Napoli – Dopo l’euforia dei giorni scorsi sull’imminente lancio del servizio di portabilità wireless, quello che dovrebbe consentire agli utenti di telefonia mobile di mantenere lo stesso numero di cellulare pur cambiando operatore, ieri è arrivata una doppia doccia fredda.
Da una parte, l’Autorità TLC ha fatto sapere che l’operazione andrà in porto solo quando tutti e sei gli operatori italiani troveranno un accordo soddisfacente. Dall’altra, Wind ha tenuto a specificare ieri pomeriggio di non aver “chiuso alcun tipo di accordo con gli altri operatori”.
Uno a uno, palla al centro, il pubblico fischia.. Ma vediamo che cosa è successo.
La “mobile number portability” (MNP) era stata richiesta l’anno scorso dall’Autorità TLC ed è già diffusa in altri paesi europei. Una settimana fa TIM aveva incontrato l’Autorità TLC proprio per trattare il nuovo servizio. Nei giorni scorsi i tre maggiori operatori italiani (Omnitel, TIM e Wind) avevano cominciato ad affrontare i problemi relativi alla portabilità del numero.
Per gli operatori di telefonia i problemi della MNP sono in termini di costi effettivi del passaggio di un utente da una compagnia ad un altra, stimati in circa 35 euro, e in termini di flusso, ovvero di quanti abbonati possono ogni giorno effettivamente cambiare compagnia.
Ma l’intesa deve prevedere anche altri temi come ad esempio le offerte che una compagnia potrà fare a chi vuole cambiare operatore nel tentativo di trattenere il cliente. Inoltre si deve raggiungere un accordo per le procedure che gli utenti dovranno seguire per cambiare operatore.
Di fatto, i colloqui non sono conclusi e sembrano piuttosto in alto mare, tanto più dopo la nota di Wind che ha ribadito che nessun accordo è stato raggiunto. Da notare che Wind si era dimostrata contraria all’operazione portabilità già nello scorso maggio .
Ma, come spesso accade, tra i tre litiganti si è messa in mezzo l’Autorità TLC, ricordando le regole del gioco. Il Commissario Alessandro Luciano ha infatti precisato: “Un eventuale accordo tra tre operatori non potrebbe essere considerato un “precedente” perché se l’intesa non verrà conclusa tra tutti, l’Autorità dovrà intervenire sugli aspetti di disaccordo. Le intese bilaterali o trilaterali sono sulla via dell’accordo quadro ma se a breve non ci sarà l’accordo tra tutti, interverrà l’Autorità”.
Il problema centrale per gli utenti rimane ovviamente quello dei costi delle operazioni di “trasferimento”.
Quanto costerà, dunque, la portabilità del numero all’utente che volesse cambiare operatore?
Il fatto che gli operatori di telefonia mobile abbiano individuato in circa 35 euro il costo del trasferimento di un contratto ad un’altra compagnia non vuol dire infatti di per sé che questo sarà il prezzo per gli utenti. Nei giorni scorsi da H3G era arrivata l’indicazione di una possibile tariffazione a 10 euro, pari a quella per la telefonia fissa.
Il costo finale all’utente dipenderà evidentemente dalle politiche di marketing delle varie compagnie, che potranno scegliere liberamente un proprio prezzo. Non è escluso che proprio questo elemento sarà al centro delle promozioni con cui gli operatori si contenderanno gli utenti.
Tuttavia l’Autorità TLC potrebbe pensarla diversamente e decidere di imporre un tetto per tutti gli operatori, ma eventuali decisioni ufficiali in questo senso potranno arrivare solo la prossima settimana. Quel che è certo è che la questione del prezzo agli utenti sembra già ora rappresentare uno dei terreni di scontro tra le diverse compagnie telefoniche.
Anche per questo sulla questione è voluto intervenire ancora Luciano: “Se non ci sarà su questo punto un’intesa tra le società, ci saranno anche da capire le motivazioni per cui la portabilità dovrebbe costare più dei 10 euro già stabiliti per la telefonia fissa”.
Per ora i consumatori non possono che attendere, sperando che le dichiarazioni di Luciano portino ad un accordo tra gli operatori più favorevole per gli utenti.