Nel precedente articolo della rubrica riflettevo sul progressivo cambiamento di immaginario e del significato della condivisione in rete con l’emergere dei media sociali e di ciò che è comunemente noto come web 2.0 . Di fronte alla progressiva commercializzazione degli ambienti di sharing e networking, qual è la risposta da parte di attivisti e artisti che lavorano in rete?
Come hanno mostrato la net art, l’hacker art e altre pratiche artistiche del decennio precedente, è possibile lavorare criticamente con le tecnologie della rete non solo per investigare usi e modalità di interazione sperimentali e non previsti dal lato utente/gestore, ma anche per evidenziare le possibili “falle dei sistemi”. La pratica artistica, collegandosi quindi all’attitudine hacker, diviene una strategia per immaginare diverse possibilità di espressione e di interazione mediatica, che non sempre sono esplorate dagli ambienti commerciali e dal mercato.
Molte di queste pratiche hanno evidenziato che, quando l’arte è il frutto di un lavoro indipendente, può contribuire a creare immaginario critico e nuove visioni sperimentali – e può essere un incentivo per lo sviluppo tecnologico stesso. Non a caso, una strategia del business che cerca di essere al passo con i tempi, è quella di reclutare proprio artisti, hacker e creativi per la loro capacità di creare innovazione disruptiva. È una delle strategie di Google, iniziata anche tempo fa in altri settori di mercato, come la moda: Diesel ne è stato uno dei primi esempi contemporanei (ma se vogliamo, questa attitudine era già nata negli anni Cinquanta nelle agenzie di pubblicità di Madison Avenue a New York).
L’innovazione disruptiva può prendere diverse strade, e spesso mettere di fronte a una biforcazione: da una parte il mercato riesce ad inglobare gli artisti perché ha capito le regole del gioco (e spesso le detta), dall’altra anche gli artisti possono attivarsi per conoscere queste regole, e decidere che il loro compito non è quello di seguirle, bensì di metterle in crisi. Ecco allora che nasce quello che ho chiamato arte disruptiva del business , un concetto di cui mi sto occupando in questi mesi di ricerca universitaria (vedi qui ).
Con arte disruptiva del business intendo la possibilità di agire artisticamente e attivamente all’interno del mercato per evidenziarne i limiti e, allo stesso tempo, per ricombinarne le regole dall’interno e creare nuovi scenari di sperimentazione creativa. La critica dell’economia capitalista diviene un atto performativo. Un ambito di espressione che offre scenari interessanti in questo senso è proprio quello generato dagli artisti che lavorano sul networking e il web 2.0, e che cercano di capire come i social media funzionino per esplorare nuovi territori creativi.
Facciamo degli esempi concreti. Una modalità di espressione creativa che si è mostrata valida sin dai tempi delle Avanguardie artistiche è quella che coinvolge la nostra identità. Negli anni Ottanta-Novanta, esempi di identità collettive come Monty Cantsin nell’ambito del circuito Neoista , e il nome multiplo Luther Blissett , ci dimostrano la validità, e anche il piacere/effetto ludico, di trasformare, sviluppare e diffondere le nostre identità mediante una pratica collettiva. Pratiche identitarie che sono state ben assimilate anche nell’ambito attivista e hacker, come dimostrano le esperienze di San Precario e del suo anagramma Serpica Naro , verso la metà del Duemila.

C’è chi ha raccolto la “sfida” e ha dimostrato che non sempre queste piattaforme sono blindate come mostrano di essere, e che permettono di giocare e sperimentare per sottolinearne i limiti, senza entrare necessariamente nell’illegalità (affronterò più diffusamente il tema della legalità/illegalità nei prossimi appuntamenti).
Alla fine del 2008 Anna Adamolo fa la sua apparizione sul social network Facebook. Una identità collettiva e fittizia nata per protestare contro la legge 133 della riforma Gelmini. Anna Adamolo è l’anagramma di Onda Anomala, il movimento degli studenti, ricercatori e precari che ha invaso le piazze italiane nell’autunno 2008. Con la richiesta di “diventare Anna Adamolo”, molte persone hanno cambiato la propria identità su Facebook, adottando le sembianze di questa figura collettiva. Una figura che, nell’immaginario di chi in quei giorni protestava contro la riforma Gelmini, rappresentava il nuovo Ministro Onda a tutela dei precari (l’opposto del Ministro ombra). Ma non solo: la comparsa di Anna Adamolo avviene anche all’interno di Facebook. Viene creato un fake (finto) account di Facebook di Gelmini che, il giorno della manifestazione nazionale a Roma il 14 novembre 2008, viene trasformato in quello di Anna Adamolo (giorno anche del lancio del sito clone del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che raccoglierà nelle settimane successive molte testimonianze delle voci della controriforma). Un gesto che segna la nascita di Anna Adamolo come nuovo personaggio collettivo in cui immedesimarsi – presto diventato simbolo del movimento per il ritiro della Legge 133 e della legge Gelmini, come descritto nel suo blog e nell’ articolo che vi invito a leggere per approfondire il contesto dell’operazione.
Circa un anno dopo, altri due progetti che giocano sulle identità nei social network si diffondono in Facebook e in rete: Seppukoo , creato da Les Liens Invisibile e Web 2.0 Suicide Machine , creato dal collettivo Moddr.net . Ambedue i progetti invitano gli utenti di Facebook (e nel caso della Suicide Machine anche di LinkedIn, MySpace, e Twitter), a commettere un simbolico suicidio virtuale, rimuovendo il proprio profilo dal social network. Ambedue si basano sulla possibilità di sperimentare con le applicazioni, sviluppate esternamente al server centrale, che si possono implementare indipendentemente e offrire come possibilità aggiuntiva di interazione per gli utenti registrati. Le application sono infatti un ambito di ricerca interessante nei social media, perché come la storia dei due progetti ci dimostra, permettono di analizzare i limiti e i bug dei sistemi centrali, e le loro strategie non evidenti a tutti gli utenti. Per esempio, una volta registrati su Facebook non è possibile cancellare la propria presenza del tutto, e pur se decidiamo di rimuovere il nostro profilo, tutti i nostri dati, foto, video e testi, rimarranno per sempre nel server di Facebook – basterà solo un click per riattivare il nostro account e riavere tutti i nostri dati a disposizione, come Seppukoo ci dimostra.
Ma ambedue i progetti ci dimostrano anche che piatteforme come Facebook non sono cosi liberali come sembrano, e la conseguenza per gli autori di Seppukko e Suicide Machine è stata quella di ricevere una lettera di cease & desist da Facebook Inc ( qui la lettera ricevuta dal gruppo Les Liens Invisibles). La motivazione? La tutela della privacy degli utenti e dei loro dati, quando nessuno dei due progetti aveva in nessun modo utilizzato i dati contrariamente alla volontà degli utenti stessi, e si è apertamente dichiarato come progetto di net art.
L’intervento legale di Facebook è un paradosso che ci fa sorgere la domanda: a chi appartengono i nostri dati personali se, una volta immessi nei server di queste piattaforme, perdiamo anche il diritto – e il piacere – di sperimentare con la nostra identità? E soprattutto, se la nostra identità diviene una merce da rivendicare come proprietà attivando una battaglia legale, qual è il prezzo che paghiamo per la nostra presenza nei social network?
Tatiana Bazzichelli
www.tatianabazzichelli.com
Fonte immagini:
“Neoist Altar”: disegno di Pete Horobin, ottavo festival di appartamento del Network Neoista, Londra, maggio 1984.
