Roma – “Una scelta per il vero cambiamento”. Non si tratta di uno slogan elettorale, ma del messaggio scelto ieri da OpenOffice.org per sottolineare il carattere sovversivo del neonato OpenOffice 2.0, prima minaccia open source all’annoso dominio di MS Office.
Frutto di uno dei più ambiziosi e imponenti progetti open source di sempre, la nuova e lungamente attesa major release di OpenOffice porta in seno quello che è ormai divenuto il più fulgido simbolo del proclamato “cambiamento”, dell’alternativa ad Office: il giovane formato dei documenti OpenDocument . È infatti sul formato dei file, prima ancora che sulle funzionalità o sulla sicurezza, che nei prossimi anni si giocherà la guerra tra software per l’ufficio open e closed : una guerra di particolare importanza anche per le mire espansionistiche di Linux sul mercato desktop.
A fare quadrato intorno allo standard OASIS OpenDocument non è solo la comunità open source, ma anche alcune delle principali rivali di Microsoft sul mercato aziendale: tra queste IBM, Adobe, Corel e naturalmente Sun, sponsor del progetto OpenOffice e principale artefice della specifica OpenDocument. Ciò significa che, entro breve, il neo formato aperto sarà supportato dalla maggioranza delle suite per l’ufficio alternative ad Office : una lista che già include StarOffice, KOffice e AbiWord e che presto comprenderà GNOME Office, WordPerfect, Lotus SmartSuite e diversi altri prodotti.
Se è vero che la quota di mercato di tutte le suite rivali è marginale rispetto a quella di Office, Microsoft rischia di ritrovarsi a recitare il ruolo dell’ uno contro tutti : una posizione mai invidiabile, neppure per un gigante delle sue proporzioni. Considerando poi che OpenDocument gode già delle simpatie di diversi governi , inclusa l’Unione Europea, ed è stato abbracciato con entusiasmo dallo stato americano del Massachusetts, è ragionevole affermare che in questo segmento del mercato mai il big di Redmond aveva dovuto subire una paragonabile pressione .
“OpenOffice sta procedendo su di una strada che lo porterà ad essere la più popolare suite per l’ufficio che il mondo abbia mai visto”, si è spinto a proclamare Jonathan Schwartz, president e CEO di Sun. “OpenOffice offre agli utenti sicurezza, possibilità di scelta e l’opportunità di partecipare ad una delle più grandi imprese comunitarie che Internet abbia mai visto”.
OpenOffice 2.0, che si compone di Writer (elaboratore di testi), Calc (foglio elettronico), Impress (presentation manager), e Draw (programma per il disegno), rappresenta un salto in avanti significativo rispetto alla versione 1.0, e questo sia per quanto riguarda le funzionalità, sia per quanto riguarda usabilità, integrazione e interoperabilità.
Dal punto di vista dell’interfaccia , le modifiche riguardano la struttura dei menù, le barre degli strumenti, la terminologia e la disposizione delle finestre. Le toolbar sono ora “galleggianti”, ossia possono essere posizionate in qualsiasi parte dello schermo, al di sopra dell’interfaccia principale. La nuova interfaccia utente razionalizza poi le finestre organizzandole in “pane”, una sorta di schede simili a quelle utilizzate da molti browser per aprire più pagine all’interno di una stessa finestra. Gli autori sostengono che queste modifiche, insieme alla più profonda integrazione dell’interfaccia con i vari sistemi operativi, dovrebbero rendere OpenOffice 2.0 più facile e immediato per chi si avvicina la prima volta alla suite.
Il nuovo OpenOffice promette poi una compatibilità assai più stretta con i formati di Office , e aggiunge o migliora diversi altri filtri di importazione ed esportazione dei file.
Il team di sviluppo di OpenOffice 2.0 afferma di aver migliorato le prestazioni del programma in tre aree importanti per gli utenti: il tempo necessario per l’avvio del programma, quello per l’apertura e il salvataggio dei documenti, e la velocità di visualizzazione delle immagini grafiche, in particolare di quelle contenute nelle presentazioni. Per ottenere questi benefici il modulo Impress – ovvero, il PowerPoint della situazione – è stato completamente riscritto.
