Pechino – Di lei si sa poco, pochissimo, si sa solo che ha 36 anni ed è una donna il cui “nick” è Li . Il suo caso è balzato agli onori delle cronache perché ha realizzato un circolo web di aficionado del nudismo e lei stessa abitualmente si trova nuda in webcam.
Denunciata per aver “organizzato attività pornografiche online”, Li è ora libera, informa l’agenzia di stato Xinhua , in quanto il procuratore che aveva deciso di istruire il caso è poi tornato sui suoi passi in quanto, ha spiegato, video-chattare nudi non è un reato .
Per la sua attività, Li era stata arrestata dalla polizia di Shijinshan, non lontano da Pechino, nella convinzione che il suo passatempo violasse in modo specifico le leggi anti-pornografia cinesi.
Ma così non è: già nel 2004, la Corte Suprema del Popolo e il Supremo Protettorato del Popolo avevano chiarito che la normativa pensata per contrastare la diffusione dei contenuti porno non poteva includere la semplice nudità, né i collegamenti webcam che la implicassero.
Per questo l’ufficio del procuratore locale ha fatto sapere che non è possibile dimostrare che Li abbia commesso un reato: “Secondo le attuali leggi è inappropriato trattare questa cosa come un reato criminale”.
Xinhua purtroppo omette di raccontare le circostanze in cui Li è stata individuata dalla polizia. Dalla cronaca sembrerebbe infatti che la nudità la donna l’abbia riservata ad una cerchia di amici, il che implicherebbe che uno di questi si sia rivolto alle autorità o che queste ultime abbiano intercettato quelle innocenti chattate.