Roma – In Italia il problema è praticamente inesistente ma nei paesi dove la cifratura sulle chiamate dei cellulari è diffusa, per la polizia risulta più difficile intercettare e decifrare le telefonate. E se in molti paesi il carrier deve fornire il necessario alla decifrazione, in Nuova Zelanda questo obbligo si traduce in un mega assegno che la polizia sta staccando a favore dell’operatore mobile Vodafone.
L’assegno, pari a 1,1 milioni di dollari neozelandesi, consentirà alla polizia di accedere ai codici di cifratura usati da Vodafone e dunque, quando necessario, di conoscere i contenuti delle conversazioni degli utenti del carrier sottoposti a indagine. E il ministro delle Comunicazioni di Wellington, Paul Swain, ha dichiarato che i fondi sono già stati allocati e che entro poche settimane tutto sarà risolto.
Ma non è d’accordo la polizia. L’Associazione dei poliziotti ha spiegato che negli altri paesi, come in Australia o negli Stati Uniti, è il fornitore di servizi che ha il dovere di dare l’accesso alle chiamate alla polizia. “Ma in Nuova Zelanda – si lamenta l’Associazione – questo non succede. In Nuova Zelanda le compagnie telefoniche sono un gradino sopra la polizia”.