Più digitale nei Beni culturali italiani

Più digitale nei Beni culturali italiani

Muove i primi passi la fondazione non profit ?Rinascimento Digitale? che spingerà il digitale nei fondi e nei patrimoni culturali del Bel paese. Avvalendosi anche dell'open source
Muove i primi passi la fondazione non profit ?Rinascimento Digitale? che spingerà il digitale nei fondi e nei patrimoni culturali del Bel paese. Avvalendosi anche dell'open source


Firenze – Definire gli standard per l’applicazione delle nuove tecnologie nel mondo dei Beni culturali e per la loro ottimizzazione: questi gli scopi principali per i quali è nata ufficialmente la Fondazione Rinascimento Digitale , un ente che gode di un ampio appoggio: promossa e finanziata dall’Ente Cassa di Risparmio, la Fondazione presieduta da Paolo Galluzzi (direttore dell’Istituto e del Museo di Storia della Scienza di Firenze) trova collaborazioni nel ministero dei Beni Culturali, nella Regione Toscana e nella Provincia e Comune di Firenze.

“La Fondazione – è stato detto ieri alla conferenza di presentazione – opera a livello nazionale e internazionale e si propone in particolare alla progettualità pubblica come centro di servizio specializzato in attività di ricerca e sperimentazione, nella definizione di standard e procedure controllate, nella formazione e nell’aggiornamento del personale. Ha già stipulato una convenzione con il Ministero dei Beni Culturali e, in questa prima fase, come principale obiettivo, punta alla valorizzazione di alcuni dei poli culturali più significativi di Firenze e della Toscana”.

Sei i progetti principali fin qui avviati:
1. Con il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi per digitalizzare i 130 mila oggetti delle collezioni.
2. Con vari musei, archivi, biblioteche, università e centri di ricerca e biblioteche digitali, per uno studio su metodi e linguaggi per gestire archivi diversi in un unico database .
3. Con l’Istituto e Museo di Storia della Scienza e la direzione Beni Librari del Ministero dei Beni Culturali, Archivio Integrato , per lo sviluppo di un software open source “che dia accesso pervasivo e agevolato ad archivi di diversa natura e argomento”.
4. Con la Biblioteca Nazionale, per il progetto Magazzini Digitali per la conservazione dei dati a lungo termine.
5. Con Discoteca di Stato, Conservatorio Cherubini, Rai e Cnr, Archivi sonori per digitalizzare e restaurare in particolare le vecchie registrazioni su disco e nastro che si stanno velocemente deteriorando.
6. La Fondazione sta infine mettendo a punto Corsi di Formazione per l’impiego ottimale delle tecnologie digitali per conservare, gestire e valorizzare i beni culturali.

Tutte le informazioni sui progetti in corso e sulle loro caratteristiche sono disponibili sul sito della Fondazione .

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Pubblicato il
7 dic 2005
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