Un’altra grande novità di OpenOffice 2.0 è data dall’inclusione di un motore di database open source, HSQL, e di un front-end, chiamato Base: un’accoppiata che interpreta all’incirca lo stesso ruolo che Access ha in Office. Base può essere utilizzato per creare applicazioni cross-platform, report e query, e sarà in grado di importare i file da dBase, MS Access, MySQL ed altri database.
L’elenco dei cambiamenti apportati da OpenOffice 2.0 alla versione precedente è sostanzioso: si possono citare en passant il migliorato filtro per l’esportazione in formato PDF, l’esteso supporto allo standard XForms, l’incremento del numero di dati gestibili da Calc, il supporto alla firma digitale ecc. Alcune delle principali novità sono illustrate, in sintesi, qui .
OpenOffice 2.0 può essere scaricato gratuitamente da questa pagina in varie lingue, tra cui presto anche quella italiana, e per diverse piattaforme, incluse Windows, Linux, Solaris e Mac OS X.
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Tanto non serve a niente
xchè in ogni caso la siae va pagata dall'autore che volesse suonare o cantare in pubblico qualcosa e lo stesso vale per il programmatore che vuole distribuirte un suo programma. Non ce la leviamo di mezzo sta sanguisuga :@AnonimoRe: Tanto non serve a niente
- Scritto da: Anonimo> xchè in ogni caso la siae va pagata dall'autore> che volesse suonare o cantare in pubblico> qualcosa e lo stesso vale per il programmatore> che vuole distribuirte un suo programma. Non ce> la leviamo di mezzo sta sanguisuga :@Qui si parla di "tutela dei diritti", non di distribuzione o pubblica esecuzione.AnonimoRe: Tanto non serve a niente
- Scritto da: Anonimo> > - Scritto da: Anonimo> > xchè in ogni caso la siae va pagata dall'autore> > che volesse suonare o cantare in pubblico> > qualcosa e lo stesso vale per il programmatore> > che vuole distribuirte un suo programma. Non ce> > la leviamo di mezzo sta sanguisuga :@> > Qui si parla di "tutela dei diritti", non di> distribuzione o pubblica esecuzione.Non vedo che differenza ci sia, se non distribuisci un'opera in nessun modo, non hai nulla da tutelare...Cmq capisco cosa intendi, tanto per fare un esempio: dai un'opera ad un editore per farla valutare, come ti pari le chiappe se quello è un furfante che vuole fregarsi il tuo lavoro?ciau ciau midorimidoriRe: Tanto non serve a niente
- Scritto da: midori> > - Scritto da: Anonimo> > > > - Scritto da: Anonimo> > > xchè in ogni caso la siae va pagata> dall'autore> > > che volesse suonare o cantare in pubblico> > > qualcosa e lo stesso vale per il programmatore> > > che vuole distribuirte un suo programma. Non> ce> > > la leviamo di mezzo sta sanguisuga :@> > > > Qui si parla di "tutela dei diritti", non di> > distribuzione o pubblica esecuzione.> > Non vedo che differenza ci sia, se non> distribuisci un'opera in nessun modo, non hai> nulla da tutelare...> Cmq capisco cosa intendi, tanto per fare un> esempio: dai un'opera ad un editore per farla> valutare, come ti pari le chiappe se quello è un> furfante che vuole fregarsi il tuo lavoro?Con questo sistema del copyleft digitale, puoi dimostrare, appunto grazie alla firma digitale, che la paternita' e tua, con tanto di data, ed eventualmente chiedere risarcimento per plagio o simili. Effettivamente quello che sollevi tu e' un altro problema, e cioe' quello della pubblica distribuzione che e' quello si' in mano alla sola SIAE. Ma questo dell'articolo e' un altro problema legato alla paternita' di un'opera: con questo sistema puoi dimostrare di essere arrivato *prima* e quindi reclamare diritti, tutto qui.AnonimoRe: Tanto non serve a niente
- Scritto da: Anonimo> e lo stesso vale per il programmatore> che vuole distribuirte un suo programma.Assolutamente no.AnonimoSi può fare anche così...
Si usa anche autoinviarsi una raccomandata contenente il cd, e non aprirla. La raccomandata ha valore legale, per cui può essere utilizzata per dimostrare l'anteriorità.AnonimoRe: Si può fare anche così...
