Okinawa (Giappone) – Una “Costituzione per internet”, una via internazionale sponsorizzata dalle economie più forti del mondo per annullare il “digital divide” e consentire un accesso alle nuove tecnologie di comunicazione il più paritario possibile a tutti gli individui nel mondo.
Dalle conclusioni del G8, il vertice dei paesi più industrializzati del mondo comprensivi di Russia, arriva la “Carta di Okinawa per la società globale dell’informazione”. Un documento dai toni altisonanti la cui sintesi è: “Tutti devono poter disporre degli strumenti necessari a partecipare alla società dell’informazione, tutti senza esclusione”.
Si tratta di un evento significativo, perché è la prima volta che i leader che reggono le sorti della parte più produttiva e inquinante del Pianeta prendono ufficialmente atto dell’esistenza del digital divide e del fatto che la diversità nell’accesso alle tecnologie sta aumentando il divario tra il nord e il sud del Mondo.
Ma si tratta anche di un documento che vola alto, così all’improvviso, senza essere sorretto fin da subito da una chiara e forte spinta necessaria per non farlo schiantare rapidamente a terra. Per cercare di evitarlo, tutto quello che il G8 è riuscito a pensare è di mettere in piedi la “Digital Opportunity Task Force”, una commissione che dovrà individuare la via alla ricomposizione del digital divide e che ha già un soprannome di battaglia “Dot Force”.
A sostenere la Dot Force dovranno intervenire, secondo il G8, gli esistenti strumenti di cooperazione mondiale, dalla World Bank alle banche regionali di sviluppo. Entro il prossimo anno nel vertice G8 di Genova, la commissione dovrà aver realizzato un primo progetto. L’aquilone è partito, dunque, rimane da sperare che tutti continueranno a soffiare per farlo rimanere in quota, anche quando l’attenzione dei media sarà scemata.