Nottingham, il cellulare va in prigione

Nottingham, il cellulare va in prigione

Il direttore progressista di un carcere intende dotare ogni detenuto di un telefonino per mantenere il contatto con i parenti
Il direttore progressista di un carcere intende dotare ogni detenuto di un telefonino per mantenere il contatto con i parenti

Nottingham – Non è solo la leggenda di Robin Hood a rendere famosa la città inglese di Nottingham. Lowdham Grange, il penitenziario locale, che ospita anche persone che hanno rubato ai ricchi, ha infatti dato un annuncio destinato a suscitare clamore, in quanto singolare e sorprendente: i detenuti potranno usare il telefono cellulare.

Il direttore del carcere, una struttura privata di categoria B (in cui si scontano in prevalenza condanne per furto e spaccio di sostanze stupefacenti), ritiene che dare agli ospiti della struttura un’opportunità di comunicare con i propri parenti ed amici possa stimolarli a voler uscire e a mantenere una buona condotta al fine di guadagnare uno sconto di pena.

Lowdham Grange, recentemente, si sta distinguendo per una conduzione che viene definita “progressista”, avendo introdotto “innovazioni” nelle condizioni di detenzione, dotando le celle di TV satellitare e docce. Il nuovo progetto “telefonico” prevede la fornitura di telefonini in tutte le 500 celle della struttura, con il conseguente vantaggio, per i detenuti, di non dover attendere le lunghe code ai telefoni pubblici già presenti.

L’iniziativa ha suscitato opinioni contrastanti: a fronte dei pareri favorevoli delle associazioni di difesa dei diritti dei detenuti (che ben accolgono ogni condizione che possa rendere più agevole non solo lo scontare della pena, ma anche la riabilitazione), non mancano le critiche di chi vede la prigione come un posto in cui la gente non deve certo sentirsi a proprio agio, né voler tornare volentieri.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
30 nov 2006
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