Ooops! Nichi-Grauso.it non si può registrare

Ooops! Nichi-Grauso.it non si può registrare

La Registration Authority ha accettato di tutto, ha registrato stefanopassigli.it e via dicendo ma non accetta che qualcuno voglia registrare Nichi-Grauso.it. Storia passionale di una malagestione che continua
La Registration Authority ha accettato di tutto, ha registrato stefanopassigli.it e via dicendo ma non accetta che qualcuno voglia registrare Nichi-Grauso.it. Storia passionale di una malagestione che continua


Web – Salve, di nuovo sulle pagine di Punto Informatico per mettervi al corrente di un “simpatico” episodio al riguardo della questione dei domini .it.

Antefatto: dopo aver tentato invano di registrare il dominio del mio cognome , distefano.it, già registrato dalla Polis S.r.l., dopo aver cercato di ottenerlo da questi “individui”, dopo aver protestato per l’ingiustificata assegnazione a Nicolino Grauso di distefano.it con la Sig.ra Sbrana della Registration Authority , la quale in puro italian style si trincerò dietro un “lei se vuole può presentare un ricorso che sarà esaminato dai nostri legali…” che suonava tanto come “ci faccia causa, chi se ne frega…” ho, alla fine, tentato per un’altra via.

Ho pensato: se vogliono giocare, giochiamo…

Vado a dare un’occhiata ai vari domini quali grauso.it, nicolagrauso.it, nichigrauso.it, nichi-grauso.it… tutti presi, indovinate un po’ da chi? 🙂 Ne manca uno all’appello, però, e cioè nicola-grauso.it.

Invio la lettera d’assunzione di responsabilità al NIC e chiedo al mio provider di inviare il modulo affinché la registrazione del dominio possa avere corso. Attendo, passa un mese… penso: il NIC sarà in arretrato, come al solito. Attendo, passano due mesi… penso: ma com’è che il dominio è ancora in registrazione? Boh… Attendo ancora… Quasi all’alba del terzo mese chiamo il mio mantainer il quale mi risponde che sì, il NIC ci mette un secolo a registrare un dominio ma così tanto è effettivamente strano.

Volete sapere cosa ha risposto il NIC, dopo tre mesi in cui non si è fatto vivo in alcun modo, al mio mantainer che gli ha scritto due righe chiedendo spiegazioni in merito? Ecco la mail di risposta:

– IT-NIC Hostmaster wrote:
– se volete procedere alla registrazione di tale dominio dovete inviarci la
– fotocopia della carta di identità di nicola grauso e la procura dello stesso
– che la autorizza all’uso del nome in questione.
– Cordiali saluti
– RERA relazioni esterne registration authority

Cordiali saluti? Ma con che faccia? Dove stavano il NIC e la Naming Authority quando Grauso & C. hanno registrato il mio cognome e tanti altri nomi e cognomi senza uno straccio di documento e procura degli aventi diritto?

Perplessi, sia io che il mio mantainer, cerchiamo ulteriori spiegazioni da parte della RA. In pratica vorremmo sapere qual è la regola di naming applicata per richiederci tali documenti.

Ebbene provo a chiamare il NIC… dopo un’attesa di svariati minuti mi risponde un’operatrice che mi chiede quale fosse il dominio per cui io avevo ricevuto tale richiesta di documenti da parte della RERA. Alla mia risposta (“nicola-grauso.it”) segue un suo esplicativo “Ah…” seguito da un’altra altrettanto eloquente pausa di qualche secondo…

Ho avuto la nettissima impressione che l’operatrice sapesse bene di cosa si stava parlando. Ma non è stata in grado di dirmi quale fosse la regola che obbligava il NIC (che agisce appunto secondo le regole di naming stabilite dalla NA) a una tale inconsueta procedura.

E dico inconsueta perché, a prescindere da Grauso, per ammissione dello stesso mio mantainer, si sono registrati nomi su nomi senza che venisse richiesto un solo documento, come tra l’altro riportato anche su Punto Informatico, ad esempio per antoniocabras.it o serventilonghipaolo.it.

Dov’erano il NIC o la Naming Authority quando tutto questo succedeva?

Lux fiat quando ebbi “l’onore” (parola testuale dell’operatrice) di parlare con tale Seppia della Registration Authority. Ebbene questo signore mi informò che la regola di naming applicata non era una regola di naming, bensì una “interpretazione di una regola delle procedure tecniche di registrazione” e più nello specifico, art. 6 , punto 7, che recita quanto segue:
“In qualsiasi momento la RA può chiedere che le siano forniti i seguenti documenti: (…) per le persone fisiche, la copia del documento d’identità e la copia del documento con l’identificativo unico (Codice Fiscale)”.

Se avrete l’accortezza di leggere gli altri punti dell’art. 6 vi salterà subito agli occhi che tale articolo è stato pensato ed ha ragione di essere in quanto strumento che la RA ha per verificare l’effettiva esistenza di una persona fisica e/o giuridica che richieda un particolare dominio, in pratica per verificare la veridicità dei dati del richiedente.

Pare che però alla RA non manchino certo di fantasia interpretativa, tanto che nell’articolo non si parla di alcuna procura come invece a me è stato richiesto, evidentemente per esser certi ch’io non potessi esibirla.

Allorché mi sono permesso di far notare a Seppia che però quando Grauso ha fatto quel che ha fatto loro non gli hanno richiesto un solo documento sono stato prontamente contraddetto in quanto Grauso o chi per lui “ha agito esibendo tutti i documenti necessari qualora si fosse trattato di nomi”.

Alla mia richiesta di spiegazioni sul come potesse avere fatto a registrare distefano.it senza la mia procura il signor Seppia ha allora avuto il coraggio di rispondere che distefano non è necessariamente un cognome ma può essere anche un attributo (di stefano).

Seppia.it è registrato a nome di chi? Ma che domande… A nome della Polis S.r.l., ma certo! Ed ovviamente si tratterà di un mollusco, non certo di un cognome, non c’è da meravigliarsi…

A sentire Seppia pare altresì vero che la RA faccia distinzione tra nomi famosi e non… Pare che se il nome è “conosciuto” si richiedano i documenti, altrimenti “non è che la RA possa controllare tutti i nomi…” Alla fine comunque anche lui, come la sua collega Sbrana interpellata a suo tempo per distefano.it, si è trincerato dietro il solito: “faccia ricorso”.

Però una cosa vera Seppia me l’ ha detta: la RA è quella che è uscita con le ossa più rotte dalla storia di Grauso. Quello che però Seppia non m’ ha detto, forse anche perché nemmeno lui se ne rende conto, è che la colpa non e’ certo di Grauso, ma della RA stessa.

Perché insieme alle regole ed alle procedure non vengono pubblicate anche le “interpretazioni” di quest’accozzaglia di “trucchetti” che vengono aggirati ogni qual volta (ma solo per chi è “conosciuto”, s’intende) ce ne sia bisogno?

Per cortesia non rispondete perché siamo in Italia, lo so già!

Enrico Di Stefano

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
29 giu 2000
Link copiato negli appunti