San Precario
Anna Adamolo
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c'é una webapp per tutto
Le app che si rifanno a riviste e altri tipi di contenuti non sono solo inutili, ma hanno anche.meno funzionalità della controparte standard web. Vincerà la piattaforma col browser html5 migliore.http://grigio.org/mashable_and_press_apps_there_s_urlsmilzoRe: c'é una webapp per tutto
- Scritto da: smilzo> Le app che si rifanno a riviste e altri tipi di> contenuti non sono solo inutili, ma hanno> anche.meno funzionalità della controparte> standard web. Vincerà la piattaforma col browser> html5> migliore.> http://grigio.org/mashable_and_press_apps_there_s_A me sembra che il rendering delle pagine web nei browser su dispositivi mobili tipo l'ipad/iphone richiedano un uso maggiore della cpu e che quindi facciano durare di meno la batteria rispetto alle app che permettono di consultare le stesse notizie. Provate con digg o con reddit, oppure a leggere la posta con gmail da safari anziché con l'app di default che c'è per la mailanonimoRe: c'é una webapp per tutto
- Scritto da: anonimo> > A me sembra che il rendering delle pagine web nei> browser su dispositivi mobili tipo l'ipad/iphone> richiedano un uso maggiore della cpu e che quindi> facciano durare di meno la batteria rispetto alle> app che permettono di consultare le stesse> notizie.E' vero ma le batterie non sono il problema, in quanto la situazione è destinata a migliorare con gli avanzamenti tecnologici.Le App sono più utili nei telefoni a causa delle dimensioni dello schermo.Non appena lo schermi si ingrandisce (iPad, Netbook o PC) il web è superiore.James Kirkagghiacciante !
Sarebbe il metodo per uccidere la libertà in rete, oltre a renderla una specie di tv 2.0!Il solo pensiero mi fa venire i brividi.SgabbioRe: agghiacciante !
- Scritto da: Sgabbio> Sarebbe il metodo per uccidere la libertà in> rete, oltre a renderla una specie di tv> 2.0!> > Il solo pensiero mi fa venire i brividi.messa così effettivamente... però io ho un seconda interpretazione.Oggi il web come detto si basa sul modello del tutto gratis che non potrà reggere a lungo vedi YouTube se non riesce a pagare la bolletta prima o poi lo staccheranno.IMHO e basandomi sull'esperienza diretta di alcuni clienti si può trovare un giusto equilibrio tra un sito internet free e la possibilità di monetizzare tramite delle App collegate e relative.I primi esperimenti hanno dato degli ottimi risultati. Ti faccio un esempio accademico non correlato ai miei clienti.Un sito di informazione gratuita vende una app per fornirti informazioni in tempo reale sul traffico.Se l'app ti è utile la compri e supporti il sito, altrimenti hai lo stesso il sito gratuito.Il National Geographics ha un sito gratuito però mette in vendita i suoi documentari in h264 a 99 cents... non è una App, ok... ma puoi fare un app con dentro i documentari.Trovare la giusta alchimia tra servizio/contenuto free e servizio/contenuto a pagamento significa avere sucXXXXX o fallire miseramente.(linux)(apple)FinalCutRe: agghiacciante !
Interpretazione interessante...Anche se ci sono soluzioni più semplici: ad esempio, sito free con pubblicità, e abbonamento senza pubblicità. L'unica utilità dell'app, in questo caso, sarebbe che non hai bisogno di fare il login, per accedere alla versione senza pubblicità.angrosRe: agghiacciante !
- Scritto da: angros> Interpretazione interessante...> > Anche se ci sono soluzioni più semplici: ad> esempio, sito free con pubblicità, e abbonamento> senza pubblicità. L'unica utilità dell'app, in> questo caso, sarebbe che non hai bisogno di fare> il login, per accedere alla versione senza> pubblicità.Certo ma la pubblicità sul web si può bloccare con adblock che sta diventando sempre più popolare in proporzione alla maggiore diffusione di browser come Firefox. Invece puoi fare una app gratuita su iphone/ipad CON LA PUBBLICITA' oppure una a pagamento SENZA.In realtà l'iphone e l'ipad ha portato il vero trusted computing dove è la piattaforma che decide cosa si puoi installare e non ti dà nessuna possibilità di modificare il software che usi.In futuro quando la diffusione dei tablet e degli smartphone sarà alta si arriverà a un punto in cui il web verrà visto come un problema dai giornali, perché si può bloccare la pubblicità. Meglio metterla in apparecchi blindati come l'ipad e vendere il giornale a chi non la vuole.anonimoRe: agghiacciante !
- Scritto da: FinalCut> - Scritto da: Sgabbio> > Sarebbe il metodo per uccidere la libertà in> > rete, oltre a renderla una specie di tv> > 2.0!> > > > Il solo pensiero mi fa venire i brividi.> > Oggi il web come detto si basa sul modello del> tutto gratis che non potrà reggere a lungo vedi> YouTube se non riesce a pagare la bolletta prima> o poi lo> staccheranno.>Tralasciando la tua interpretazione che è ben diversa dalla questione sollevata in se, Youtube non è messo cosi male visto che sta cominciato a monetizzare con la pubblicità :DComunque il problema non è tanto il "tutto gratis" ma il rendere tutto forzatamente "controllato e circoscritto".SgabbioRe: agghiacciante !
- Scritto da: FinalCut> Oggi il web come detto si basa sul modello del> tutto gratis che non potrà reggere a lungo vedi> YouTube se non riesce a pagare la bolletta prima> o poi lo> staccheranno.Il web non è solo commercio.gerryRe: agghiacciante !
- Scritto da: FinalCut> - Scritto da: Sgabbio> > Sarebbe il metodo per uccidere la libertà in> > rete, oltre a renderla una specie di tv> > 2.0!> > > > Il solo pensiero mi fa venire i brividi.> > messa così effettivamente... però io ho un> seconda> interpretazione.Anche i testimoni di geova (con tutto il rispetto) hanno la loro interpretazione della bibbia.Non stiamo parlando della bibbia, ma il concetto è il medesimo: le seconde interpretazioni valgono tanto quanto le prime, cioè ZERO.Vige la legge di okkam: vero, falso.Non v'è spazio per la polemica, essa la lasciamo agli stupidi che cercano di rafforzare un concetto totalmente personale con mille inutili parole (vedi sgarbi).Nella peggiore delle ipotesi, si puo sempr ealzare la voce e cominciare ad insultare (vedi sgarbi).sgarboRe: agghiacciante !
- Scritto da: sgarbo> - Scritto da: FinalCut> > messa così effettivamente... però io ho un> > seconda> > interpretazione.> > Anche i testimoni di geova (con tutto il> rispetto) hanno la loro interpretazione della> bibbia.> > Non stiamo parlando della bibbia, ma il concetto> è il medesimo: le seconde interpretazioni valgono> tanto quanto le prime, cioè> ZERO.>> Vige la legge di okkam: vero, falso.> Non v'è spazio per la polemica, essa la lasciamo> agli stupidi che cercano di rafforzare un> concetto totalmente personale con mille inutili> parole (vedi> sgarbi).Magari tu prima di scrivere tante parole potevi semplicemente tentare di capire il senso della mia ultima frase di prima:"Trovare la giusta alchimia tra servizio/contenuto free e servizio/contenuto a pagamento significa avere sucXXXXX o fallire miseramente."Okkam è il primo a darmi ragione, se vuoi forzare le cose sei destinato al fallimento...Se vogliono trasformare il web in una sorta di TV 2.0 io prendo popcorn e patatine e mi siedo sulla riva del fiume ad aspettare che passino cotanti geni a faccia in giù...Se vogliono provare un approccio più soft è più "utile" per tutti ben vengano le sperimentazioni. Io tante App le ho comprate è sono felice di averlo fatto.> Nella peggiore delle ipotesi, si puo sempr> ealzare la voce e cominciare ad insultare (vedi> sgarbi).Io insulto solo chi se lo merita e nel caso mi piace anche andarci pesante ;)Non è il tuo caso ma cerca di capire meglio quello che scrivo.(linux)(apple)FinalCutRe: agghiacciante !
