Parlamento e Web, pagelle da Assoprovider

Parlamento e Web, pagelle da Assoprovider

L'associazione dei provider mette in piedi una singolare rassegna di nomi e volti del Parlamento italiano. Accanto a ciascuno il voto per quanto hanno fatto, o non hanno fatto, per Internet e per gli operatori italiani
L'associazione dei provider mette in piedi una singolare rassegna di nomi e volti del Parlamento italiano. Accanto a ciascuno il voto per quanto hanno fatto, o non hanno fatto, per Internet e per gli operatori italiani

Roma – I volti di politici più o meno noti scorrono clic dopo clic sulle pagine messe a punto online dall’associazione dei provider, Assoprovider. Un’associazione che ha deciso di dare un voto ai parlamentari per quanto hanno fatto, o quanto hanno evitato di fare, nel corso della concludenda legislatura.

Va detto che l’Associazione è stata attivissima sul piano politico soprattutto negli ultimi due anni di legislatura, periodo nel quale ha spinto affinché venisse realizzata e approvata la legge che sarebbe stata capace di dare nuovi strumenti ai piccoli provider, pionieri della Rete italiana, per fare fronte al mutevole mercato della fornitura dell’accesso ad Internet. Un mercato dominato dai grandi operatori di telecomunicazioni. Come noto, la legge sembrava ormai cosa fatta quando le Camere sono state sciolte, azzerando così tutti gli sforzi compiuti fino a quel momento.

“Le pagelle – spiega Assoprovider – fra il serio ed il faceto, vogliono essere non certo un giudizio su tutto l’operato dei parlamentari citati nella XIII legislatura, bensì su quanto abbiamo constatato direttamente essi hanno fatto in materia di politica nell’ambito delle telecomunicazioni (il DDL salvaprovider) e di internet governance in ambito di gestioni di problematiche dei nomi a dominio”.

E i voti dati da Assoprovider, a pochi giorni dalle elezioni, spesso sono tutt’altro che lusinghieri. Al senatore Antonino Caruso di AN, per esempio, Assoprovider assegna un 3. Questa la motivazione: “Nonostante non si sia mai parlato con il compagno (di classe) Passigli durante tutto l’anno, alla fine i due copiano fra loro i compiti; risultato, un altro disastro…”

Diversi i giudizi su Luciano Violante (DS) o Antonio Di Pietro (IDV), promossi a pieni voti, mentre viene bocciato con un voto (5,5) appena al di sotto della sufficienza Salvatore Cardinale (UDEUR) che, come ministro delle Comunicazioni, non sembra davvero aver convinto Assoprovider, che lo giudica così: “Data la fama che lo precedeva, doveva per forza fare molto di più. Invece… In Sicilia si dice fatti la fama e va curcati….”

Voto sulla sufficienza stiracchiata quello assegnati al diessino Giulietti, relatore della contestatissima legge sull’editoria , che si deve accontentare di un 6- (“Molto capace ed impegnato nel far conoscere il programma scolastico, rendimento in calo nella seconda parte dell’anno”). Per Michele Lauria (PPI), sottosegretario alle Comunicazioni, una bocciatura senza appello (3): “Si è sentito solo a fine anno, e i risultati sono stati disastrosi, decisamente non è molto portato per la materia”.

Per concludere, Assoprovider dà un 9, il voto più alto, al senatore radicale Pietro Milio, l’unico a schierarsi contro la legge sull’editoria, promosso perché: “Ha studiato senza bisogno di essere sollecitato, è risultato di conseguenza tra i più brillanti. Speriamo continui così…” Un “non classificato” è stato invece assegnato al presidente del Senato, Nicola Mancino (PPI), perché: “Chi l’ha visto? Troppe assenze durante tutto l’anno scolastico!!!”.

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Pubblicato il
8 mag 2001
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