- Scritto da: Anonimo> Si usa anche autoinviarsi una raccomandata> contenente il cd, e non aprirla. La raccomandata> ha valore legale, per cui può essere utilizzata> per dimostrare l'anteriorità.Scusa la franchezza, ma nella prtatica non serve a niente e ti spiego subito perche'.Innanzitutto devi sapere che una raccomandata per avere DAVVERO un valore legale deve essere contenuta in un singolo foglio e privo di busta (ahi presente le classiche raccomendate formato A4 piegate in 3?)Infatti, se metti qualsiasi cosa in una qualsiasi busta NESSUNO potrà dimostrae che la busta non sia stata inviata vuota e riempita solo in seguitoIn pratica se tu mi mandi una raccomandata in una busta, nel momento in cui vorrai esibirla come prova legale, dicendo "Mostrami la raccomandata che io ti ho mandato, ho qui la ricevuta che prova la sua ricezione", io potrei dichiarare di aver ricevuto una busta vuota.midoriRe: Si può fare anche così...
- Scritto da: midori> In pratica se tu mi mandi una raccomandata in una> busta, nel momento in cui vorrai esibirla come> prova legale, dicendo "Mostrami la raccomandata> che io ti ho mandato, ho qui la ricevuta che> prova la sua ricezione", io potrei dichiarare di> aver ricevuto una busta vuota.LOL! Mi sa che non hai capito quello che voleva dire l'amico sopra. :) Il procedimento è noto da sempre. Ti invii la racomandata con il CD dentro, ma NON DEVI APRIRLA! L'apertura va fatta in caso di problemi di fronte ad un notaio, un ufficiale giudiziario ecc.. ecc..AnonimoRe: Si può fare anche così...
Ma l'hai letto l'articolo?"Come chiarito anche nello studio 3154/2000, approvato dalla Commissione Studi del Consiglio Nazionale del Notariato ? prosegue Grossi - la giurisprudenza che si è copiosamente occupata del timbro postale, ha elaborato il principio che questa impronta può attribuire garanzia di anteriorità della datazione del documento, solo ove lo scritto faccia un corpo unico con il foglio sul quale il timbro è stato apposto. Una soluzione utilizzata da alcuni autori ? prosegue - è di far coincidere contenuto e contenente, piegando il foglio in quattro parti e sigillandone i margini: il timbro, dunque, verrà apposto direttamente sul foglio. Ma questo metodo può essere utile, visto i rischi di falsificazione del timbro (ma non della marca temporale), solo per alcune tipologie di opere, come gli scritti brevi".AnonimoRe: Si può fare anche così...
- Scritto da: Anonimo> LOL! Mi sa che non hai capito quello che voleva> dire l'amico sopra. :) > > Il procedimento è noto da sempre. Ti invii la> racomandata con il CD dentro, ma NON DEVI> APRIRLA! L'apertura va fatta in caso di problemi> di fronte ad un notaio, un ufficiale giudiziario> ecc.. ecc..Mi sa che non hai capito tu...ciau ciau midorimidoriRe: Si può fare anche così...
- Scritto da: midori> In pratica se tu mi mandi una raccomandata in una> busta, nel momento in cui vorrai esibirla come> prova legale, dicendo "Mostrami la raccomandata> che io ti ho mandato, ho qui la ricevuta che> prova la sua ricezione", io potrei dichiarare di> aver ricevuto una busta vuota.Non è proprio così, purtroppo....Con la raccomandata sei tu a dover dimostrare che il contenuto della busta non è quello dichiarato dal mittente.Mi è stato raccontato di un avvocato disonesto che mandava alla controparte un foglio bianco tramite raccomandata per poi poter dichiarare un contenuto di suo piacimento di cui la controparte non poteva non essere a conoscenza perché suppostamente l'aveva ricevuto tramite raccomandata...AnonimoRe: Si può fare anche così...
