Più ricchezza, meno pirateria

Più ricchezza, meno pirateria

Lo sostiene uno studio ASK Bocconi presentato ieri. I dati cantano: i paesi che se la passano meglio sono quelli in cui contraffazione e duplicazione illegale vanno riducendosi
Lo sostiene uno studio ASK Bocconi presentato ieri. I dati cantano: i paesi che se la passano meglio sono quelli in cui contraffazione e duplicazione illegale vanno riducendosi


Milano – Le informazioni comparate disponibili su 70 paesi definiscono un nuovo teorema: all’aumentare della ricchezza dei popoli diminuisce il tasso di pirateria . Ad identificare la nuova legge è uno studio ASK Bocconi presentato ieri, un rapporto che indaga su come le diverse culture nazionali condizionano la pirateria nella musica, nel cinema e nell’informatica.

Lo studio sostiene che il livello di pirateria diminuisce con l’aumentare dell’opulenza del paese, con la diffusione delle tecnologie legate al settore intrattenimento e con la capacità di fare rispettare le leggi . Secondo gli autori, per diminuire il fenomeno va tutelata maggiormente la proprietà intellettuale, con un approccio internazionale congiunto, e l’offerta di produttori e distributori va innovata.

“Sul piano culturale – spiegano i ricercatori – i tassi superiori di pirateria si riscontrano nelle società predisposte al collettivo sociale e con una forte presenza di giovani “. In paesi in cui più alta è la presenza di giovani e più forte la tendenza “a far gruppo” è stato rilevato anche un più elevato tasso di pirateria.

Stando ad ASK, dunque, il potere di acquisto medio consente di accedere ai prodotti originali con minore fatica nei paesi più ricchi, dove il livello di pirateria diminuisce anche all’aumentare della diffusione di tecnologie quali personal computer, lettori DVD e CD. “Questo dato – spiegano gli autori – è certamente legato alla ricchezza di un paese ma illustra anche che i riflessi positivi sull’economia dati da una buona diffusione di prodotti di entertainment, non portano necessariamente ad un aumento della pirateria ma che è anzi vero il contrario . Per quanto riguarda l’aspetto legislativo, i paesi con istituzioni forti ed ampio rispetto per la legalità e per i diritti di proprietà intellettuale hanno un livello di pirateria decisamente più basso”.

Dallo studio emergono secondo i ricercatori alcune indicazioni di fondo per battagliare contro i pirati. Il Centro di ricerca ASK (Art, Science and Knowledge Lab) esclude ad esempio che nell’approccio al problema si possa tenere in considerazione soltanto gli elementi “di natura caratteriale e psicologica dell’individuo”: occorre tenere presente il contesto economico e sociale del paese in cui si opera.

Detto questo, la prima necessità sono leggi precise in materia di tutela dei diritti di proprietà intellettuale. “Considerando poi che il fenomeno della pirateria è globale – scrivono gli studiosi – sarebbe utile che le leggi sulla pirateria dei singoli paesi fossero omogenee, almeno per macro-aree”. Inoltre, gli autori indicano la necessità di fare applicare le leggi e di assicurare la certezza della pena .

La ricerca avverte comunque di non penalizzare esclusivamente i provider che offrono banda larga e sottolinea la necessità di nuovi modelli di distribuzione dei prodotti oltre ad un contenimento dei prezzi . “Il download di musica – affermano – può infatti avere anche lo scopo di provare la qualità di un brano, allargando così il mercato, e i giovani chiedono un modello di consumo diverso da quello attuale, come la possibilità di costruirsi un CD scegliendo i singoli pezzi”.

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Pubblicato il
10 giu 2004
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