OpenOffice entra nelle scuole italiane

OpenOffice entra nelle scuole italiane

La suite di applicazioni per la produttività basate sull'open source entra nelle scuole di Verona, per una prima che fa rumore
La suite di applicazioni per la produttività basate sull'open source entra nelle scuole di Verona, per una prima che fa rumore


Roma – OpenOffice, come noto, è da poco giunta alla versione 1.0 e dopo la diffusione in alcune scuole ora si appresta a giungere negli istituti didattici veronesi grazie alla maturità raggiunta e all’assoluta economicità del pacchetto di programmi per la produttività.

A comunicare l’iniziativa delle scuole veronesi, coordinata dal CSA (ex Provveditorato agli studi), sono stati i responsabili del Progetto linguistico italiano OpenOffice.org che hanno spiegato come “in questi giorni tutte le scuole veronesi riceveranno informazioni sulle caratteristiche e le modalità per ottenere questo programma”.

La collaborazione fra le istituzioni scolastiche e la comunità OpenOffice.org, stando alla nota diffusa, è stata possibile grazie alla disponibilità del responsabile nuove tecnologie del CSA di Verona, il dott. De Silvestri, “che ha fermamente creduto alla valenza didattica, educativa – ed economica – dell’utilizzo di Software Libero nelle scuole”.

“Il Software Libero – spiegano gli sviluppatori – permette alle scuole di utilizzare le scarse risorse economiche in maniera efficiente, potendo re-investire il denaro così risparmiato sia in campo informatico sia in altro campo didattico, con una notevole razionalizzazione degli investimenti”. “Allo stesso tempo – continuano – la possibilità di distribuire gratuitamente OpenOffice.org per l’uso a casa degli studenti allevia i costi delle apparecchiature informatiche a carico delle famiglie che, sempre più spesso, devono affrontare spese non indifferenti per fornire ai propri membri in età scolastica quegli strumenti informatici ormai fondamentali per lo studio”.

“Per avere maggiori informazioni su come introdurre OpenOffice.org nelle scuole e nella Pubblica Amministrazione – conclude la nota – contattare Flavio Filini “.

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Pubblicato il
18 giu 2002
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