- Scritto da: Anonimo> - Scritto da: midori> > In pratica se tu mi mandi una raccomandata in> una> > busta, nel momento in cui vorrai esibirla come> > prova legale, dicendo "Mostrami la raccomandata> > che io ti ho mandato, ho qui la ricevuta che> > prova la sua ricezione", io potrei dichiarare di> > aver ricevuto una busta vuota.> > Non è proprio così, purtroppo....> > Con la raccomandata sei tu a dover dimostrare che> il contenuto della busta non è quello dichiarato> dal mittente.> Mi è stato raccontato di un avvocato disonesto> che mandava alla controparte un foglio bianco> tramite raccomandata per poi poter dichiarare un> contenuto di suo piacimento di cui la controparte> non poteva non essere a conoscenza perché> suppostamente l'aveva ricevuto tramite> raccomandata...scusa ma se il foglio era bianco cosa poteva sapere la controparte? :) allora io che ricevo una raccomandata da te ti posso querelare perché posso dire che sul foglio che mi hai mandato ci sono una valanga di insulti...AnonimoIo lo facevo da un bel po'...
Lo facevo da un bel po' per proteggere i miei lavori, mi ero anche studiato per bene al mormativa sulla firma digitale e l amarca temporale, per verificare che effettivamente fosse pressochè equivalente ad un timbro di un notaio.N non mi era mai venuto in mente di mettere su un servizio pubblico, bravissimi! :)Comprare un kit per la firma digitale puo' costare da 50 a 100 euro, senza contare le marche temporali che costano almeno 35 cent l'una e si vendono in genere appacchetti di 50-100.midoriRe: Io lo facevo da un bel po'...
- Scritto da: midori> > Lo facevo da un bel po' per proteggere i miei> lavori, mi ero anche studiato per bene al> mormativa sulla firma digitale e l amarca> temporale, per verificare che effettivamente> fosse pressochè equivalente ad un timbro di un> notaio.> N non mi era mai venuto in mente di mettere su un> servizio pubblico, bravissimi! :)> Comprare un kit per la firma digitale puo'> costare da 50 a 100 euro, senza contare le marche> temporali che costano almeno 35 cent l'una e si> vendono in genere appacchetti di 50-100.Io avevo pensato ad un metodo alternativo per sfruttare il timbro postale: si puo' creare il proprio archivio digitale, di qualsiasi grandezza (dentro puo starci musica, testi, video, qualsiasi cosa) e poi farci un bel digest digitale con SHA1 o algoritmi simili, e poi firmarlo con PGP. Il risultato si stampa su un foglio, e lo si piega in 4 col solito metodo per farlo timabrare proprio sopra. In questo modo si aggiunge il time stamping al tutto.In caso di controversia, basta prendere l'archivio signed e verifcarlo, e poi verificare che tale sign sia la stessa stampata stampata su carta con il timbro postale.Che ne pensate?Puo' funzionare?AnonimoRe: Io lo facevo da un bel po'...
- Scritto da: Anonimo> > - Scritto da: midori> > > > Lo facevo da un bel po' per proteggere i miei> > lavori, mi ero anche studiato per bene al> > mormativa sulla firma digitale e l amarca> > temporale, per verificare che effettivamente> > fosse pressochè equivalente ad un timbro di un> > notaio.> > N non mi era mai venuto in mente di mettere su> un> > servizio pubblico, bravissimi! :)> > Comprare un kit per la firma digitale puo'> > costare da 50 a 100 euro, senza contare le> marche> > temporali che costano almeno 35 cent l'una e si> > vendono in genere appacchetti di 50-100.> > Io avevo pensato ad un metodo alternativo per> sfruttare il timbro postale: si puo' creare il> proprio archivio digitale, di qualsiasi grandezza> (dentro puo starci musica, testi, video,> qualsiasi cosa) e poi farci un bel digest> digitale con SHA1 o algoritmi simili, e poi> firmarlo con PGP. Il risultato si stampa su un> foglio, e lo si piega in 4 col solito metodo per> farlo timabrare proprio sopra. In questo modo si> aggiunge il time stamping al tutto.> > In caso di controversia, basta prendere> l'archivio signed e verifcarlo, e poi verificare> che tale sign sia la stessa stampata stampata su> carta con il timbro postale.> > Che ne pensate?> > Puo' funzionare?Dici che tre mega di roba ci stanno su un foglio a4 piegato in 4?AnonimoRe: Io lo facevo da un bel po'...
