Nuovi roboinsetti da combattimento

Nuovi roboinsetti da combattimento

Il Dipartimento di Difesa statunitense ha avviato un programma di ricerca per scoprire come integrare circuiti e microcomputer dentro piccoli esseri viventi. L'obiettivo: ottenere un esercito di insetti biomeccanici
Il Dipartimento di Difesa statunitense ha avviato un programma di ricerca per scoprire come integrare circuiti e microcomputer dentro piccoli esseri viventi. L'obiettivo: ottenere un esercito di insetti biomeccanici


Washington (USA) – DARPA , l’agenzia di ricerca tecnologica dell’esercito statunitense, ha avviato un progetto di ricerca tanto insolito quanto inquietante. Scienziati, ingegneri ed informatici vogliono capire come trasformare semplici insetti in microrobot biomeccanici da utilizzare per delicatissime operazioni di spionaggio.

L’iniziativa mira alla realizzazione di un’ unione ben poco naturale tra larve di farfalla e dispositivi MEMS , acronimo di Micro-Electro Mechanical Systems .

Alla fine del ciclo evolutivo, le larve “impiantate” si potranno così librare in volo come farfalle radiocomandate , pronte per una vasta gamma di missioni – dalla raccolta d’informazioni audiovisive, attraverso speciali microchip integrati, fino alla ricerca di tracce d’esplosivo o altri materiali biochimici pericolosi.

I chip MEMS sono realizzati per fondersi coi tessuti organici e rappresentano “l’avanguardia della cibernetica moderna”, specificano i ricercatori della DARPA. In una nota ufficiale rilasciata dall’agenzia, i responsabili dell’iniziativa fanno sapere che “attraverso la metamorfosi delle larve, gli organi interni dell’insetto avranno la possibilità di allacciarsi attorno alle parti innestate, in modo perfettamente naturale”. Secondo questa logica, gli impianti elettronici diventeranno l’interfaccia di controllo dell’organismo ospite.

Non è la prima volta che gli insetti sposano la robotica : malgrado gli ottimi risultati già ottenuti nel campo, la reazione della comunità scientifica internazionale non è stata delle più entusiasmanti. Molti esperti pensano che l’esercito americano voglia osare oltre i limiti del possibile e altri mettono all’indice la scelta di usare degli esseri viventi in questo modo.

George McGavin, professore di entomologia dell’ Università di Oxford intervistato dalla BBC , sostiene che “il progetto è strampalato e quasi sicuramente non darà alcun risultato rilevante”. “Gli insetti vivono solamente in funzione della loro riproduzione”, dichiara McGavin, “e gli scienziati americani dovranno completamente ricostruire il sistema neurovegetativo degli insetti coinvolti nel progetto”.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
21 mar 2006
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