Nuova Delhi (India) – Sono 19 hacker di età compresa tra i 14 e i 19 anni i nuovi “consulenti esterni” voluti dal Comitato nazionale dei Cybercop indiani per contrastare i crimini commessi su Internet.
L’annuncio della clamorosa assunzione, che vedrà quegli hacker affiancare i cybercops nelle operazioni di polizia elettronica, è stato dato ieri dal presidente dell’Associazione nazionale delle aziende di software e servizi, Dewang Mehta, che ha affermato di riporre in questo gruppo di giovani “smanettoni” la massima fiducia: “Sono brillanti. Mi hanno detto che in cinque minuti potrebbero buttare giù il sito della Difesa indiano…”
Sul termine hacker sembra comunque regnare una certa confusione anche in India. Mehta infatti ha spiegato: “Per catturare un hacker si ha bisogno del cervello di un hacker”. Ma ha comunque sottolineato: “Vogliamo usare le loro capacità affinché mettano in piedi firewall capaci di rendere sicuri i siti Web del nostro paese”.
Mehta ha anche sottolineato che nessuno dei 19 hacker ha alcun precedente penale e che il più piccolo, di 14 anni, frequenta regolarmente la scuola. Infine Mehta ha concluso incespicando nei termini e affermando: “Hacking, diffondere virus, sono crimini molto più gravi nel mondo del terrorismo cyber di quanto lo sia la pornografia”…
Va detto che in molti paesi alcuni hacker hanno finito per collaborare con le autorità proprio in virtù delle capacità dimostrate. In Messico, lo scorso giugno, alcuni hacker addirittura finirono nel bel mezzo di una polemica politica in quanto assunti per decrittare dati contenuti in un misterioso floppy…