Ovvietà sui rifiuti elettronici

Ovvietà sui rifiuti elettronici

di Alberigo Massucci - Rivoluzione californiana: l'hardware costerà qualcosa in più ai consumatori che ne finanzieranno così il corretto smaltimento. Pochi dollari per conservare ambiente e dignità
di Alberigo Massucci - Rivoluzione californiana: l'hardware costerà qualcosa in più ai consumatori che ne finanzieranno così il corretto smaltimento. Pochi dollari per conservare ambiente e dignità


Roma – Può sembrare scontato, e a tanti lo è sembrato per anni, ma le dure leggi di un mercato hardware assassino, dove i margini di guadagno si sono ridotti più o meno a tutti i livelli nell’ultima decade, hanno allontanato un obiettivo tanto scontato quanto importante. Sto parlando della prima norma americana, una legge californiana, che pone una tassa sull’hardware per finanziare il corretto smaltimento dei rifiuti elettronici.

In California, per la prima volta negli Stati Uniti, su ogni dispositivo in vendita vi sarà, dal primo luglio 2004, un sovrapprezzo compreso tra i 6 e i 10 dollari. Un quid dal sapore ecologico che si applicherà indistintamente a tutti i prodotti, compresi quelli piazzati via internet.

I dindi che verranno così raccolti, stabilisce l'”Electronic Waste Recylcing Act”, serviranno a smaltire materiali come piombo, mercurio e altri agenti chimici che sono presenti nei dispositivi di largo consumo, in primis nei monitor, e che, rilasciati nell’ambiente, sono una grave fonte di inquinamento.

Nella grande telenovela a scartamento ambientale che da anni si gioca sui rifiuti elettronici, per intenderci quella degli scandali asiatici e delle polemiche cino-americane , la decisione californiana diventa un esempio per tutti. Anche se questo comporterà con ogni probabilità un aumento dei prezzi, visto che i produttori sembrano intenzionati ad assumersi solo una piccola porzione di questa “tassa”.

Ma se è vero che molti dei maggiori costruttori hanno già messo in campo programmi che a costo zero, o per pochi dollari, aiutano l’utente a smaltire nel modo più corretto quei rifiuti, è anche vero che il mondo ricco è ben lontano dall’affrontare come dovrebbe un problema che nei numeri è gravissimo. Basti pensare che solo l’Europa, secondo stime UE, produce sei milioni di tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno. Proprio la UE ha recentemente approvato una direttiva che migliora la situazione, non la risolve, e solo a partire dal 2006.

Non so se è giusto che i consumatori californiani dal prossimo luglio paghino i costi di smaltimento di quei prodotti. Di certo, però, doverlo fare costringerà tutti a riflettere di più su una questione tanto importante. Compresi i produttori, che proprio sullo smaltimento e sul riciclaggio dei dispositivi elettronici potrebbero incentrare la propria politica industriale, con vantaggi per loro e per tutti gli altri.

Alberigo Massucci

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Pubblicato il
30 set 2003
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