- Scritto da: Anonimo> > Dici che tre mega di roba ci stanno su un foglio> a4 piegato in 4?Guarda che ha proposto di firmare un digest dell'archivio, non l'archivio intero, volpone...Cerca informazioni sul citato SHA1 o ad esempio su MD5 per farti un'idea.KaysiXAnonimoRe: Io lo facevo da un bel po'...
- Scritto da: Anonimo> > In caso di controversia, basta prendere> > l'archivio signed e verifcarlo, e poi verificare> > che tale sign sia la stessa stampata stampata su> > carta con il timbro postale.> > > > Che ne pensate?> > > > Puo' funzionare?> > Dici che tre mega di roba ci stanno su un foglio> a4 piegato in 4?Dicevo di stampare il digest e la firma di controllo con algoritmi tipo SHA1 o simili, che in un foglio puo' entrarci tranquillamente!Secondo me puo' funzionare. Non e' equiparabile alla firma leggera di PGP, perche' qui, stavolta, la firma elettronica serve solo stabilire l'integrita', mentre invece la certificazione di esistenza e data, la da il timbro delle Poste.Che ne pensate?In rete ci sono altre idee simili per autocertificarsi con firme digitali, senza spendere troppi soldi?AnonimoIl movimento costozero...
muhahahahahah quelli di:http://tinyurl.com/bza2oo del mio personale flame su:http://tinyurl.com/9py7nincredibile sono ancora vivi ahahahahahahhahaha (rotfl)uibbs2Re: Il movimento costozero...
Il sito mi sembra accessibile...quindi non capisco cosa tu abbia da ridere.AnonimoRe: Il movimento costozero...
- Scritto da: Anonimo> Il sito mi sembra accessibile...> quindi non capisco cosa tu abbia da ridere. ADESSO il sito e' accessibile, dopo che io (Grizzly) e Roberto Scano ci siamo "scannati" con il personaggio in cerca d'autore che lo ha sostenuto quando le pagine facevano pieta' e venivano sistemate nella lentezza piu' totale; il tutto facendoci passare per due idioti che non avevano altro da fare che criticare. :Duibbs2Re: Il movimento costozero...
ah.. vabbè, che vuoi che ti dica... di cretini è pieno il mondo : il movimento comunque mi pare serio quindi non mi sembra corretto sbeffegiarlo, tutto quiAnonimoposta certificata
Quasi quasi uso la mia casella di posta certificata con un auto risponditore, per fare un servizio simile.e' piu'veloce e facileandrea bAnonimoRe: posta certificata
Non è più semplice e ti spiego perché.1. L'autorisponditore (sempre che sia possibile abilitarlo) normalmente non reinvia gli allegati.2. Se l'allegato è grande, il destinatario potrebbe anche non riuscire a ricevere la tua e-mail (un conto è inviare grandi allegati, che comunque può creare problemi, e un conto è avere lo spazio sufficiente per riceverli).3. Se anche l'autorisponditore dovesse reinviare gli allegati, la ricevuta di consegna la ricevi solo tu. Quindi dovresti comunque inviare la ricevuta di consegna (comprensiva di allegati: quindi pesante) a chi ti ha scritto.Il risultato è che non solo non hai la garanzia di riuscire a fornire il servizio, ma devi comunque operare manualmente e in più corri il rischio di intasare facilmente la tua mailbox. :)AnonimoRe: posta certificata
- Scritto da: Anonimo> Quasi quasi uso la mia casella di posta> certificata con un auto risponditore, per fare un> servizio simile.> > e' piu'veloce e facile> andrea bSe hai la casella certificata, allora puoi autoinviarti, invece dell'allegato, il suo digest firmato. Non so se il sistema ha delle falle, bisognerebbe verificarlo, ma cosi' su due piedi direi che e' molto solido.AnonimoRe: posta certificata
- Scritto da: Anonimo> > - Scritto da: Anonimo> > Quasi quasi uso la mia casella di posta> > certificata con un auto risponditore, per fare> un> > servizio simile.> > > > e' piu'veloce e facile> > andrea b> > Se hai la casella certificata, allora puoi> autoinviarti, invece dell'allegato, il suo digest> firmato. Non so se il sistema ha delle falle,> bisognerebbe verificarlo, ma cosi' su due piedi> direi che e' molto solido.Sì, puoi autoinviarti.Paghi un canone mensile però.Se non usi la posta già a prescindere perché dovresti pagare un canone mensile? Il senso della cosa non stava nel risparmiare soldi?AnonimoQuesto sistema conta ben poco
