Open Source: sfida aperta per la P.A.

Open Source: sfida aperta per la P.A.

L'associazione OpenPA all'attacco: il free software è molto più che una semplice alternativa al software proprietario. Un incontro
L'associazione OpenPA all'attacco: il free software è molto più che una semplice alternativa al software proprietario. Un incontro


Bologna – Lo sviluppo sempre più rapido del movimento open source in tutto il mondo e la creazione di ambienti elettronici e contesti di sviluppo e di cultura legati al free software, rendono l’Open Source un oggetto di straordinario interesse per la Pubblica Amministrazione, anche per quella italiana.

Questo è lo spirito che muove OpenPA , l’associazione per la diffusione del software aperto nella pubblica amministrazione, che ha indirizzato al nuovo ministro per l’innovazione tecnologica, Lucio Stanca, una lettera che pone l’accento sulla necessità dello sviluppo del software aperto e del suo utilizzo nella pubblica amministrazione.

Per approfondire l’argomento, la società AltAfuente , fornitore di sistemi per la sicurezza informatica e la firma digitale, ha organizzato un incontro a Bologna nel quale spiegherà le ragioni per le quali si è ricorsi ad una licenza Open Source.

Spiega l’azienda: “A fronte di importanti iniziative che si stanno sviluppando in molti paesi nostri competitori, l’Italia rischia di rimanere il solito fanalino di coda in quanto solo l’1% degli investimenti della PA è destinato all’informatica.”

AltAfuente ricorda anche come il prof. Raffaele Meo del Politecnico di Torino, recentemente supportato anche da un ordine del giorno approvato dal Senato il 17.12.2000, “abbia sottolineato che l’adozione del free software presenta vantaggi essenziali in ordine: al contenimento dei prezzi; alla trasparenza dei prodotti software; alla non dipendenza da un singolo fornitore, in quanto consente di scegliere su un mercato più vasto e concorrenziale con evidente riflessi sui prezzi; ai risparmi che derivano dalla riusabilità dei codici e delle applicazioni, non legata ai contratti-capestro oggi imposti da molte industrie del settore; allo sviluppo delle economie locali e dell’occupazione, determinato dal fatto che la produzione degli applicativi puo’ essere affidata ad aziende indipendenti invece di spedire oltre oceano svariati miliardi di cosiddetti diritti d’autore”.

L’Ordine del giorno del Senato afferma che le licenze open, già in uso in Danimarca, Francia e Germania consentirebbero all’Italia di “giocare una partita di vitale importanza e di scegliere tra la perpetua dipendenza e le prospettive di sviluppo che possono essere innescate da questo nuovo modello”.

L’incontro “Open Source: opportunità per le P.A.” si terrà il prossimo 19 settembre 2001 alle 14.00 presso il padiglione 19, sala B,del COMPA di Bologna. Altre informazioni disponibili presso il sito AltAfuente .

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Pubblicato il
17 set 2001
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