Washington (USA) – Ieri si è conclusa con successo la missione spaziale della NASA che aveva come obiettivo la riparazione e l’aggiornamento di alcune parti vitali del telescopio spaziale Hubble. L’operazione senz’altro più importante è stata la sostituzione del “cuore” di Hubble, un vecchio processore 386 che ha ceduto il posto ad un più recente, ma non certo giovane, 486.
La scelta è stata dettata da motivi di sicurezza: è infatti noto che all’interno di alcune apparecchiature scientifiche e militari molto delicate non si trovano processori dell’ultima generazione, ma “vecchi” 386 e 486, quand’anche non degli 8088. Intel infatti mantiene ancora una minima produzione di questi chip che, anche se ormai sono distanti anni luce dalle prestazioni di un Pentium III, possono offrire un’affidabilità elevatissima ed un grado di collaudo senza pari.
Inoltre, in campo militare vige una regola che noi “civili” abbiamo dimenticato da tempo: utilizzare solo ciò che serve per davvero. Per controllare i sensori ed i giroscopi dell’Hubble, o per far partire una testata nucleare, non servono CPU da capogiro. E ‘ la legge della complessità: più semplice è il progetto e più controllo si può avere su di esso.