Roma – All’interno del sito dell’Autorità garante per la privacy sono molti i documenti e i materiali a disposizione del pubblico e, tra questi, anche il registro dei trattamenti, che raccoglie le indicazioni sulle imprese che eseguono trattamento di dati personali. Un registro le cui singolari modalità di accesso avevano allarmato qualcuno.
Andando all’ indirizzo dedicato , infatti, una pagina composta da più frame permette di ricercare all’interno del registro e verificare i dati in esso contenuti. Le ricerche possono essere compiute anche semplicemente inserendo l’iniziale di un cognome o del nome di una ditta e, così facendo, i risultati comprendono tutte le ditte e i titolari del trattamento la cui iniziale corrisponde.
Con due click è possibile, a quel punto, consultare il registro, individuando per ogni ditta e titolare gli indirizzi e gli altri dati, comprensivi di numeri di telefono, di fax e indirizzo email. Da alcune settimane alcuni utenti stanno scrivendo a Punto Informatico ipotizzando che la pubblicazione di quei dati possa dar adito a degli abusi e chiedendosi se sia legittima, o se sia una “svista” del Garante.
PI ha girato la domanda al Garante che, con la consueta chiarezza e velocità, ha confermato che si tratta di un “registro pubblico (art.37, comma 4 del Codice)” la cui finalità è proprio quella di “consentire ai cittadini, in tutta trasparenza, di verificare, per esempio, l’esattezza delle indicazioni fornite nell’informativa eventualmente ricevuta, quali trattamenti di dati una determinata società effettua, le modalità di raccolta dei dati etc. o, magari, solo di conoscere il responsabile del trattamento, se designato”.
La pubblicazione di quei dati, però, non consente a nessuno di farne uso diverso da quello per il quale sono presenti nel registro. “Altra cosa – sottolinea infatti il Garante – è l’utilizzazione illegittima di tali dati da parte di chicchessia per fini che non siano quelli della consultazione: il fatto che i dati siano conoscibili attraverso Internet non li rende (..) “pubblici” ed utilizzabili liberamente ed indiscriminatamente”.