Roma – Sono 12 milioni circa i bambini sotto i 18 anni che in otto dei paesi dell’Unione europea navigano su internet, con un aumento del 27 per cento rispetto all’anno scorso. Ad affermarlo è uno studio di Nielsen//NetRatings.
La società di ricerca, che ha preso in esame Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Spagna, Svezia, Olanda e Svizzera, sostiene che sono i bambini britannici i più attivi nella navigazione online. Solo nel Regno Unito, peraltro, risiedono 4,5 milioni di bambini-utenti sui 12 complessivi.
Ma se da più parti si insiste sulla necessità di regolamentazioni per difendere l’infanzia digitale e/o sulla maggiore attenzione dei genitori, dall’ Interpol nelle scorse ore è giunto un nuovo allarme per le attività web dei pornopedofili.
In particolare, secondo l’alto funzionario Interpol Hamish McCulloch, che ha rilasciato una intervista alla Reuters, sono due i fenomeni emergenti. Da un lato c’è la pedopornografia “tarocca”, quella cioè creata artificialmente al computer e che negli Stati Uniti non è illegale , dall’altro con la complicità della banda larga vi sarebbe un crescente ricorso all’uso di sistemi di pay-per-view, tanto con lo streaming di abusi registrati quanto con la diretta.
“Puoi connetterti con i tuoi complici in tutto il mondo – ha spiegato il funzionario – e dar loro appuntamento alle ore 20, dicendo che hai un bambino da offrire”. A quel punto, secondo McCulloch, chi lo sa si collega, chatta e partecipa all’abuso.
In futuro secondo McCulloch si potrebbe arrivare a siti commerciali che consentono da remoto di controllare webcam che riprendono bambini sottoposti a violenza. “La gente – ha dichiarato – sarà invitata a pagare per prendere parte alla visione di un abuso in diretta su un bambino. Con i tuoi soldi, avrai diritto a controllare la videocamera web per tre minuti. Sono sicuro che è quello che accadrà nel prossimo futuro, e ciò è molto, molto scioccante”.