Plutone, NASA chiama New Horizons

Plutone, NASA chiama New Horizons

Piccolo incidente di percorso per la sonda lanciata quasi un decennio fa con lo scopo di esplorare Plutone e la zona periferica del Sistema Solare: un problema ha spostato il controllo al sistema di backup. Ora è tutto risolto, dice NASA
Piccolo incidente di percorso per la sonda lanciata quasi un decennio fa con lo scopo di esplorare Plutone e la zona periferica del Sistema Solare: un problema ha spostato il controllo al sistema di backup. Ora è tutto risolto, dice NASA

Comunicazioni interrotte e subito ripristinate per New Horizons, la missione lanciata da NASA nel 2006 per lo studio del sistema plutoniano e della misteriosa Fascia di Kuiper alla periferia del Sistema Solare: l’agenzia spaziale statunitense ha perso il contatto con la sonda durante il week-end per una non meglio precisata anomalia, ma il problema si è risolto molto velocemente e presto la sonda tornerà a spedire dati e immagini verso la Terra.

Plutone

Stando a quanto ha comunicato NASA , l’interruzione delle comunicazioni è avvenuta il 4 luglio ed è stata provocata da un’anomalia che ha spinto il pilota automatico della sonda a reagire come da programma, ovverosia trasferendo il controllo dal computer principale al sistema di backup prima di entrare in “modalità sicura” e riavviare le comunicazioni con la base terrestre.

Dopo un viaggio durato quasi 10 anni e 5 miliardi di chilometri, New Horizons è entrata in una fase cruciale della sua missione che prevede il sorvolo di Plutone entro una decina di giorni; a complicare ulteriormente le cose ci si mette la distanza tra la sonda e la Terra, con le comunicazioni radio che impiegano un totale di 9 ore tra l’invio e la ricezione.

Nulla è perduto, assicura in ogni caso NASA : i meccanismi di salvaguardia di New Horizons hanno funzionato come previsto e la comunicazione con la sonda è stata subito ripristinata, dice l’agenzia americana. La sonda stessa risulta ora essere in perfetta salute.

Il contrattempo di New Horizons non avrà alcun effetto negativo sul piano di missione, dice ancora NASA, tutto si svolgerà secondo le tempistiche previste e la sonda invierà nuove, preziose informazioni – oltre a un materiale fotografico inevitabilmente destinato a fare storia – sul pianeta nano e gli oggetti celesti che abitano le zone più esterne del Sistema Solare.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
6 lug 2015
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