Vorrei proprio vedere i tempi e le modalità per far valere i propri diritti in tribunale in caso di contenzioso con questo sistema.La SIAE è una sanguisuga, ma nell'unico caso in cui ho avuto necessità di proteggermi da un plagio, mi sono rivolto a roma e nel giro di alcuni mesi siamo arrivati alla soluzione del problema. La SIAE è lì per questo, e hanno tutte le normative a loro favore quando si tratta di risolvere contenziosi su opere dell'ingegno, mentre la normativa per la firma digitale è più generica e sicuramente porta a situazioni difficili da sbrogliare rapidamente.Un mio collega, quando ancora era agli inizi, usava il sistema dell'autospedizione, poi mandava pezzi a varie label, e una di queste se n'è approfittata stampando un suo brano a nome di un altro produttore interno alla label.Non prese ragione alla fine perchè dissero che il timbro postale poteva essere stato falsificato -,-Ragion per cui io continuo a pagare la mia iscrizione alla siae, non saranno quegli 80 euro all'anno di rinnovo...Inoltre basta fare almeno un minimo di siae all'anno e quella quota viene riassorbita dai tuoi guadagni, quindi non la paghi praticamente mai. Se non guadagni neanche 80 euro all'anno di diritti vuol dire che non stampi nulla e quindi probabilmente non ti serve neanche essere registrato in siae perché nessuno ti verrà mai a copiare cose che non distribuisci a nessuno.AnonimoRe: Questo sistema conta ben poco
Non hai letto l'articolo: c'è scritto che il timbro postale può essere falsificato ma la marca temporale no.Oppure sei della SIAE? :)AnonimoRe: Questo sistema conta ben poco
- Scritto da: Anonimo> Inoltre basta fare almeno un minimo di siae> all'anno e quella quota viene riassorbita dai> tuoi guadagni, quindi non la paghi praticamente> mai. Se non guadagni neanche 80 euro all'anno di> diritti vuol dire che non stampi nulla e quindi> probabilmente non ti serve neanche essere> registrato in siae perché nessuno ti verrà mai a> copiare cose che non distribuisci a nessuno.Ti sbagli, IMHO.Il problema sollevato non riguarda la distribuzione nuda e cruda, ma la proprieta' intellettuale. Se io scrivessi un romanzo oggi, e lo vedessi pubblicato tra 5 anni da altri a mia insaputa, con questi sistemi di copyleft, possono reclamare la proprieta' intellettuale del mio romanzo, e adire a vie legali per risarcimenti. Il discorso della SIAE e della distribuzione che fai tu, e' un altro problema che in questo senso non c'entra nulla.Il problema e' che per registrare qualsiasi opera d'ingegno per 5 anni, la SIAE ti scuce a fondo perduto 150 e piu' euri, mentre con questi sistemi, senza scomodare nessuno, sei tutelato in maniera ancora piu' forte grazie alle certificazioni digitali, che, teoricamente, sono cmq piu' forti e vincolanti rispetto a qualsiasi deposito fisico.AnonimoRipensandoci...
Ripensandoci non è proprio un sistema efficacissimo questo...In effetti Copyzero dovrebbe firmare qualcosa di simile a questo: "In data odierna ho ricevuto un documento intitolato XYZ il cui autore è Tizio Caio Sempronio".Dopo di che applica una marca temporale per dimostrare la veridicità della data.Il problema è che Copyzero si dovrebbe prendere la responsabilità di identificare chi gli invia le cose da firmare...Cosa diversa è invece se la firma la si applica con il proprio dispositivo di firma digitale. In questo caso infatti si tratta di un'auto certificazione e la responsabilità e' esclusivamente personale.In sostanza quindi ritengo che il sistema della firma digitale sia valido per protegegre la parterintà di un'opera; magari affiancato da un sistema piu' tradizionale, come ad esempio avere dei testimoni che possano in futuro dire "Si, l'opera in questione è stata scritta da questa persona, ho visto parte della fase di lavorazione"; oppure coservarsi tutte le bozze, i provini, insomma le varie fasi di lavorazione (cose che insomma potrebbe avere solo l'autore)Cosa diversa è invece l'idea della posta elettronica certificata, che non trovo affatto malvagia. Infatti per usufruire del servizio suppongo che l'utente dabba essere in qualche modo identificato, cosa che secondo l'attuale giurisprudenza equivarebbe alla cosiddetta "firma debole" (Copyzero potrebbe fare una cosa simile firmando l'intera email ricevuta, compresi gli header, ammesso che non lo faccia già)midoriRe: Ripensandoci...
