Un team di ricercatori della University of Rochester ha annunciato di aver realizzato quella che verosimilmente è la prima comunicazione in assoluto a impiegare i neutrini come particelle-vettore di un messaggio codificato in digitale.
Lavorando presso l’acceleratore di particelle del Fermilab , i ricercatori hanno “sparato” miliardi di neutrini attraverso quasi 240 metri di dura e solida roccia mentre dall’altra parte un rivelatore di particelle da 5 tonnellate (MINERvA) recepiva il messaggio (la parola “Neutrino”) in formato binario.
Dotati di massa quasi insignificante, i neutrini viaggiano quasi (certamente non oltre ) alla velocità della luce, hanno la caratteristica di interagire pochissimo con la materia tradizionale e sono completamente refrattari all’elettromagnetismo: le particelle elementari sono in grado di attraversare pianeti e galassie senza mai interagire con una qualsiasi altra particella.
Il vantaggio di usare gli inafferrabili neutrini come vettore di informazioni binarie – dove gli 1 corrispondono a un singolo neutrino rilevabile in un fascio di decine di miliardi di particelle e gli 0 alla mancanza delle suddette – è che eventuali comunicazioni a base di neutrini potrebbero raggiungere pianeti e stelle lontani praticamente inalterati. Lo svantaggio? Le versioni “portatili” di colossi dell’ingegneria come gli acceleratori e i rivelatori di particelle sono ancora parecchio di là da venire .
Alfonso Maruccia