Oggigiorno chiunque può aprire un sito e dire la sua sul web.Disegnare un App e metterla su uno store non è altrettanto immediato.(senza contare il fatto che comunque, al contrario del web, dovresti passare sotto il giogo di chi decide se la tua App può stare nello store)Momento di inerziaRe: agghiacciante !
ho pensato la stessa cosa, ma non in termini di "agghiacciante" bensì di "ma che caponata".Quando qualcuno assolutamente non di parte disse che la posta elettronica così come la conosciamo era destinata a morire a causa di Wave ebbi qualche secondo di riflessione prima di ridere sotto i baffi, adesso neppure quello :DEDIT ripensandoci, anche se è OT, quello che mi preoccupa sul serio è che se meno gente usa la posta elettronica è a causa di fèisbuc, a questo punto avrei preferito wave.-----------------------------------------------------------Modificato dall' autore il 17 agosto 2010 21.49-----------------------------------------------------------ephestioneRe: agghiacciante !
cose Wave ?SgabbioRe: agghiacciante !
ehm, google wave ;) ti sei perso giusto un pochino di hype sull'argomento :DephestioneMicrosoft e tecnologia push
Ci avevano provato 12 anni fa, con i canali web, ed era durato ben poco. Durerà poco anche questa volta.Appena provi a chiedere soldi, gli utenti scompaiono (come è appena accaduto con il tentativo dei giornali a pagamento). Le app sono solo il canto del cigno, l'ultimo disperato tentativo prima di chiudere.angrosRe: Microsoft e tecnologia push
Personalmente le app sono limitate, non c'è una vera interazione con il visitatore.SgabbioRe: Microsoft e tecnologia push
- Scritto da: Sgabbio> Personalmente le app sono limitate, non c'è una> vera interazione con il> visitatore.E' il solito ciclo.Giustamente la tecnologia push è morta in breve, brevissimo tempo.Le app invece trovano ragione di esistere nei piccoli device che, per forza di cose, non sono molto comodi quando si cercano dati su internet, insomma per il search non vanno bene.Con il tempo vedremo ma ho come l'idea che la gente dopo un pò si stuferà di avere mille app "single-task" e vorrà tornare ad applicativi polivalenti.VindicatorRe: Microsoft e tecnologia push
- Scritto da: angros> Ci avevano provato 12 anni fa, con i canali web,> ed era durato ben poco. Durerà poco anche questa> volta.> > Appena provi a chiedere soldi, gli utenti> scompaiono (come è appena accaduto con il> tentativo dei giornali a pagamento). Le app sono> solo il canto del cigno, l'ultimo disperato> tentativo prima di> chiudere.Speriamo che sia come dici tu (con i dovuti distinguo).Come al solito il problema è culturale, l'ignoranza è la migliore alleata degli adoratori di Hermes.Ubuntosta a noi
siamo ognuno di noi quella retequindi non deciderà lo stuodioso del webe neanche il frequentatore ma il viaggiatore.antonello pitittoRe: sta a noi
- Scritto da: antonello pititto> siamo ognuno di noi quella rete> quindi non deciderà lo stuodioso del web> e neanche il frequentatore > ma il viaggiatore.Questo é come dire che gli utenti di un'azienda di trasporto possono decidere quale tipo di veicolo l'azienda vorrà acquistare o chi sarà il conducente...Noi NON siamo la rete. Noi siamo utenti. La rete ovviamente segue un certo trend imposto dal basso, ma é molto più sensibile a ciò che é imposto dall'alto.Per 20 anni circa l'interesse dei grandi gruppi economici nei confronti del Web é stato prevalentemente passivo, ora le cose cambiano.La concentrazione degli accessi nelle mani di pochi ISP rende possibile "strozzare" la Rete alla radice implementando protocolli di ispezione dei contenuti in entrata e in uscita, prioritizzando certi fornitori a discapito di altri, in pratica stravolgendo il concetto alla base di Internet che é l'acXXXXX indiscriminato alle informazioni e trasformandola di fatto in una sorta di TV via cavo.Alcuni illusi hanno sperato in protagonisti importanti come Google, ma Google e qualunque altra azienda hanno solo un fine: fare soldi. Se - anzi, QUANDO - per farlo dovranno fare a pezzi Internet, lo faranno.Il sucXXXXX di dispositivi closed come iPhone e iPad dimostra inequivocabilmente che il grande pubblico é disposto, pronto e desideroso di acquistare apparecchi che NON consentono il completo controllo da parte dell'utente e che, viceversa, rispondono solo al fornitore. Nel prossimo decennio vedremo la fine del computer individuale e la sua sostituzione con questo genere di dispositivi e, quindi, la fine del "free software" (ogni cosa dovrà essere approvata - e venduta - tramite i fornitori) e di Internet come la conosciamo.Questa evoluzione sarà spinta non solo economicamente ma politicamente in quanto i nuovi dispositivi elimineranno per sempre l'anonimato (ognuno sarà identificato inequivocabilmente legando il numero seriale del dispositivo ai codici di attivazione che saranno presumibilmente autenticati per via biometrica) e porranno la parola fine al P2P che non sarà in alcun modo supportato. Strumenti di crittografia non approvati dai consorzi privati e dallo Stato (a quel punto praticamente la stessa cosa) non saranno altresì supportati.Per poter funzionare, i dispositivi dovranno essere collegati 24/7. Tracciabilità totale, trasparenza totale.Il mondo del futuro: Panopticon, per proteggere i bambini (TM).Get RealRe: sta a noi
- Scritto da: Get Real> Nel> prossimo decennio vedremo la fine del computer> individuale e la sua sostituzione con questo> genere di dispositivi e, quindi, la fine del> "free software" (ogni cosa dovrà essere approvata> - e venduta - tramite i fornitori) e di Internet> come la conosciamo.> > Questa evoluzione sarà spinta non solo> economicamente ma politicamente in quanto i nuovi> dispositivi elimineranno per sempre l'anonimato> (ognuno sarà identificato inequivocabilmente> legando il numero seriale del dispositivo ai> codici di attivazione che saranno presumibilmente> autenticati per via biometrica) e porranno la> parola fine al P2P che non sarà in alcun modo> supportato. Strumenti di crittografia non> approvati dai consorzi privati e dallo Stato (a> quel punto praticamente la stessa cosa) non> saranno altresì> supportati.In pratica possiamo buttare nel XXXXX l'informatica per far spazio a della robaccia inutile.No no, vai tranquillo che anche in uno scenario apocalittico i "dispositivi sicuri" verranno bucati via software e modificati lato hardware ed in tanti si faranno grosse risate alla faccia dei controllori.UbuntoRe: sta a noi
