Il caso dell'ospedale di Mariupol su Twitter e FB

Il caso dell'ospedale di Mariupol su Twitter e FB

Via dai social network i post dell'ambasciata russa nel Regno Unito in merito al bombardamento dell'ospedale nella città di Mariupol.
Il caso dell'ospedale di Mariupol su Twitter e FB
Via dai social network i post dell'ambasciata russa nel Regno Unito in merito al bombardamento dell'ospedale nella città di Mariupol.

La guerra in Ucraina scoppiata ormai oltre due settimane fa verrà ricordata come il primo grande conflitto combattuto sulle bacheche dei social network oltre che sul territorio tra le forze schierate in campo. Anche le piattaforme, vettori di informazioni e comunicazioni istituzionali, sono parte in causa e stanno prendendo posizione. Un’ennesima testimonianza è giunta da Facebook e Twitter, con l’eliminazione di alcuni post riguardanti il bombardamento dell’ospedale di Mariupol condivisi dall’ambasciata russa nel Regno Unito.

I social sul bombardamento dell’ospedale di Mariupol

Le due società hanno ritenuto false e infondate le dichiarazioni della Russia a proposito di quanto accaduto. Fonti del Cremlino sostengono di aver preso di mira la struttura in quanto base militare mascherata da clinica. Il bilancio dell’attacco, facente parte di quella che Putin ha battezzato “operazione militare speciale”, è di almeno tre morti e una ventina di feriti. Da Mosca, inoltre, l’accusa di aver inscenato la fuga di una donna incinta coinvolgendo una blogger per confezionare una fake news da dare in pasto ai media.

Una delle fotografie in questione è quella condivisa, tra gli altri, dalla parlamentare ucraina Lesia Vasylenko.

Vale la pena sottolineare come la mannaia di Facebook e Twitter si sia abbattuta sui post dell’ambasciata russa nel Regno Unito, ma non sulle dichiarazioni di quella presente in Italia e San Marino. Nel momento in cui viene scritto e pubblicato questo articolo, il post risulta ancora visibile, ne alleghiamo uno screenshot.

Il post dell'ambasciata russa in Italia sul bombardamento dell'ospedale di Mariupol

Rimanendo in tema, Meta (gruppo che controlla Facebook e Instagram) ha assunto nelle ore scorse una posizione inedita e che non mancherà di far discutere, rivedendo alcuni passaggi della propria policy in tema hate speech. Gli utenti di alcuni paesi possono pubblicare contenuti di natura violenta, persino inneggiando alla morte dei soldati russi e di Putin. L’Italia non è inclusa nell’elenco. Finché durerà la guerra, i loro post non saranno eliminati.

Fonte: CNBC
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Pubblicato il
11 mar 2022
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