Tokyo (Giappone) – Le prime auto “parlanti” risalgono ad almeno trent’anni fa, ma dopo i primi esperimenti “ad effetto” la maggior parte dei produttori ha preferito concentrare le proprie divisioni di ricerca e sviluppo su tecnologie ritenute più utili e promettenti.
Oggi sembra finalmente arrivato il momento in cui le tecnologie vocali, soprattutto quelle di riconoscimento, potrebbero giocare un ruolo chiave nel segmento automobilistico, soprattutto per la disponibilità di strumenti, come i navigatori satellitari, che sono spesso scomodi da utilizzare con il solo ausilio di joystick e pulsanti.
Sebbene esistano già computer di bordo e navigatori satellitari in grado di comprendere alcuni comandi vocali, Honda è ora in procinto di commercializzare dei nuovi modelli di auto capaci di riconoscere oltre 700 comandi e più di 1,7 milioni di nomi topografici, quali vie e città: un record, stando a quanto affermato dalla casa giapponese.
Il sistema di riconoscimento e sintesi vocale è stato sviluppato da IBM sulla base dell’ormai ultracollaudato motore di ViaVoice, e verrà implementato su vari modelli di Acura e Odyssey che verranno venduti in USA e Canada a partire dalle prossime settimane.
Big Blue sostiene di aver ottimizzato gli algoritmi di riconoscimento vocale impiegati sulle auto di Honda per filtrare quanto più possibile i rumori di fondo ed offrire un’accuratezza molto elevata senza la necessità di istruire il software. Il risultato, secondo l’azienda, è che il guidatore potrà chiedere informazioni al navigatore satellitare utilizzando un linguaggio naturale. Ad esempio, sarà possibile chiedere: “Guidami fino al ristorante cinese più vicino”. Il computer risponderà all’utente attraverso un motore di sintesi vocale o, in alternativa, attraverso messaggi scritti e segnali luminosi.
Oltre che per controllare lo stradario elettronico, i comandi vocali potranno essere utilizzati per comandare la strumentazione di bordo, fra cui l’impianto audio, i finestrini, il climatizzatore, ecc.