NASA, il nuovo rover marziano

NASA, il nuovo rover marziano

L'agenzia spaziale statunitense presenta la prossima missione da inviare su Marte entro 6 anni, un rover che sembra Curiosity ma è scientificamente molto più capace e sviluppato. Per testare la chimica del pianeta in ottica colonizzatrice
L'agenzia spaziale statunitense presenta la prossima missione da inviare su Marte entro 6 anni, un rover che sembra Curiosity ma è scientificamente molto più capace e sviluppato. Per testare la chimica del pianeta in ottica colonizzatrice

In attesa del primo uomo su Marte, NASA ha in questi giorni presentato l’ennesimo rover che arriverà sul Pianeta Rosso: la missione, pianificata per il 2020, farà atterrare sul Pianeta Rosso un’altra sonda a sei ruote ripiena di strumentazioni scientifiche di vario tipo, e in questo caso i ricercatori hanno anche pensato a come analizzare atmosfera e suolo marziani nell’ottica di una missione – tutt’ora ipotetica – con astronauti in carne e ossa.

Dall’esterno il rover di Mars 2020 sembra Curiosity ( aka Mars Science Laboratory), e anche NASA conferma che il design del nuovo drone sarà basato sullo stesso design adottato nella missione precedente per via della robustezza e dell’affidabilità dimostrata sul campo.

L’hardware sarà ovviamente più avanzato e gli strumenti scientifici più raffinati, spiega l’agenzia statunitense: la selezione strumentale comprende 7 diversi sistemi, scelti da una lista di 60 proposte diverse e da un costo di sviluppo complessivo pari a 130 milioni di dollari.

Il rover di Mars 2020 sarà quindi equipaggiato con una (nuova) camera montata su supporto girevole (Mastcam-Z) per catturare immagini panoramiche e in stereoscopia, con una camera dedicata allo studio di minerali (SuperCam) e alla ricerca di composti organici, con un rivelatore di composti organici con laser a raggi ultravioletti (SHERLOC), con uno spettrometro a raggi-X (PIXL), con la strumentazione per condurre un esperimento per la scissione del biossido di carbonio che compone la stragrande maggioranza dell’atmosfera di Marte (MOXIE), e con un radar per mappare il sottosuolo del pianeta alla ricerca di ghiaccio.

Gli ultimi due strumenti serviranno a verificare, in concreto, la possibilità di inviare “colonizzatori” umani in grado di estrarre risorse necessarie alla vita direttamente in loco, mentre un ultimo esperimento servirà a raccogliere campioni di rocce per un successivo recupero e ritorno sulla Terra ancora tutto da definire. Mars 2020 farà infine uso del relay di comunicazione orbitale già previsto per il lancio nella missione ExoMars di ESA (European Space Agency).

NASA continua a spedire sonde su Marte mentre il dossier “primo uomo sul Pianeta Rosso” è ancora in alto mare, ed è possibile che uno degli ostacoli più difficili a una missione umana verranno in futuro superati da sviluppi tecnologici esterni: gli esperti dell’agenzia hanno recentemente confermato la produzione di una piccola spinta (30-50 micronewton) in un dispositivo che usa le radiazioni in microonde al posto del carburante , un sistema già noto come Cannae Drive e che apparentemente sarebbe in grado di violare il principio della conservazione della quantità di moto . Qualora realmente possibile, un motore a microonde potrebbe portare un equipaggio umano su Marte nel giorno di qualche settimana invece di mesi.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
4 ago 2014
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