Obama vuole la sanità digitale

Obama vuole la sanità digitale

Tanti soldi per creare una anagrafe sanitaria di nuova generazione. Con qualche dubbio sulle garanzie offerte ai cittadini in materia di privacy
Tanti soldi per creare una anagrafe sanitaria di nuova generazione. Con qualche dubbio sulle garanzie offerte ai cittadini in materia di privacy

Database sanitari informatizzati, con cartelle digitali in grado di seguire i cittadini “dalla culla alla tomba”. Prevede anche questo lo stimulus economico dell’Amministrazione Obama, in via di approvazione da parte del Parlamento USA. Ma i progetti di e-Health , cui dovrebbero essere destinati 20 miliardi di dollari, suscitano nuove perplessità in materia di privacy e protezione dei dati personali.

Secondo Cnet , le misure proposte potrebbero portare ad un “ridisegno radicale” del sistema sanitario statunitense. Diversi miliardi di dollari saranno spesi per creare i database della rinnovata anagrafe sanitaria digitale, ed altrettanti verranno versati alle università per il training ai medici sull’impiego del nuovo sistema. A regime, a ogni cittadino a stelle e strisce dovrebbe corrispondere una cartella informatizzata: le cartelle così realizzate potranno essere impiegate dalle autorità competenti per finalità di “biosorveglianza e sanità pubblica”, nonché per esigenze di “ricerca medica e clinica”. E faranno parte di un “sistema nazionale per l’uso e lo scambio elettronico di informazioni sanitarie”

L’obiettivo dell’iniziativa, sottolinea il New York Times , è chiaro e condivisibile. La transizione ai record elettronici dovrebbe infatti consentire di “mandare in soffitta” le vecchie cartelle cartacee, mettendo a disposizione dei medici archivi più semplici da mantenere e condividere. Allo stesso tempo, tuttavia, il progetto ha sollevato diverse critiche in materia di tutela dei dati personali. L’impianto generale del documento ( qui il testo) non contempla la possibilità che i cittadini si oppongano all’informatizzazione dei propri dati sanitari personali, né sono previste misure che consentano l’ opt out individuale dal programma.

“In assenza di adeguate protezioni, i record sanitari dei cittadini potrebbero essere condivisi – senza il loro consenso – con una qualsiasi delle 600mila entità che entreranno a far parte della nuova anagrafe digitale” ha detto Sue Blevins, presidentessa di una ONG che si occupa di privacy in campo medico: l’ Institute for Health Freedom .

Lo Stimulus Package , licenziato nei giorni scorsi dal Senato ed ora tornato alla Camera per l’approvazione definitiva, contiene provvedimenti di vario genere tra cui sgravi fiscali per ampie fasce della popolazione, investimenti pubblici per la costruzione di strade e ponti, misure di sostegno alle imprese “verdi”, sussidi per i disoccupati.

Ma le critiche all’iniziativa, la più ambiziosa finora varata da Obama, non sono mancate. Il Wall Street Journal ha puntato il dito sulla presunta inefficacia delle misure in favore dell’ampliamento della banda larga, il Times ha documentato come le misure sembrino “tagliate su misura” sulle richieste delle lobby che più hanno sostenuto il nuovo presidente. “Obama guarda alle energie e tecnologie verdi in modo analogo a quello con cui Bush guardava al petrolio ed ai petrolieri” ha commentato il quotidiano.

E perplessità ancora più pesanti riguardano il data filtering e il monitoraggio delle attività online. In particolare, Public Knowledge denuncia il tentativo di fare introdurre nel documento – per tramite di alcuni parlamentari ritenuti compiacenti – emendamenti che consentano agli ISP l’impiego di tecniche di deep packet inspection nei confronti degli utenti. Le misure sarebbero ufficialmente motivate con l’esigenza di “prevenire attività illegali online”.

Giovanni Arata

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Pubblicato il
13 feb 2009
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