Nomi, città, domini e cybersquatting

Nomi, città, domini e cybersquatting

Vinta una causa legale, un giocatore dell'NBA si è riappropriato del dominio con il suo nome. E di altri 800 scippati ai suoi colleghi
Vinta una causa legale, un giocatore dell'NBA si è riappropriato del dominio con il suo nome. E di altri 800 scippati ai suoi colleghi

Il giocatore dei Toronto Raptors Chris Bosh ha vinto una causa legale intentata contro Luis Zavala per cybersquatting e ha riottenuto il dominio chrisbosh.com . Insieme a quasi altri 800 indirizzi.

Il processo durato 15 mesi si è concluso con una sentenza a effetto, ma giustificata dal rimborso dovuto al giocatore: la Corte aveva riconosciuto a Bosh un risarcimento di 120 mila dollari , ma ritenendo difficile che Zavala procedesse al pagamento (il caso è stato aggiudicato d’ufficio dal momento che l’accusato nelle ultime due sedute non si era presentato davanti al giudice) su richiesta dei legali della star dei Raptors il Tribunale gli ha attribuito tutti i domini ancora in possesso del cybersquatter.

Luis Zavala utilizzava gli indirizzi per rimandare i contatti al suo sito hoopology.com , aumentandone le visite: nella sua lista quasi 800 domini , che utilizzavano il nome di atleti (registrati quando la loro carriera era ancora agli albori, quasi una scommessa sul loro successo), personaggi famosi tra cui i figli di Britney Spears , ma anche nomi di città e la canzone di Rob Zombie “Lord of Salem”. Fra i giocatori della NBA anche Andrea Bargnani , che non poteva utilizzare né andreabargnani.com né le possibili composizioni del suo nome con il soprannome “Il Mago”, ugualmente previste e registrate da Zavala.

Bosh, atleta molto attivo sulla Rete, ha fatto sapere di non voler guadagnare dalla sentenza e che basterà che i legittimi proprietari facciano richiesta dei domini in suo possesso per riottenerli gratuitamente. Per far ciò ha pubblicato la lista dei domini a lui attribuiti.

Sette giocatori dei Piston lo hanno già contattato, ringraziandolo per la restituzione.

Ora, quando si cerca di raggiungere hoopology.com ci si trova davanti ad un messaggio dello studio legale Winston&Strawn, come da richiesta di Bosh che vuole informare della sentenza.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
19 ott 2009
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