- Scritto da: Get RealHai scritto una marea di s*t*r*o*n*z*a*t*e, come al solito> - Scritto da: antonello pititto> > siamo ognuno di noi quella rete> > quindi non deciderà lo stuodioso del web> > e neanche il frequentatore > > ma il viaggiatore.> > Questo é come dire che gli utenti di un'azienda> di trasporto possono decidere quale tipo di> veicolo l'azienda vorrà acquistare o chi sarà il> conducente...> > Noi NON siamo la rete. Noi siamo utenti. La rete> ovviamente segue un certo trend imposto dal> basso, ma é molto più sensibile a ciò che é> imposto> dall'alto.> > Per 20 anni circa l'interesse dei grandi gruppi> economici nei confronti del Web é stato> prevalentemente passivo, ora le cose> cambiano.> > La concentrazione degli accessi nelle mani di> pochi ISP rende possibile "strozzare" la Rete> alla radice implementando protocolli di ispezione> dei contenuti in entrata e in uscita,> prioritizzando certi fornitori a discapito di> altri, in pratica stravolgendo il concetto alla> base di Internet che é l'acXXXXX indiscriminato> alle informazioni e trasformandola di fatto in> una sorta di TV via> cavo.> > Alcuni illusi hanno sperato in protagonisti> importanti come Google, ma Google e qualunque> altra azienda hanno solo un fine: fare soldi. Se> - anzi, QUANDO - per farlo dovranno fare a pezzi> Internet, lo> faranno.> > Il sucXXXXX di dispositivi closed come iPhone e> iPad dimostra inequivocabilmente che il grande> pubblico é disposto, pronto e desideroso di> acquistare apparecchi che NON consentono il> completo controllo da parte dell'utente e che,> viceversa, rispondono solo al fornitore. Nel> prossimo decennio vedremo la fine del computer> individuale e la sua sostituzione con questo> genere di dispositivi e, quindi, la fine del> "free software" (ogni cosa dovrà essere approvata> - e venduta - tramite i fornitori) e di Internet> come la> conosciamo.> > Questa evoluzione sarà spinta non solo> economicamente ma politicamente in quanto i nuovi> dispositivi elimineranno per sempre l'anonimato> (ognuno sarà identificato inequivocabilmente> legando il numero seriale del dispositivo ai> codici di attivazione che saranno presumibilmente> autenticati per via biometrica) e porranno la> parola fine al P2P che non sarà in alcun modo> supportato. Strumenti di crittografia non> approvati dai consorzi privati e dallo Stato (a> quel punto praticamente la stessa cosa) non> saranno altresì> supportati.> > Per poter funzionare, i dispositivi dovranno> essere collegati 24/7. Tracciabilità totale,> trasparenza> totale.> > Il mondo del futuro: Panopticon, per proteggere i> bambini> (TM).pippoRe: sta a noi
- Scritto da: antonello pititto> siamo ognuno di noi quella rete> quindi non deciderà lo stuodioso del web> e neanche il frequentatore > ma il viaggiatore.Noi chi?A quale realtà ti stai riferendo, quella di 10-15 anni fa forse, dove il navigatore era qualcuno che usava la rete con curiosità, voglia di imparare, rispetto, condivideva informazioni auto-costruendosi quello che gli serviva, collaborava con altri netizen per migliorare i servizi che usavano.Oggi purtroppo l' utenza media è ignorante (informaticamente parlando), vuole tutto pronto e subito, non gliene importa una mazza di netiquette o privacy, pensa che i servizi o siti che sta navigando siano sorti da soli "come funghi", usa un determinato strumento solo perchè è di moda prima di domandarsi se è effettivamente utile.Ma con una utenza così chi pensi che deciderà il futuro della rete? Le solite aziende.nessunoRe: sta a noi
giusto, bene detto :)ni asRe: sta a noi
- Scritto da: ni as> bene dettoRatzinger?fabioloNemmeno FinalCut
Devo dire che simili sciocchezze non le avevo mai sentite: in confronto quelle di FinalCut sembrano perle di saggezza.D'altro canto sono tutte previsioni fatte in stile Steve Jobs, da persone, cioè, piene di sé, che si atteggiano a guru e cercano con le loro sparate di influenzare il pubblico: in pratica sono pseudo - profezie che tentano di auto verificarsi per le presunta autorevolezza di chi le pronuncia (che altro non sono che pennivendole e venditori di materassi).Mai come in questo caso possiamo esserne sicuri: se qualcuno avrà il coraggio e lo stomaco di ricordarsi di queste scempiaggini tra dieci anni gli rideremo in faccia.vivoRe: Nemmeno FinalCut
- Scritto da: vivo> Devo dire che simili sciocchezze non le avevo mai> sentite: in confronto quelle di FinalCut sembrano> perle di> saggezza.> D'altro canto sono tutte previsioni fatte in> stile Steve Jobs, da persone, cioè, piene di sé,> che si atteggiano a guru e cercano con le loro> sparate di influenzare il pubblico: in pratica> sono pseudo - profezie che tentano di auto> verificarsi per le presunta autorevolezza di chi> le pronuncia (che altro non sono che pennivendole> e venditori di> materassi).> Mai come in questo caso possiamo esserne sicuri:> se qualcuno avrà il coraggio e lo stomaco di> ricordarsi di queste scempiaggini tra dieci anni> gli rideremo in> faccia. [se desidera essere quotato clicchi sull'icona a forma di dollaroni che occuperà tutto il suo monitor per scaricare l'applicazione PIselfconfidence-boost al modico prezzo di 70] :DcesRe: Nemmeno FinalCut
Perfettamente d' accordo, tempo fa (molto)si parlava molto della fine del libro classico a favore dei supporti magnetici, negli anni avevano detto che anche la scrittura sarebbe cambiata a causa di word e simili, le penne sono sempre lì, i libri sono sempre lì, i quotidiani cartacei pure (il piacere di sfogliare la gazzetta etc. la mattina al pendolare non glilo toglierà mai nessuno), il web è una cosa enorme non è solo you tube, ma tanto tanto altro e il brwoser è l'unico mezzo e lo sarà per tanto tempo, questi studiosi tutto studiano ma la gente non la ascoltano anzi non ne tengono proprio conto.ameleoRe: Nemmeno FinalCut
> i libri sono sempre lì, i quotidiani cartacei> pure (il piacere di sfogliare la gazzetta etc. la> mattina al pendolare non glilo toglierà mai> nessuno)devi però ammettere che di libri cartacei, giornali cartacei se ne vendono di meno rispetto a qualche anno fa, questo a vantaggio dei formati digitali ovviamente. Aspetta qualche anno che i lettori ebook si migliorino, costino meno e si diffondano: il giornale cartaceo farà la fine che ha fatto la pellicola delle fotocamere, o la fine della cabina telefonica.nessunoRe: Nemmeno FinalCut
Per i giornali, sono propenso a credere che spariranno (o ne rimarranno pochi); per i libri, è tutto da vedere.angrosRe: Nemmeno FinalCut
Per i libri non sono d'accordo (a parte l'Italia) nel mondo si vendono tantissimi libri, i grandi quotidiani se parliamo dell'Italia sono in trend crescente dagli anni 80 ma probabilmente la versione elettronica cambierà le cose ma non credo che spariranno ci saranno sempre persone che vorranno la copia cartacea almeno per qualche altro decennio. Poi chissà alla fine di questo secolo sicuramente il mondo sarà diverso, ma scrivere oggi che il web è finito mi sembra una enorme fesseria.ByeameleoRe: Nemmeno FinalCut
