Niente sesso, siamo MP3-dipendenti

Niente sesso, siamo MP3-dipendenti

Sembra che, per la prima volta da quando è nata Internet, la parola "sesso", regina della rete, abbia dovuto abdicare a favore di "MP3". Clamori?
Sembra che, per la prima volta da quando è nata Internet, la parola "sesso", regina della rete, abbia dovuto abdicare a favore di "MP3". Clamori?


Web – Internet come rete di depravati buoni solo a sbavare davanti a un monitor? Internet come regno dei pedofili? O Internet come covo di hacker senza scrupoli? Beh, secondo l’autore del libro “MP3: The Definitive Guide”, Scott Hacker, Internet è ormai soprattutto un covo di musicomaniaci.

In particolare, Hacker (di nome ma, pare, non di fatto…) sostiene la più clamorosa delle scoperte: la “parola chiave” più ricercata dagli utenti internet sui principali motori di ricerca non è più “sex” ma “mp3”. Si tratta, sostiene l’autore, di una vera e propria “rivoluzione di costume”, vista la predominanza che da sempre si attribuisce sulla rete ai contenuti erotici rispetto a tutti gli altri.

Il motivo di tanta situazione, sostiene Hacker, sta nel fatto che il formato MP3 ha rivoluzionato l’intero mondo della musica: per la prima volta, infatti, artisti e musicisti possono essere ascoltati da chiunque, nel mondo, possieda una connessione al Web. Una tesi decisamente trita con la quale però si giustifica a tutti gli effetti la novità della parola chiave più ricercata.

Hacker, invece, non si domanda quanta parte degli mp3 scaricati e scambiati in rete siano “legali”, ovvero utilizzati e downloadati nel rispetto del diritto d’autore. E forse è bene non chiederselo.. Il rischio è infatti quello di dover dare ragione alle industrie discografiche, da qualche tempo divenute decisamente insofferenti perché internet a loro dire si traduce in una enorme quantità di introiti mancati. Perché consente una libertà di azione di utenti e consumatori a cui le majors non sanno dare alcuna risposta efficiente. Almeno per ora?

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Pubblicato il
15 mar 2000
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