Pedoporno distribuito a 2.360 utenti in 77 paesi

Pedoporno distribuito a 2.360 utenti in 77 paesi

La polizia austriaca rende nota una massiccia operazione di indagine che parte da un sito russo che distribuiva pornografia infantile. Chi ha acceduto a quelle pagine potrebbe finire sotto inchiesta
La polizia austriaca rende nota una massiccia operazione di indagine che parte da un sito russo che distribuiva pornografia infantile. Chi ha acceduto a quelle pagine potrebbe finire sotto inchiesta

Vienna – È una delle più estese indagini sulla distribuzione e fruizione di immagini di pornografia infantile quella rivelata nelle scorse ore dalla polizia austriaca. Un’indagine che riguarda un numero eccezionalmente alto di utenti: sono 2.360 le persone sospettate di aver fruito dei materiali illegali distribuiti da un sito russo.

Secondo quanto riferito da BBC , tutto è partito dall’inchiesta relativa ad un “portale russo del pedoporno”, un sito sul quale trovavano posto numerosissime immagini e video. E questo avrebbe attratto utenti da 77 paesi .

Il ministro degli Interni austriaco Guenther Platter ha spiegato che le indagini sono partite dopoché un provider locale aveva avvertito la polizia che qualcuno, da Londra, stava diffondendo quei video. Materiali che erano accessibili con un clic da un sito russo ospitato su server austriaci, dove era possibile scaricarli. Il sito è stato chiuso, ma prima che ciò avvenisse gli inquirenti hanno registrato migliaia di visite al sito.

La polizia austriaca sta al momento interrogando alcune decine di persone che sono ritenute responsabili di avere a loro volta distribuito quei materiali . Non sono ancora stati eseguiti degli arresti, ma documentazione sull’indagine è stata trasmessa alla polizia tedesca e all’FBI per quella che si presenta come una delle più massicce operazioni internazionali di questo tipo. A quanto pare, negli USA sono 600 i sospetti mentre dalla Germania sarebbero giunti sul sito almeno in 400.

L’investigatore austriaco Herald Gremel, riporta The Register , ha spiegato che i video venivano prodotti in Europa orientale e riguardavano minori di età inferiore ai 14 anni.

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Pubblicato il
8 feb 2007
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