- Scritto da: ameleo> Perfettamente d' accordo, tempo fa (molto)si> parlava molto della fine del libro classico a> favore dei supporti magnetici, negli anni avevano> detto che anche la scrittura sarebbe cambiata a> causa di word e simili, le penne sono sempre lì,> i libri sono sempre lì, i quotidiani cartacei> pure (il piacere di sfogliare la gazzetta etc. la> mattina al pendolare non glilo toglierà mai> nessuno), il web è una cosa enorme non è solo you> tube, ma tanto tanto altro e il brwoser è l'unico> mezzo e lo sarà per tanto tempo, questi studiosi> tutto studiano ma la gente non la ascoltano anzi> non ne tengono proprio> conto.ciò che dici è indubbiamente vero ma se questi cambiamenti così profondi non ci sono stati non è solo per le abitudini ma anche per la tecnologia.io credo che la situazione sia inevitabilmente destinata a mutare. Anche gli editori si accorgeranno che pubblicare un libro in formato digitale è più comodo, veloce ed aumenta i profitti a mostro. Questa cosa farà si che i servizi si sposteranno tutti verso il digitale mobile.la gazzetta per i pendolari, ma anche nei bar etc, è un piacere che verrà soppiantato nel giro di un quinquennio dagli e-reader o smartphone di ultima generazione.IMHO quando la e-paper supporterà le animazioni, avrà un refresh migliore e sarà touch (e ci stiamo avvicinando), molti media tradizionali confluiranno in un unico dispositivo.ora, rispetto al passato, ci sono mooolti più investitori in gioco e molta più tecnologia.Fino a pochi anni fa non eravamo pronti, ora ci siamo (quasi), anche culturalmente parlando.che lo si voglia riconoscere o meno, Apple ha fatto come mosè ed ha suddiviso le acque per creare una nuova strada, seguita da tuttiGiacomoRe: Nemmeno FinalCut
Io concordo con quanto hai detto, tranne che per i tempi, se è vero che fra 5 anni le tecnologie saranno mature, non altrettanto (imho) lo saranno le persone, intendo le masse, c'è troppa gente ancora che culturalmente non è pronta ad usare dispositivi digitali per tutto, pensa al numero immenso di persone che hanno un pc in casa e ancora non sanno usarlo come dovrebbero (leggi utonti)quindi sempre secondo me il periodo in cui il business si farà in modo ibrido (vecchia maniera + nuova) sarà un pò più lungo, poi come ho già scritto le cose cambieranno è l'evoluzione che lo chiede, ma scrivere oggi tornando all'argomento dell'articolo che il web è morto è davvero una esagerazione.ciaoameleoRe: Nemmeno FinalCut
- Scritto da: vivo> Devo dire che simili sciocchezze non le avevo mai> sentite: in confronto quelle di FinalCut sembrano> perle di> saggezza.> D'altro canto sono tutte previsioni fatte in> stile Steve Jobs, da persone, cioè, piene di sé,> che si atteggiano a guru e cercano con le loro> sparate di influenzare il pubblico: in pratica> sono pseudo - profezie che tentano di auto> verificarsi per le presunta autorevolezza di chi> le pronuncia (che altro non sono che pennivendole> e venditori di> materassi).Si, si... hai ragione tu su tutta la linea... nemmeno un milione al mese hai detto? Epic fail? http://punto-informatico.it/b.aspx?i=2970086&m=2970264#p2970264ridi ridi che a dicembre sarò io a riderti in faccia.(linux)(apple)FinalCutRe: Nemmeno FinalCut
Vedo che l'hai presa sul personale: diciamo che sei il simbolo vivente delle previsione sbagliate.(PS: dai un'occhiata lì, dove hai preso l'ennesima umiliazione)vivoRe: Nemmeno FinalCut
Quanto a previsioni sbagliate tu batti pure Enjoy. Bedi tu chi sta messo peggio tra te ed Enjoy.Certo certoRe: Nemmeno FinalCut
- Scritto da: vivo> Devo dire che simili sciocchezze non le avevo mai> sentite: in confronto quelle di FinalCut sembrano> perle di> saggezza.> D'altro canto sono tutte previsioni fatte in> stile Steve Jobs, da persone, cioè, piene di sé,> che si atteggiano a guru e cercano con le loro> sparate di influenzare il pubblico: in pratica> sono pseudo - profezie che tentano di auto> verificarsi per le presunta autorevolezza di chi> le pronuncia (che altro non sono che pennivendole> e venditori di> materassi).> Mai come in questo caso possiamo esserne sicuri:> se qualcuno avrà il coraggio e lo stomaco di> ricordarsi di queste scempiaggini tra dieci anni> gli rideremo in> faccia.guarda, mi pare che tu stia sbagliando di grosso... ma potresti anche avere ragione... magari è davvero come dici tu e non come dicono questi signori...e forse, se tirassi fuori uno straccio di ragionamento o di argomentazione potresti anche riuscire a convincere me o qualcun'altroci vuoi provare? puoi farcela a farcela?come comeRe: Nemmeno FinalCut
Ma che bella compilation di caxxateCerto certoMonetizzare? Disse un vecchio adagio...
"Chi troppo vuole, nulla stringe".Internet è nato libero e tale deve rimanere. Vogliono che inizi a pagare ciò che prima era libero? Mi spiace, da me non avranno un soldo. Io NON compro apps, NON installo itunes, NON dò a nessuno il numero della mia carta di credito. E neanche prendo le cose piratate, non ne vale la pena, semplicemente uso gli strumenti free che già ci sono...Discorso differente per le nuove idee. Se ho una nuova idea è anche giusto monetizzarla ma in maniera equa...CassioRe: Monetizzare? Disse un vecchio adagio...
scusami ma non sono del tutto d'accordo e ti spiego perchè.E' vero che tu trovi qualunque cosa free, ma quelli che fanno le app free devono avere un tornaconto che può essere traffico web o altro che indirettamente gli fa rientrare qualcosa, diciamo che quelli che lavorano per la gloria sono la minoranza.Anche chi fa seriamente opensource, ha dei tornaconti.Se non ci fosse però un qualcuno, un utente diverso da te che però fa chiudere il cerchio, se tutti diventassero chiusi a non sganciare qualche spicciolo qua e la, prima o poi il tornaconto sparirà e ci saranno sempre meno benefattori, e meno applicazioni free.Io non sono uno che spende e spande, però io dopo aver fatto una accurata ricerca del free, se trovo qualcosa di meglio a pagamento preferisco remunerare il lavoro ben fatto.john johnRe: Monetizzare? Disse un vecchio adagio...
Il free esiste perché qualcuno l'ha già pagato prima e tanto vale metterlo a gratis poi.Gran parte del codice open viene sviluppato da aziende che necessitano di averlo e poi lo rendono pubblico. I soldi girano comunque con la differenza che nel free l'indotto sta a monte, nel commerciale a valle.SeguroRe: Monetizzare? Disse un vecchio adagio...
