Roma – Una nuova “scomunica” per gli operatori di telefonia mobile europei arriva dagli esperti di Strand Consulting celebre società di analisi britannica già avvezza a bacchettare i principali player del settore.
Secondo gli analisti, infatti, gli operatori europei continuano a focalizzare i propri sforzi su servizi tipici della telefonia mobile di seconda generazione, come gli SMS, i Premium SMS e via dicendo, dimenticando che lo sviluppo dei propri profitti si lega alle novità che per i consumatori possono essere introdotte dalle reti mobili delle generazioni successive, le cosiddette 2,5 G (sostanzialmente GPRS) e 3G (UMTS e dintorni). Va detto comunque che vi sono operatori, come quelli italiani, che da qualche tempo stanno spingendo sugli MMS, l’evoluzione multimediale degli SMS pensata proprio per le reti 2,5 G.
La chiave allo sviluppo su 2,5G, secondo lo studio appena rilasciato da Strand Consulting, sono modelli di condivisione dei profitti con fornitori di contenuti esterni, capaci di valorizzare le tecnologie WAP-via-GPRS e quelle successive offrendo all’utente un incentivo vero per adottare e pagare l’accesso a questi servizi.
Lo studio, che analizza le strategie fin qui adottate da 28 operatori, spiega come per generare sufficienti profitti dai servizi wireless per coprire gli enormi costi delle licenze e delle infrastrutture 3G non si può ricorrere alla proposizione di nuovi servizi per il 2G, l’attuale generazione di telefonia mobile.
Nello studio vengono anche analizzate le strategie di tre operatori sud-coreani, un paese nel quale si ha un veloce sviluppo del 2,5 G grazie a modelli di revenue sharing e dunque alla proposizione di contenuti importanti all’utenza.
“Gli operatori mobili – sostiene Strand Consulting – devono capire che sono loro e non i terminali a guidare il mercato per i servizi mobili 2,5G e 3G. Ciò che traina questi mercati sono i contenuti di qualità che l’utente è disponibile a pagare e che dunque richiedono l’adozione di nuovi cellulari”.