New York e wireless, tutto da rifare

New York e wireless, tutto da rifare

Lo stato USA decide di cambiare contractor per manifesta incapacità di quello attuale. La costruzione del network wireless va comunque avanti, mentre emergono i dettagli delle prossime iniziative infrastrutturali di Obama per la banda larga
Lo stato USA decide di cambiare contractor per manifesta incapacità di quello attuale. La costruzione del network wireless va comunque avanti, mentre emergono i dettagli delle prossime iniziative infrastrutturali di Obama per la banda larga

Roma -Dopo 54 milioni di dollari già spesi, il network pubblico di connettività wireless dello stato di New York si ferma e riparte da capo. La società M/A-COM , vincitrice dell’appalto nel 2004 ai danni di Motorola, avrebbe dovuto installare l’infrastruttura di comunicazione in mobilità diretta alle forze di polizia, ai vigili del fuoco e ai servizi di ambulanza, ma i test sin qui effettuati non sono risultati soddisfacenti per le autorità .

Secondo quanto comunicato dallo Stato, la decisione di sciogliere il contratto è riconducibile all’ eccessiva occorrenza di guasti e malfunzionamenti negli apparati forniti da M/A-COM, guasti che includono radio con i controlli del volume bloccati, “schermi neri” inutilizzabili e microfoni che si accendono in maniera del tutto casuale.

New York accusa M/A-COM di mancato adempimento del contratto sottoscritto , e chiede la restituzione dei 50 milioni di dollari versati su un fondo vincolato come pagamento per l’inadempienza. Naturalmente M/A-COM non ci sta e sostiene al contrario di aver fornito un sistema “allo state dell’arte” che porterà benefici per tutti i residenti di NY.

La vicenda si prepara ad approdare nelle aule di tribunale, ma lo stato americano dice comunque di non aver cambiato idea sulla necessità di un’infrastruttura wireless funzionale e accessibile a tutti: secondo la portavoce dell’ufficio del CIO Angela Liotta, prima di redigere una nuova richiesta di offerta da sottoporre al mercato occorrerà attendere fino a 18 mesi.

E se lo stato di New York ha il suo bel daffare per aggiornare le infrastrutture di connettività locali, il piano del quasi-insediato presidente degli Stati Uniti Barack Obama sulla ripresa dell’economia americana prevede che sei degli 825 miliardi di dollari totali vengano spesi per migliorare le condizioni della banda larga in tutto il paese .

Il “Recovery Bill” che Obama presenterà al Congresso dopo il trasferimento alla Casa Bianca, specifica che i soldi vengano spesi per portare le prestazioni di rete a un livello minimo di 5 Mbps in downstream e 1 Mbps in upstream , livello definito “broadband di base”, mentre i 45/5 Mbps vengono considerati come “broadband avanzata”: tra questi due estremi dovrebbe misurarsi l’ambizioso piano di recupero infrastrutturale ed economico che il presidente spera di far approvare ai parlamentari di Capitol Hill.

Oltre alla velocità minima garantita, la broadband di Obama prevede anche che le agenzie beneficiarie del denaro mantengano l’infrastruttura in condizioni di “accesso aperto” riconducibili ai principi di neutralità della rete, condizione che dovrà fare i conti con le pressioni delle lobby interessate ad avere le mani libere sia dalla neutralità che da imposizioni di legge per quanto riguarda la banda.

Tanto più che c’è chi, come il CEO di Skype, va persino oltre i 45 Mbps, stabilendo che “se i contribuenti americani devono pagare per l’estensione della banda larga”, allora oltre alla net neutrality i carrier dovranno davvero impegnarsi a superare lo status quo portando l’infrastruttura a velocità superiori ai 50 Mbps .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
19 gen 2009
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