- Scritto da: Seguro> Il free esiste perché qualcuno l'ha già pagato> prima e tanto vale metterlo a gratis> poi.> Gran parte del codice open viene sviluppato da> aziende che necessitano di averlo e poi lo> rendono pubblico. I soldi girano comunque con la> differenza che nel free l'indotto sta a monte,> nel commerciale a> valle.quindi il primo che ha commissionato il lavoro paga, gli altri no...il primo deve sentirsi un bel fesso...max13 anni fa
"Kiss your browser goodbye: The radical future of media beyond the Web"http://www.wired.com/wired/archive/5.03/ff_push.htmlDopo 13 anni non e' ancora sucXXXXX e questo tizio riprova con le sue previsioni balzane?E nel frattempo sono comparsi ajax e HTML 5, ossia maggiore versatilita' del browser rispetto alla semplice visualizzazione di pagine.Mancano citazioni sulla Singularity e siamo veramente a posto!PS:"At the December 1996 Internet World, Netscape CEO Jim Barksdale delivered a keynote address on the future of the Web, without using the word browser once."Nella keynote la sparizione del browser era generica o si riferiva solo al proprio?Anonimo CodardoRe: 13 anni fa
Anderson l'abbiamo perso anni fa... E Wired con lui...CameoRe: 13 anni fa
- Scritto da: Anonimo Codardo> "Kiss your browser goodbye: The radical future of> media beyond the> Web"> http://www.wired.com/wired/archive/5.03/ff_push.ht> > Dopo 13 anni non e' ancora sucXXXXX e questo> tizio riprova con le sue previsioni> balzane?> E nel frattempo sono comparsi ajax e HTML 5,> ossia maggiore versatilita' del browser rispetto> alla semplice visualizzazione di> pagine.mmm... 13 anni fa i siti web personali erano fatti in html con qualche spruzzatata di javascript, del tutto aperti: l'utente (necessariamente dotato di un minimo di competenza) aveva il controllo totale. Qualche anno dopo i siti web personali erano stati rimpiazzati dai blog: l'utente non aveva più bisogno di conoscere i dettagli dell'hosting, di html, php etc ma si appoggiava su poche piattaforme fornite da terzi (in parte aperte, in parte chiuse) come wordpress. Oggi i blog vengono rimpiazzati dalle piattaforme di microblogging social, l'utente non sa più neppure che fine fanno i propri dati e si affida in toto a un paio di aziende non propriamente trasparenti (Facebook, LinkedIn e compagnia) che già si ripagano del servizio rivendendo le informazioni utili a fini di marketing.A me sembra che il proXXXXX descritto nell'articolo sia già ben avviato: il prossimo passo sarà l'utente che non avrà più neppure la consapevolezza di essere collegato, di inviare e ricevere informazioni (anche) sensibili, dei meccanismi per cui sarà bersagliato proprio da "quelle" pubblicità. Libertà e apertura contro semplicità e pervasività: le prime perdono in partenza. Il browser diventerà un arcaico strumento per sedicenti "esperti" ed un neXXXXXrio per gli sviluppatori, tal quale oggi la riga di comando nei sistemi operativi: efficace in molti ambiti, del tutto sconosciuta alla maggioranza.> Nella keynote la sparizione del browser era> generica o si riferiva solo al> proprio?Questa era proprio cattivella :)logicaMenteRe: 13 anni fa
a dire il vero devi conoscere cosa offre il tuo hosting se vuoi fare il tuo blog :D Non la vedo cosi grigia, sopratutto non vedo i micro blogging come sostituto ai blog, ma più semplicemente come aggregatore di quest'ultimo. Poi sinceramente siti come Facebook, cosi come sono non possono "sostituire" il web, cioè troppo "volatile".SgabbioRe: 13 anni fa
- Scritto da: Sgabbio> a dire il vero devi conoscere cosa offre il tuo> hosting se vuoi fare il tuo blog :Dbeh, in effetti ho semplificato forse un po' troppo... :$ pensavo a contenitori tipo altervista dove schiacci il tastino "crea blog" e ti fa tutto in automatico tranne i contenuti. Chiaramente per un blog appena appena più evoluto devi sapere cosa ti serve (registrazione del dominio, supporto a php, mysql, quantità di spazio/banda etc) e come ottenerlo... spero che il concetto si capisca lo stesso.> Poi sinceramente siti come Facebook, cosi come> sono non possono "sostituire" il web, cioè troppo> "volatile".Una forte tendenza all'accorpamento di tanti contenuti (miseri in qualità, ok...) in pochi contenitori è abbastanza evidente, in ogni caso, secondo me. Tutto sta a vedere dove porta una situazione del genere proiettata nel futuro.logicaMenteMah...
Questa sembra proprio una grossa da sparare.Le app non potranno mai rimpiazzare la centralità del Web.Ridurre l'universalità dell'html e dell'interfaccia web based ad uno sciame di app chiuse? E' come dire che gli sms sostituiranno il linguaggio parlato.LoganDati torturati
L'articolo di Wired è la dimostrazione più eccellente del fatto che "se torturi i dati abbastanza a lungo, questi confesseranno qualunque cosa".Notate il fatto che Wired ha usato un grafico con le percentuali, mentre se si guardano i dati assoluti il traffico Web sta crescendo in modo lineare e (quindi) costante. Così come il p2p cresce un po' e la mail decresce pochissimo. L'unica novità (?) è che il traffico ftp è stato sostituito (secondo me) dai social network.Guardate qui:http://www.boingboing.net/2010/08/17/is-the-web-really-de.htmlInsomma, ci sarà sempre qualcuno che cercherà di farci pagare per le cose che vediamo su Internet e qualche fanboy che lo starà a sentire, ma il resto delle persone non è così sprovveduto.Vitalijtranquilli...
State tranquilli.... questa è solo una grande cavolata.DominusEsempio
Dovevo prenotare un volo ed ero senza pc. Una mia amica mi dice: puoi usare il mio iPhone, basta che ti scarichi l'app della Ryanair e ti prenoti il volo. Ne e' seguita l'ovvia domanda: ma non faccio prima ad aprire il browser ed andare sul sito della Ryan anziche' scaricarmi l'app? Risposta: Ehhh ma con l'app si vede meglio.AnonimoRe: Esempio
Certo su di uno schermo a francobollo come quello dell'iPhone il ragionamento della tua amica ha un certo senso ma su di un portatile o desktop?!Le app funzionano bene solo sugli smartphone.seguroRe: Esempio
Hai ragione, il fatto che l'app sia ottimizzata per le caratteristiche del dispositivo ne fa una valida alternativa al sito. Allora il problema non sta nel fatto che il Web in se' offre meno dell'app, ma piuttosto che il Web non e' ancora attrezzato per girare degnamente su dispositivi mobile. (qualcuno si ricorda i siti wap? Basta che il sito gestica lo useragent del browser e proponga una versine light e compatta in caso di dispositivo mobile.AnonimoRe: Esempio
- Scritto da: Anonimo> Hai ragione, il fatto che l'app sia ottimizzata> per le caratteristiche del dispositivo ne fa una> valida alternativa al sito. Allora il problema> non sta nel fatto che il Web in se' offre meno> dell'app, ma piuttosto che il Web non e' ancora> attrezzato per girare degnamente su dispositivi> mobile. (qualcuno si ricorda i siti wap? Basta> che il sito gestica lo useragent del browser e> proponga una versine light e compatta in caso di> dispositivo> mobile.come non quotarti, ma finchè la quota dei visitatori dei siti con smartphone rimane sotto diciamo alla soglia del 5% è molto dura che le aziende ci investano soldi sopra.Steve Robinson HakkabeeRe: Esempio
