credo in generale che perderemo alcuni dei nostri utenti ma andiamo avanti sulla strada di uno sviluppo del mercato. Questo calo avverrà in una fase transitoria e sul lungo periodo torneremo a crescere”.

Barry infine ha affermato che nel 2001 aumenteranno ulteriormente le già numerose alternative a Napster per chi vuole scambiare i propri file musicali con altri utenti: “Credo che alla fine del 2001 vi saranno numerose alternative. Ci saranno luoghi diversi, come AOL, dove gli utenti potranno sfruttare servizi di file-sharing”.

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Pubblicato il 2 gen 2001
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