Welcome to Video: chiuso il sito degli orrori nel Dark Web

Pedoporno: chiuso Welcome to Video sul Dark Web

Un'operazione condotta a livello internazionale ha permesso di arrestare il responsabile del più grande sito pedopornografico presente nel Dark Web.
Pedoporno: chiuso Welcome to Video sul Dark Web
Un'operazione condotta a livello internazionale ha permesso di arrestare il responsabile del più grande sito pedopornografico presente nel Dark Web.

C’è anche l’Italia tra i partner internazionali dell’operazione che ha portato alla chiusura di quello ritenuto il più grande sito di pedopornografia presente nel Dark Web: chiamato Welcome to Video, ospitava oltre 250.000 clip con protagonisti bambini e minori, per un totale pari a 8 TB di contenuti.

Pedopornografia nel Dark Web, chiuso Welcome to Video

Il responsabile, l’artefice di tutto, è stato identificato in Jong Woo Son, 23enne cittadino sudcoreano. Fermate altre decine di individui (da 30 a 40) a livello globale, tutti suoi collaboratori. Stando a quanto reso noto dalle autorità statunitensi, sono finite in manette anche 337 persone che da tutto il mondo si sono collegate al sito in qualità di utenti o per eseguire a loro volta degli upload. Tra gli arrestati un ex agente federale statunitense ritenuto responsabile di aver inviato oltre 50 ore di video. Le parole di Jessie Liu, Procuratore del District of Columbia, suonano come un monito per tutti coloro impegnati in attività simili.

Potete provare a nascondervi dietro la tecnologia, ma vi troveremo, vi arresteremo e vi perseguiremo.

L'operazione è frutto di una cooperazione internazionale a cui ha preso parte anche l'Italia

Welcome to Video era un vero e proprio marketplace, una miniera d’oro per i suoi gestori, tanto da aver fruttato oltre 730.000 dollari in circa 7.300 transazioni eseguite mediante Bitcoin. Un anno di abbonamento era offerto per il prezzo di 0,03 BTC (220 euro al cambio attuale). È rimasto online dal 2015 al 2018. L’azione delle autorità è stata portata a compimento tra il marzo e l’agosto dello scorso anno, ma le accuse mosse nei confronti degli interessati sono state rese pubbliche solo oggi. È stato possibile risalire alla localizzazione del server ospitante i filmati analizzando il codice delle pagine.

Circa la metà dei filmati in questione non era nota al National Center for Missing and Exploited Children, organizzazione non profit d’oltreoceano che si occupa proprio di combattere la piaga degli abusi sui minori. Molte delle vittime non sono state identificate. Secondo KNPA, l’autorità di polizia sudcoreana, la maggior parte degli iscritti a Welcome to Video rientra nella fascia d’età 20-29 anni, non è sposato e svolge quotidianamente un lavoro d’ufficio.

A caratterizzare l’attività del portale una dinamica perversa e malata, un sistema di benefit che attribuiva “punti” agli iscritti dopo aver caricato contenuti o invitato nuovi membri. All’ingresso una landing page con un messaggio che non ha bisogno di spiegazioni né traduzioni: “Do not upload adult porn”.

Fonte: NBC News
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Pubblicato il
17 ott 2019
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