- Scritto da: Anonimo> Dovevo prenotare un volo ed ero senza pc. Una mia> amica mi dice: puoi usare il mio iPhone, basta> che ti scarichi l'app della Ryanair e ti prenoti> il volo. Ne e' seguita l'ovvia domanda: ma non> faccio prima ad aprire il browser ed andare sul> sito della Ryan anziche' scaricarmi l'app?> Risposta: Ehhh ma con l'app si vede> meglio.Be' certo che se uno deve scaricare l'app per ogni cosa che fa, allora è meglio andare sul sito. Però se sono siti che frequenti spesso è più rapida l'app perché tutto il layout non viene caricato ogni volta e quindi è più rapido da consultare.Le app si aprono velocemente, mentre con safari: aprirlo, caricare la pagina, andare su un link, aspettare ancora ecc... è molto più lento e probabilmente aumenta anche i consumi.anonimoRe: Esempio
- Scritto da: Anonimo> Dovevo prenotare un volo ed ero senza pc. Una mia> amica mi dice: puoi usare il mio iPhone, basta> che ti scarichi l'app della Ryanair e ti prenoti> il volo. Ne e' seguita l'ovvia domanda: ma non> faccio prima ad aprire il browser ed andare sul> sito della Ryan anziche' scaricarmi l'app?> Risposta: Ehhh ma con l'app si vede> meglio.Al che hai strappato la gamba di una sedia e l'hai usata per bastonarla, vero? dimmi che e' finita cosi, ti prego!attonitoRe: Esempio
- Scritto da: attonito> - Scritto da: Anonimo> > Dovevo prenotare un volo ed ero senza pc. Una> mia> > amica mi dice: puoi usare il mio iPhone, basta> > che ti scarichi l'app della Ryanair e ti prenoti> > il volo. Ne e' seguita l'ovvia domanda: ma non> > faccio prima ad aprire il browser ed andare sul> > sito della Ryan anziche' scaricarmi l'app?> > Risposta: Ehhh ma con l'app si vede> > meglio.> Al che hai strappato la gamba di una sedia e> l'hai usata per bastonarla, vero? dimmi che e'> finita cosi, ti> prego!Ovviamente si parla sempre senza aver mai provato l'iPhone.Altrimenti sapreste benissimo che le app che sostituiscono i siti web, sono studiate per essere molto più efficaci del sito stesso.Sono più leggere, veloci, e rapide da usare che il sito stesso.Aleph72Re: Esempio
Se ho bisogno di una app per rendere il sito piu' facilmente fruibile c'e' qualcosa che non va. Per me questo vuol semplicemente dire che il sito ha ampi spazi di miglioramento (leggasi 'fa schifo') e non che l'app e' una rivoluzione che mandera' in pensione il web.Il web evolvera' per adattarsi alle esigenze dell'utente che evidentemente sono innanzitutto la semplicita' e la velocita'.L'app obblighera' il Web a cambiare, ma non lo uccidera', anzi, lo rendera' piu' forte.AnonimoRe: Esempio
> Al che hai strappato la gamba di una sedia e> l'hai usata per bastonarla, vero? dimmi che e'> finita cosi, ti> prego!invece questa volta penso abbia ragione l' amica: ho visto per curiosità il sito di www.ryanair.com e sembra di fare un salto indietro di 10 anni, user experience zero ... ma dopotutto da un servizio low cost che volevamo aspettarci?nessunoRe: Esempio
- Scritto da: Anonimo> Dovevo prenotare un volo ed ero senza pc. Una mia> amica mi dice: puoi usare il mio iPhone, basta> che ti scarichi l'app della Ryanair e ti prenoti> il volo. Ne e' seguita l'ovvia domanda: ma non> faccio prima ad aprire il browser ed andare sul> sito della Ryan anziche' scaricarmi l'app?> Risposta: Ehhh ma con l'app si vede> meglio.io con un iPhone non riesco mai ad arrivare in fondo alla pagina di un giornale, è così piena di pulsanti e link invisibili che prima di arrivare in fondo vengo spedito a desta e a manca su sotto siti di cui non mi frega niente e quando torno indietro mi ritrovo al solito all'inizio della pagina.pietroRe: Esempio
Se davvero ti succede, è perchè l'Iphone è fatto a cappio di cane.Uno smartphone decente dovrebbe saper distinguere tra un trascinamento e un click.blateroTutta 'sta storia delle Appsssss
Dal punto di vista tecnico le App stanno alle applicazioni web come i vecchi programmi client-server stanno alle applicazioni web.In altre parole: una App è una applicazione client-server, né più né meno.Ora c'è una unica piattaforma di riferimento, l'iPhone, ma se tra qualche mese dovessi sviluppare una applicazione seria che giri su iPhone, Android, MeeGo, Symbian3, Uìndous Mobàil Sìven e -mi voglio rovinare- WebOs, faccio direttamente una applicazione web, mica so' scemo...Ottav(i)o NanoRe: Tutta 'sta storia delle Appsssss
Non serve scrivere app per 50 OS, basta scriverla per coprire il 90% degli utenti. Ora ci sono ancora parecchi OS in giro, ma presto si ridurranno a 2/3 come nel segmento desktop (Win e Mac, Linux e' troppo piccolo per essere preso in considerazione).Inoltre se i tuoi potenziali clienti vogliono un'app ti conviene fornirgliela, altrimenti rischiano di andare dalla concorrenza.Il vero problema sara' la qualita' delle app. Gia' ora con il Web si vedono siti vulnerabili (ad esempio XSS), con le app il problema diventera' enorme.AnonimoRe: Tutta 'sta storia delle Appsssss
Però devo dire che, su iPhone, il sito mobile di Facebook funziona anche meglio della sua app... ;)Ottav(i)o NanoTrova le differenze
I contenuti a pagamento sul Web sono sempre esistiti. Ora vengono fuori con queste app. La domanda che mi/vi pongo e': ma che differenza c'e'? Quotidiano (web) Vado sul sito di un quotidiano, mi iscrivo e pago una fee per l'abbonamento.Vado sul sito del quotidiano (da qualsiasi dispositivo dotato di browser) mi loggo e mi leggo il giornale. Quotidiano (app) Vado sullo store, mi scarico l'app del quotidiano, pago una fee per l'abbonamento e poi quando voglio leggere il giornale apro l'app. Differenze Con l'app non devo ricordare login/pswd.Con l'app l'impaginazione e/o l'interazinoe con il quotidiano e' diversa (migliore?).Con l'app ho acXXXXX solo dal dispositivo su cui l'ho scaricata.Con l'app il proXXXXX di iscrizione/registrazione e' semplificato?Con l'app l'acXXXXX al contenuto e' piu' diretto. (sembra stupido, ma avere l'iconcina sul desktop/menu applicazioni per molti utenti e' gia' "magia").Con l'app l'acXXXXX ai contenuti e' piu' veloce (l'interfaccia e' nell'app, si scaricano solo i contenuti).L'app e' di moda.Nessuna delle differenze mi sembra insormontabile, quindi il Web a pagamento, se migliora alcune cose, puo' lottare con le app.Avete altri esempi o altre differenze?AnonimoRe: Trova le differenze
il web a pagamento (o pagina web (x)HTML) lo sviluppi una volta per i desktop e una volta per il mobile, con l'app ne devi creare una per ogni dispositivo/SO:1) Windows2) Mac OSX3) Linux4) Android5) iPhone6) WinPhone 77) RIM8) SymbianVedi te che convenienza puo essereci.E ricorda che Desire iPhone RIM e Nokia più recenti navigano il web come un comune pc desktop con prestazioni ottime e più che accetabili.Steve Robinson HakkabeeRe: Trova le differenze
Mi riferivo alle differenze per l'utente che fruisce il contenuto, non per chi sviluppa apps.AnonimoRe: Trova le differenze
A voler investire parecchio sullo sviluppo del sito, si puo arrivare a diffrenze = 0.Mi spiego: il "telaio" dell'app puo essere simulato tramite HTML 5 + js(rigorosamente asincrono) + un buon CSS.HTML 5 permette anche l'utilizzo di un minimo di databse in locale e questo apre nuove prospettive di sviluppo web impensabili prima (al massimo c'erano i coockies...) http://webkit.org/demos/sticky-notes/[img]http://3.bp.blogspot.com/_ZaGO7GjCqAI/S9SJi_7VXmI/AAAAAAAASq8/9CLvUVyFUAs/s640/nytimes-iphone-app.jpg[/img]da questa immagine (non ho potuto provare) non vedo nulla che non si possa fare con le suddette tecnologie(ovviamente funzionerrebbe su tutte le piattaforme)Steve Robinson HakkabeeRe: Trova le differenze