- Scritto da: midori> > Ripensandoci non è proprio un sistema> efficacissimo questo...> In effetti Copyzero dovrebbe firmare qualcosa di> simile a questo: "In data odierna ho ricevuto un> documento intitolato XYZ il cui autore è Tizio> Caio Sempronio".> Dopo di che applica una marca temporale per> dimostrare la veridicità della data.> > Il problema è che Copyzero si dovrebbe prendere> la responsabilità di identificare chi gli invia> le cose da firmare...A quanto ho capito Copyzero non è Copyzero on-line.Copyzero avviene tutto in locale: ti fai tutto da te.Con Copyzero on-line, invece, chi invia viene identificato... gli devi mandare il documento di identità. Ma parte questo: se tu dentro lo zip metti tutto quel che ti pare ed ovviamente i tuoi dati, poi metti la password allo zip e loro ci mettono una marca temporale dove sta il problema?Funzionerebbe anche se non ti identificassero. Su un forum lessi che identificano le persone solo per evitare che certe persone utilizzino, anonimamente, il servizio più di quanto potrebbero (cioè una volta ogni tot giorni) non perché occorre identificare le persone per ottenere la prova. Non c'entra nulla l'identificazione.AnonimoMarca temporale ed invenzioni?
Mi chiedevo queste questo quanto può c'entrare anche coi brevetti.Invento una cosa. Ci faccio i progetti (tutto rigorosamente in digitale)....e lo deposito e lo marco temporalmente.Che validita' avrebbe una cosa del genere?Se un domani la ditta X rivendica la paternita' di un oggetto che io ho le prove aver inventato prima di loro?Giusto una mia curiosita'.MauroAnonimoRe: Marca temporale ed invenzioni?
- Scritto da: Anonimo> Mi chiedevo queste questo quanto può c'entrare> anche coi brevetti.> Invento una cosa. Ci faccio i progetti (tutto> rigorosamente in digitale)....e lo deposito e lo> marco temporalmente.> Che validita' avrebbe una cosa del genere?> Se un domani la ditta X rivendica la paternita'> di un oggetto che io ho le prove aver inventato> prima di loro?> Giusto una mia curiosita'.> > MauroSe non mi sbaglio, almeno qui in Italia, non è possibile brevettare una cosa se è conosciuta pubblicamente... forse dovresti rendere la cosa nota e al tempo stesso "copyzerarla"...AnonimoCosta meno il lettore Smartcard: 21 euro
Con 21 euro lo trovate qui:http://www.vittoni.it/catalog/product_info.php?products_id=292Inoltre caleranno drasticamente di prezzo da Gennaio, poichè da Gennaio 2006 dimenticate che arriva per legge la CIE (Carta di Identità Elettronica) con cui si potranno evitare le file agli sportelli e fare tutte le pratiche e i rinnovi da casa propria. Sospetto che nessun italiano (essendo il popolo più pigro del mondo, specie riguardo le file agli sportelli) rimarrà senza lettore di smartcard nel giro di pochi mesi.Il che significa che simili lettori si venderanno come il pane, e costeranno 10 euro.AnonimoRe: Costa meno il lettore Smartcard: 21
- Scritto da: Anonimo> Il che significa che simili lettori si venderanno> come il pane, e costeranno 10 euro.Non vedo il nesso tra le smartcard e le pratiche di copyleft alternativo suggerite in questo articolo e questo forum.AnonimoRe: Costa meno il lettore Smartcard: 21
- Scritto da: Anonimo> > - Scritto da: Anonimo> > Il che significa che simili lettori si> venderanno> > come il pane, e costeranno 10 euro.> > Non vedo il nesso tra le smartcard e le pratiche> di copyleft alternativo suggerite in questo> articolo e questo forum.Guarda che ha ragione lui... è il copyleft che non c'entra una mazza con questo articolo.AnonimoRe: Costa meno il lettore Smartcard: 21
