Ora lo sappiamo tutti: lo spam costa

Ora lo sappiamo tutti: lo spam costa

di Adele Chiodi - Chi pensa che basti un gesto per cancellare lo spam dalla propria mailbox non sa di cosa sta parlando. Né perché l'allarme viene riverberato anche dalle massime istituzioni europee. Conoscere, digitare, combattere
di Adele Chiodi - Chi pensa che basti un gesto per cancellare lo spam dalla propria mailbox non sa di cosa sta parlando. Né perché l'allarme viene riverberato anche dalle massime istituzioni europee. Conoscere, digitare, combattere


Roma – C’è chi dice che basta premere “Canc”, chi si limita a selezionare dei filtri nel proprio client di posta elettronica, chi invece si arrabbia e cerca di contrattaccare. Di certo non tutti sono però consapevoli che lo spam, la posta elettronica non desiderata, non è soltanto un fastidio: è un costo.

Ce lo ha ricordato nei giorni scorsi il Garante per la privacy che, annunciando a breve una iniziativa specifica contro lo spam, ha tirato fuori un po’ di cifre su cui tutti, e penso non solo agli utenti ma anche ai provider e persino a chi spamma, dovremmo fermarci a riflettere.

Alle imprese che gestiscono la connettività italiana, nel 2001 lo spam è costato la bellezza di 10 milioni di euro. Una cifra enorme che solo tre o quattro anni fa veniva considerato il costo dello spam in tutta Europa. Questo non significa che gli spammer italiani siano più cattivi degli altri ma solo che lo spam anche qui da noi è aumentato e il suo impatto è sempre maggiore.

Per comprendere la velocità con cui lo spam sta fagocitando le strutture di rete, il Garante ha predetto che con questo ritmo l’anno prossimo il peso complessivo dello spam si sarà moltiplicato immensamente e potrebbe raggiungere quota 10 miliardi di euro.

Il futuro si annuncia grigio se le previsioni della Commissione europea saranno confermate. Tra tre anni, infatti, ciascuno di noi utenti italiani subirà il bombardamento di 14mila messaggi di posta elettronica non richiesti.

Al di là di ogni altra considerazione, questo significa per i fornitori di servizi di rete adottare nuove e più decise misure di controllo della posta indesiderata, facendo ricadere i costi sugli utenti. Per questi ultimi significa probabilmente prendere coscienza che lo spam è qualcosa di più di un evento noioso: è una palla al piede capace di pregiudicare lo sviluppo dei servizi di rete.

Soluzioni facili non ce ne sono, anche se le segnalazioni al Garante sembrano aver smosso questa importante istituzione. E mettere la testa sotto la sabbia sperando che domani sia passata, magari limitandosi a premere “Canc”, è un atteggiamento da dismettere subito. Meglio prima informarsi e conoscere e poi passare all’azione .

Adele Chiodi

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Pubblicato il
13 dic 2002
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