Napoli – Il listino di interconnessione presentato da Telecom Italia per i servizi che consentiranno agli utenti di lasciare l’ex monopolista è stato approvato con un “nì” dall’ Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni .
Ieri l’Authority ha infatti deciso di dare la sua approvazione al listino fortemente contestato dagli altri operatori, Tele2 in testa, sia sul piano economico che sul piano tecnico. Ma si è riservata “nelle prossime settimane” di attivare disposizioni “ad hoc” che potrebbero modificare almeno parzialmente lo stato delle cose.
Un mezzo sì, dunque, che consente però a Telecom di dichiarare vittoria per una battaglia che si era fatta dura quando gli altri operatori avevano protestato, ritenendo i prezzi che dovranno pagare loro e gli utenti che sceglieranno di cambiare carrier e lasciare Telecom, troppo elevati e anticoncorrenziali.
In gioco ci sono due elementi chiave dal nome indigeribile, cioè Carrier Preselection (ovvero telefonare senza passare per Telecom) e Number Portability (mantenere all’utente un numero che non cambi anche in caso di trasferimento ad altro operatore). Su questi temi il “nì” è arrivato dopo un’analisi iniziata lo scorso 15 luglio dopo la presentazione del listino e che prevede la retroattività degli effetti a partire dal primo gennaio 1999.
Sulla questione era intervenuto il Commissario europeo Mario Monti che ha incontrato a Bruxelles il presidente dell’Autorità Enzo Cheli. Monti teme infatti che senza un aumento del canone per gli utenti che scelgono l’interconnessione, come richiesto da Telecom Italia, l’ex monopolista si trovi ad operare “in deficit”. Ma l’aumento del canone è stato escluso proprio ieri da Paola Manacorda, commissaria dell’Autorità, secondo cui “il riequilibrio resta un processo lento, non solo in Italia, e anche in altri paesi europei un po ‘ di deficit per l’accesso è rimasto a carico dell’operatore dominante”.