Occhio, l'UMTS costerà caro

Occhio, l'UMTS costerà caro

di F. Penco. Servizi rivoluzionari? Multimedialità a portata di menù? Mobilità totale? L'alto costo delle licenze rischia di riverberarsi sugli utenti e sulla velocità di diffusione del servizio
di F. Penco. Servizi rivoluzionari? Multimedialità a portata di menù? Mobilità totale? L'alto costo delle licenze rischia di riverberarsi sugli utenti e sulla velocità di diffusione del servizio


Web – Si sente molto parlare di licitazione privata per le licenze UMTS e di una pioggia di miliardi che dovrebbe ricadere sul Governo. Intorno all’argomento sono scoppiate le polemiche più varie… Non ultima quella scatenata dal centro-destra che teme che il governo Amato possa utilizzare gli introiti a favore di politiche clientelari e, più in generale, di propaganda in vista delle elezioni politiche del 2001.

In realtà, quello che sembra evidente è che questi 25/30.000 miliardi potrebbero servire ad allentare il nodo scorsoio intorno alla gola delle Finanze Pubbliche Italiane, costituito dal debito pubblico… E questa sembra, almeno a prima vista, un’ottima idea.

Ammesso tutto ciò, dovremmo metterci l’animo in pace e prevedere per l’uscita di questi famosi telefonini multimediali, che promettono di portare Internet nelle tasche di tutti gli italiani, dei prezzi a dir poco esorbitanti. Prezzi forse addirittura superiori rispetto ai loro predecessori da mezzo chilo, i telefonini che fecero la loro comparsa nei primi anni ’90. Ed il costo non riguarda soltanto l’oggetto in sé, ma anche le tariffe di utilizzo dei servizi!

Certo, l’obiettivo di abbattere il debito pubblico deve essere considerato di primaria importanza… Forse però si dovrebbero valutare anche altri fattori e ragionare in un ottica di medio o lungo periodo prima di mettere la classica palla al piede al “business del terzo millennio”.

Non è azzardato chiedersi cosa accadrebbe se, invece di far pagare salate le licenze alle compagnie in gara, il governo si limitasse a concederle solo a soggetti dotati di organizzazioni e strutture adeguate allo scopo di fornire il servizio (il che dovrebbe essere poi lo scopo principe della procedura di assegnazione, no?). Certo, il realizzo immediato sarebbe nullo, ma probabilmente l’UMTS avrebbe molto più forti probabilità di affermarsi, anche nel breve periodo.

E non si può nemmeno dire che da tutto questo lo Stato Italiano non potrebbe trarre vantaggio alcuno, considerando che il semplice uso dei nuovi cellulari farebbe finire nelle tasche dello Stato una valanga costante di denaro proveniente da quel 20% di IVA che anche oggi si paga sulle telefonate dal mobile. Allora la strada più opportuna potrebbe essere proprio quella di abbattere (o almeno cercare di farlo!) le barriere in entrata che possano pregiudicare la più celere diffusione dei telefoni cellulari di terza generazione, invece di puntare a realizzare subito cifre astronomiche, quasi per un desiderio di emulazione nei confronti di paesi vicini e lontani…

Le telecomunicazioni negli ultimi mesi sono entrate fra le voci del mitico “paniere” dell’inflazione che, con il crollo dei prezzi nel settore, hanno permesso a tutti di recuperare qualcosa di quello che si è perso sul fronte del costo dei carburanti e delle RC Auto (soltanto per citare qualche esempio!). Non aspettiamoci che sia così per il futuro, perché il costo delle licenze dovrà essere scaricato sugli utenti e per forza di cose l’UMTS sarà tabù per i portafogli di molti, fino a quando l’onere originario non sarà stato “ammortizzato” dai gestori.

Si tratta del solito dilemma: meglio un uovo oggi o una gallina domani? Voi sapete cosa scegliere?

Federico Penco

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Pubblicato il 26 mag 2000
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