Sì ma il problema non è fare la versione a pagamento sul web. Ma ci sono alcune considerazioni.Secondo l'economia comportamentale se dai una cosa gratis dopo la gente è riluttante a pagare. Però sul mobile invece è disposta a spendere, perché vede l'apparecchio come diverso dal computer. Seconda cosa col web uno può copia incollare un articolo e diffonderlo sui forum ecc... cioè non credo sia un grosso pericolo, però gli editori ci pensano, tipo Murdoch che vuole una legge per mettere sotto copyright anche una frasetta di giornale. Però intanto con una app invece puoi evitare che succeda, si potrebbe sempre copiare con la tastiera gli articoli e poi diffonderli, ma richiederebbe un maggiore sforzo.Infine il problema è anche la pubblicità. Sul web la puoi eliminare, sull'app no. Perché le versioni a pagamento hanno la pubblicità, non è che la eliminano. Un ulteriore modello potrebbe essere differenziare le app con la pubblicità e quelle senzza, cioè far pagare di più a chi non vuole la pubblicità.anonimoRe: Trova le differenze
Scusate la puntualizzazione, ma è già la seconda volta che leggo frasi del tipo: >Infine il problema è anche la pubblicità. Sul web la puoi eliminare, >sull'app no.Diciamo meglio: sul web è semplice (magari non altrettanto sui dispositivi mobile) eliminare la pubblicità, sull'app è più complicato, ma assolutamente non impossibile..I did it for the lulzRe: Trova le differenze
- Scritto da: I did it for the lulz> eliminare la> pubblicità, sull'app è più complicato, ma> assolutamente non> impossibile..e come faresti ad eliminare la pubblicità da una app?pippo baudoRe: Trova le differenze
- Scritto da: Anonimo[...]> Avete altri esempi o altre differenze?- la banda cable (web) e quella wireless (apps) - il ruolo dell'ISP- controllo totale sui dati: con le apps i "tuoi" dati non sono più tuoi... stanno nella nuvola, che non è per nulla vaporosa: i tuoi dati stanno "al sicuro" in materialissimi datacenter di altri ed a cui altri ancora accedono (soggetti di controllo/repressione e multinazionali varie a cui i tuoi dati vengono venduti)- controllo totale sul software: con le apps (su dispositivi ovviamente proprietari e blindati) puoi dire addio al software libero/open, alla privacy ecc.- il controllo totale dell'utente (ops... consumatore) che si realizza con le apps (so sempre chi sei, dove sei, cosa fai, cosa scrivi e a chi scrivi, cosa leggi, con chi parli ecc.)come comeIl futuro è web-centrico
La tendenza degli ultimi anni sembrerebbe tracciare una strada che va nella direzione esattamente opposta! Il web che diventa piattaforma per le applicazioni e non il contrario, come sostiene Chris Anderson. Ad esempio (il sistema operativo) Google Chrome è un assaggio -forse prematuro- di quello che sarà il futuro.Un futuro fatto di tante piccole apps, soggette inevitabilmente a bug, incompatibilità, patch e nuove versioni... mi fa venire la pelle d'oca!Penso anche a tutti i problemi che ci sono oggi con i browser... moltiplicati per migliaia di apps! Un incubo per me... o un sogno per qualche hacker!wastedegoRe: Il futuro è web-centrico
Ma poi, le "apps di consultazione" c'erano già con Windows (ricordate i cd allegati alle riviste? Tipo "Pittori dell'Ottocento", o cose simili?) E sono durati ben poco.angrosRe: Il futuro è web-centrico
Stra quoto. Il web è il vero internet, tutto il resto sono solo applicazioni client-server di rete.- Scritto da: wastedego> La tendenza degli ultimi anni sembrerebbe> tracciare una strada che va nella direzione> esattamente opposta! Il web che diventa> piattaforma per le applicazioni e non il> contrario, come sostiene Chris Anderson.> > Ad esempio (il sistema operativo) Google Chrome è> un assaggio -forse prematuro- di quello che sarà> il> futuro.> Un futuro fatto di tante piccole apps, soggette> inevitabilmente a bug, incompatibilità, patch e> nuove versioni... mi fa venire la pelle> d'oca!> Penso anche a tutti i problemi che ci sono oggi> con i browser... moltiplicati per migliaia di> apps! Un incubo per me... o un sogno per qualche> hacker!Roby MariusRe: Il futuro è web-centrico
concordoni asRe: Il futuro è web-centrico
- Scritto da: ni as> concordoConcordate finché vi pare, ma le cose non cambiano: il futuro é nelle mani delle corporations e sarà deciso dietro porte chiuse da dirigenti e azionisti.Professioni di fede e vuote parole nulla possono o potranno contro la potenza del denaro.Get RealRe: Il futuro è web-centrico
Il denaro può far costruire le app, ma non può far sparire i siti, e non può portare la gente a preferire le app ai siti.angrosDilbert di oggi!
http://www.dilbert.com/2010-08-18/panda rossaRe: Dilbert di oggi!
Ancora meglio!http://dilbert.com/strips/comic/2010-06-18/Anonimoci provano
vedo che ci provano di tanto in tanto a far fuori questo web che da fastidio ai poteri consolidati e a molte corporations.io cercherò, dopo l'uscita di affermazioni del genrere da parte di wired, a stare ancora più attento a difendere maggiormente il web. ovviamente per quello che posso.ni asRe: ci provano
- Scritto da: ni as> vedo che ci provano di tanto in tanto a far fuori> questo web che da fastidio ai poteri consolidati> e a molte corporations.mi pare sia tutto l'opposto: ci sguazzano alla grande, sia i poteri consolidati che le major: potere, soldi, condizionamento e controllo sociale per tutti e con la minima fatica> io cercherò, dopo l'uscita di affermazioni del> genrere da parte di wired, a stare ancora più> attento a difendere maggiormente il web.che è come dire che vuoi difendere le strade o i martelli pneumatici...vanno difesi gli spazi di auorganizzazione, di autogestione, di libera socializzazione e condivisione, di scambio non remunerato ecc. ... dobbiamo difendere noi stessi e l'autonomia delle nostre personalità...not foundm.sito.com
i siti con layout allegerito per cellulari ci sono!ma spesso x motivi di puro marketing prima di svelarti i contenuti ti offrono di scaricare l'app... costringendoti di fatto a caricare 2 pagine invece di 1.E' ovvio che se il tuo sito web si occupa, per esempio, di oroscopo è nell'interesse del publisher quello di offrire un acXXXXX preferenziale ed esclusivo ai propri contenuti..Un app potrebbe bene per un sito che frequenti quotidianamente ma se davvero la previsione di costui si avverasse dovremmo girare con un pacco di memory card per poter visitare i miliardi di siti internet.E' solo un altra provocazione sparata da mister nessunosotuttoio.Ma del resto un XXXXXXXX che dice che nel futuro venderanno solo app ha sicuramente più "visibilità" di milioni di persone che dicono che nel futuro vedremo solo opensource.asdaApp a pagamento
Se i (pochi) siti dietro paywall diventano app, il web diventa finalmente tutto-gratis-al-100%, gli utenti che non vogliono pagare (praticamente tutti) rimarranno sul web, e chi distribuisce contenuti a pagamento si ritroverà sovrano di un regno deserto.angrosRe: App a pagamento
- Scritto da: angros> Se i (pochi) siti dietro paywall diventano app,> il web diventa finalmente tutto-gratis-al-100%,> gli utenti che non vogliono pagare (praticamente> tutti) rimarranno sul web, e chi distribuisce> contenuti a pagamento si ritroverà sovrano di un> regno> deserto.magari fosse... ma non sarànot foundGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentitatiana-bazzichelli 18 08 2010
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