Roma – La rete corre in Italia, corre da quando sono arrivate le freenet, il modello di business importato in Italia da Tiscali . Con l’offerta di Galactica di queste ore è probabile che la rete corra ancora di più in futuro, in un continuo rimodellarsi delle offerte degli operatori. Ma quando si viene ai numeri allora sono dolori.
Ieri, in una audizione alla Camera in cui ha parlato di tutto sciorinando dati Assinform e altri dati senza fonte, il sottosegretario all’Innovazione Stefano Passigli ha affermato che gli utenti internet italiani “registrati” a fine 1999 hanno toccato quota 4,8 milioni. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo europeo, OCSE, ha invece pubblicato un rapporto nel quale si afferma che gli italiani in rete sono il 3,7 per cento della popolazione. Un dato che oscilla quindi tra i 2 e i 3 milioni di persone. Seppoi ci si mettono pure le cifre fornite nello scorso giugno dell’ Osservatorio Bocconi , che parlava di 5 milioni di navigatori, la confusione è totale.
Di certo la discordanza va attribuita alle diverse metodologie di rilevamento, nonché alla considerazione diversa che viene fatta sull’uso della rete. C’è chi parla di uso frequente, chi parla di navigatori, chi parla di generico accesso alla rete senza poterne quantificare l’uso.
Per il futuro, comunque, sono più o meno tutti d’accordo. L’accesso ad internet in Italia è ormai ai livelli delle peggiori epidemie, tanto che secondo Assinform entro l’anno si arriverà a quota 10,6 milioni di utenti “complessivi”. Passigli, comunque, ha informato ieri, da proprie fonti, che entro l’anno nel mondo ci saranno 350 milioni di utenti, e 766 milioni entro il 2005.