Opera 11 è stabile

Opera 11 è stabile

L'ultima incarnazione del browser desktop è scaricabile in versione finale. Tra le novità, l'organizzazione delle tab in pile e l'apertura alle estensioni HTML5
L'ultima incarnazione del browser desktop è scaricabile in versione finale. Tra le novità, l'organizzazione delle tab in pile e l'apertura alle estensioni HTML5

Dopo i test dei mesi scorsi, Opera Software ha finalmente completato il puzzle, rilasciando la versione definitiva di Opera 11. La nuova incarnazione del browser desktop si presenta con un codice ottimizzato, che pesa il 30 per cento in meno, e conferma tutti le novità che si erano affacciate con l’ultima Beta version.

Ricapitolando , troviamo quindi una versione del motore javascript (Carakan) e una nuova organizzazione Tab Stacking per le schede aperte, che ora possono essere ordinate in gruppi perfettamente impilati. Con un semplice click sulla pila il contenuto verrà nuovamente espanso ma per visualizzare i vari livelli di uno stack basterà un rapido mouseover.

Il browser, disponibile per Windows, Linux e Mac OS X, include anche un pannello Mail tutto nuovo, col client di messaggistica integrato che consente di gestire la posta senza digitare url nella barra degli indirizzi. Anche qui, è possibile giocare con l’interfaccia, spostando i vari elementi. Il pannello dedicato alla posta elettronica può ovviamente rimanere in background quando non si sta visualizzando nessuna scheda-mail.

Il supporto totale alle estensioni (HTML 5, CSS e JavaScript) rappresenta comunque la novità più intrigante di questa undicesima versione, pensando al potenziale. Il browser norvegese si allinea a Firefox, Chrome e Safari per allargare le sue vedute.

Tra i 200 download già disponibili , spiccano gli add-on per scaricare i file flv dei filmati YouTube (FastTube), i tool per trovare le foto (Google Images Direct) e i filtri per bloccare i banner pubblicitari che affollano le pagine (NoAds). Le estensioni non richiedono neppure il riavvio del browser dopo l’installazione.

Roberto Pulito

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Pubblicato il 17 dic 2010
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