- Scritto da: Anonimo> Guarda che ha ragione lui... è il copyleft che> non c'entra una mazza con questo articolo.La smart card serve solo, eventualmente, per la firma digitale, E BASTA.(c'entra poco e niente con la PEC, per esempio, perche' il lettore di smartcard li' serve a nulla)Cosa c'entri con l'argomento di questo articolo, lo sapete solo voi.AnonimoRe: Costa meno il lettore Smartcard: 21
- Scritto da: Anonimo> > Con 21 euro lo trovate qui:> > http://www.vittoni.it/catalog/product_info.php?pro> > Inoltre caleranno drasticamente di prezzo da> Gennaio, poichè da Gennaio 2006 dimenticate che> arriva per legge la CIE (Carta di Identità> Elettronica) con cui si potranno evitare le file> agli sportelli e fare tutte le pratiche e i> rinnovi da casa propria. > > Sospetto che nessun italiano (essendo il popolo> più pigro del mondo, specie riguardo le file agli> sportelli) rimarrà senza lettore di smartcard nel> giro di pochi mesi.> > Il che significa che simili lettori si venderanno> come il pane, e costeranno 10 euro.Non ho parole, sei un fenomenoAnonimoRe: Costa meno il lettore Smartcard: 21
Scusate,posso avere un cappuccino e cornetto ?Grazie ! (rotfl)(rotfl)(rotfl)(rotfl)(rotfl)(rotfl)(rotfl)(rotfl)(rotfl)(rotfl) :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :DSardinianBoyRe: Costa meno il lettore Smartcard: 21
non hai capito molto, in italia se c'è tanta richiesta il prezzo quadriplica...- Scritto da: Anonimo> > Con 21 euro lo trovate qui:> > http://www.vittoni.it/catalog/product_info.php?pro> > Inoltre caleranno drasticamente di prezzo da> Gennaio, poichè da Gennaio 2006 dimenticate che> arriva per legge la CIE (Carta di Identità> Elettronica) con cui si potranno evitare le file> agli sportelli e fare tutte le pratiche e i> rinnovi da casa propria. > > Sospetto che nessun italiano (essendo il popolo> più pigro del mondo, specie riguardo le file agli> sportelli) rimarrà senza lettore di smartcard nel> giro di pochi mesi.> > Il che significa che simili lettori si venderanno> come il pane, e costeranno 10 euro.AnonimoCopyzerotrentasei
Contiamo anche gli spiccioli, se no sale l'inflazione...AnonimoRe: Copyzerotrentasei
aDaSUdashudaHDsaAnonimoRe: Copyzerotrentasei
Conta anche quanto risparmi se no l'inflazione decolla!Anonimobellissima idea
è una bellissima idea ed è anche valida, spero che si diffonda presto e che rompa un po' le uova nel paniere alla siaeAnonimoSiete forti!
Ottime idea ragazzi, continuate così che siete forti!E non fate caso alle polemiche insulse che sistematicamente vengono fatte a commento degli articoli di PI: fanno parte del folclore locale. :)Anonimotutela opere AUDIOVISIVE, corti,film etc
Per quanto riguarda i cortometraggi compresi di musiche che superano i 20 mb come possiamo tutelarli tramite internet?AnonimoL'idea pare buona ..però
L'idea è senza dubbio ottima .. però :1) Cosa ne pensa la SIAE ?2) Chi non le cava bene con file zip , computer, internet, ecc.. che cosa fà ?3) I diritti d'autore "te li devi sempre difendere sborsando cifre iperboliche con un bel avvocato", mentre sarebbe equo che lo stato stesso lo difendesse e trattasse tutte le violazioni "quale pratiche automatiche d'ufficio"?4)L'idea è buona ... ma le limitazioni e forse anche i danni collaterali "non cambiano", ma forse questo è un discorso troppo ampio e complesso.Loris PudduGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiRedazione 20 10 2005
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