P2P, discografici all'attacco della RIAA

P2P, discografici all'attacco della RIAA

La canadese Nettwerk Music Group sostiene che la campagna legale della RIAA sia lesiva per i suoi artisti: per questo motivo finanzia la difesa di una famiglia di pirati multimediali
La canadese Nettwerk Music Group sostiene che la campagna legale della RIAA sia lesiva per i suoi artisti: per questo motivo finanzia la difesa di una famiglia di pirati multimediali


Vancouver (Canada) – La crociata legale e ideologica orchestrata dalla RIAA nei confronti degli utenti che scaricano tracce audio via P2P inizia a mostrare qualche segno di debolezza, almeno considerando la clamorosa presa di posizione di una casa discografica canadese. La Nettwerk Music Group , senza alcuna remora, ha deciso di sostenere le spese legali di una famiglia, una delle tante denunciate dalla Recording Industry Association of America per downloading illegale .

Il signor Greubel dovrà cercare di riparare alle “malefatte” di suo figlio David, colpevole di aver scaricato dal Web 600 tracce audio di artisti famosi. La RIAA ha richiesto un indennizzo di nove mila dollari, scontabili del 50% se la transazione verrà effettuata entro breve tempo.

Terry McBride, CEO di Nettwerk Music Group, dopo essere stato informato sulla questione, ha confermato che non solo sosterrà tutte le spese di un’eventuale causa, ma si occuperà anche del risarcimento nel caso si ottenga una sentenza sfavorevole.

“Denunciare i fan non è una soluzione, ma il problema. Le denunce sono un deterrente per la creatività e la passione, e stanno danneggiando il business che amo. Le azioni della RIAA non fanno gli interessi dei miei artisti”, ha spiegato McBride. Già, perché fra le canzoni scaricate vi sarebbero alcuni clienti della major canadese, come Avril Lavigne e MC Lars – un rapper paladino del P2P. Quest’ultimo, mesi fa aveva ricevuto la lettera disperata di Elisa, la piccola quindicenne di casa Greubel. “La mia famiglia è una delle tante che la RIAA ha deciso di denunciare. Non si scherza. Non si può lottare con loro, potrebbe costare milioni di dollari. Non dico che è giusto scaricare la musica così ma il business delle denunce è certamente oltraggioso”, si leggeva nel testo.

Da anni la RIAA ha avviato la sua campagna legale, tirando in ballo quasi 16mila utenti negli USA, a suo dire responsabili di elusione dei diritti di copyright. Le associazioni di consumatori hanno ormai iniziato a serrare i ranghi e ad organizzare raccolte di fondi per sostenere gli accusati. Fra i vari casi hanno creato attenzione quello di Patti Santangelo e Cecilia Gonzales , due mamme alla gogna per “pirateria multimediale”.

“Dal 2003 la RIAA ha continuato ad approfittare del sistema legale per estorcere contanti a persone comuni. Facendo così ha abusato della legge sul copyright trasformando ciò che dovrebbe essere considerato uno scudo, in una spada”, ha dichiarato l’avvocato Lee Mudd Jr, dello studio legale Mudd che si occupa del caso Greubel.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
30 gen 2006
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