Petizione Linux, la situazione tedesca

Petizione Linux, la situazione tedesca

Luca Bertoncello, che vive in Germania, propone alcune personali considerazioni sulla rumorosa proposta di Bundestux.de e sul software open source
Luca Bertoncello, che vive in Germania, propone alcune personali considerazioni sulla rumorosa proposta di Bundestux.de e sul software open source


Roma – In merito alla petizione Bundestux per l’adozione da parte delle istituzioni tedesche di software open source, riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente lettera
da Dresda – Buongiorno, ho letto il vostro articolo a proposito di quanto sta succedendo in Germania, e mi sento in dovere di darvi alcune informazioni di prima mano (vivo in Germania…). Innanzitutto, la notizia da voi data ha suscitato il suo buon vespaio da quasi due settimane.

Il Bundestag, in effetti, non ha ancora deciso niente, e Bundestux.de (il cui nome si basa sul gioco di parole tra “Tag” di Bundestag e “Tux” del Pinguino) non è direttamente legato al governo. Quello che stanno facendo, comunque, è il risultato di processi iniziati da tempo, che mirano a togliere un regime di fatto monopolistico dall’amministrazione pubblica tedesca.

Ammetto che, in alcuni casi, chi ha scritto il sito Bundestux ci è andato un po’ pesante e non ha fatto dichiarazioni proprio “da politico consumato”. Inoltre non si può neanche dare ragione indiscriminata ad alcune frasi (che, giustamente, vengono criticate da Microsoft GmbH).

Il fatto è, in fondo, che Bundestux dice che “è dovere di un governo democratico usare software opensource” (… ist es geradezu die Pflicht eines demokratischen Staates, auf Freie Software zu setzen). Microsoft risponde chiedendo, allora, se un governo che usa prodotti non OpenSource (e questo comprende la quasi totalità dei governi mondiali, a mio parere) non è democratico. Questo punto a Microsoft bisogna proprio concederlo. Bundestux ha fatto dichiarazioni un po’ campate in aria.

Per il resto, l’iniziativa è meritevole e degna di ogni supporto. Non so se prenderanno in considerazione i supporti dall’estero, ma non sono comunque sgraditi.

Veniamo ora a quanto Microsoft dichiara nella famosa lettera aperta di Herr Sibold. Oltre a puntare il dito contro la dichiarazione avventata sui governi democratici (vedi sopra), implora (non conosco altri termini) il governo di basare le proprie decisioni su fatti obiettivi e non su scelte “razziste”.

La cosa fa sorridere, in quanto finora Microsoft è sempre stata in prima linea nelle sue politiche “razziste” nei confronti di altri Software. Giustamente, comunque, fa notare che OpenSource non è, necessariamente, sinonimo di affidabilità. Tace però il fatto che è più probabile che un progetto aperto al mondo, al quale migliaia di programmatori dedicano il loro tempo, sia migliore di un progetto chiuso, al quale lavori un numero di programmatori più ridotto.

E conclude chiedendo al governo di concedere a Microsoft la possibilità di dimostrare che i suoi prodotti sono realmente validi e competitivi, negando però con le sue frasi precedenti, la possibilità al Software libero di fare altrettanto. Ritengo che il governo tedesco (come anche parecchi altri) abbiano visto da anni come funzionano i programmi Microsoft ed è proprio per questo che vogliono cambiare…

Questa è, in breve, la situazione tedesca.

Faccio un piccolo appunto su ciò che sta facendo attivamente la città di Dresda. E’ notizia dell’anno scorso (se non ricordo male era pubblicata sulla Sächsische Zeitung) che il Comune di Dresda ha deciso di averne abbastanza di fare continui aggiornamenti di prodotti Microsoft e, da febbraio 2002, non farà più alcun aggiornamento.

Devo dire che il LUG (Linux User Group, ndr) di Dresda (dove risiedo) la sta prendendo molto bene e suppongo (ma non sono sicuro in quanto non sono iscritto) che anche gli altri LUG siano nella stessa situazione. Il Comune si è infatti già impegnato a cercare soluzioni alternative ai programmi che ha sempre usato e, sebbene ufficialmente i nomi Linux o Staroffice non siano ancora stati fatti (a quanto mi risulta), sono candidati decisamente “favoriti” nelle future scelte comunali. Non è un segreto che, da anni, Dresda abbia posto grande attenzione alla tecnologia (basti pensare all’AMD tedesca, che ha un suo nuovissimo stabilimento proprio in questa città).

Bene, questo è quanto mi premeva dirvi, a proposito del vostro articolo.

Confido (come confidano parecchi sostenitori tedeschi dell’OpenSource) che il governo sceglierà presto una soluzione che consentirà a tutti di risparmiare milioni di Euro l’anno e di dare grande stabilità e portabilità ai sistemi informatici pubblici.

Un caro saluto dalla Germania!

Luca Bertoncello
http://www.lucabert.com/

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Pubblicato il
14 feb 2002
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