Si chiarisce in queste ore il piccolo giallo che si era aperto nei giorni scorsi attorno al servizio di votazione del concorso PremioWWW indetto da IlSole24Ore. Nonostante il regolamento ufficiale del Premio dica il contrario, alla prova dei fatti chi vota via SMS non sembra affatto risultare iscritto a servizi di informazione via SMS.
Dalle verifiche effettuate da Punto Informatico risulta infatti che indicare la propria preferenza per un sito via SMS significa ricevere esclusivamente in ritorno un SMS di conferma dal costo di 0,50 euro. Questo accade per ogni voto espresso con questa modalità: ciò vuol dire che inviando 10 voti, per fare un esempio, si ricevono 10 SMS di questo tipo. Quello che proprio non sembra accadere, invece, è che chi vota sottoscriva un abbonamento.
Le preoccupazioni espresse dagli utenti erano giustificate dal regolamento del Premio, che mentre scriviamo ancora espressamente lega il voto via SMS all’accesso automatico ad un servizio di informazioni a pagamento inviate via SMS. Tantopiù che in questo caso chi vota viene definito cliente, una definizione peraltro standard in questo genere di documenti.
Nel Regolamento, laddove si indica la possibilità di votare via SMS viene dichiarato: “Con l’utilizzo della modalità SMS, i clienti potranno votare unicamente il sito internet preferito, accedendo automaticamente ad un servizio informativo sui principali temi di attualità, finanza, economia o altro”.
A rendere evidente l’esistenza di un abbonamento, che però non c’è, è il successivo paragrafo “Avvertenze”, in cui si dice: “Il servizio di informazioni via SMS ha un costo fisso di 0,50 euro Iva inclusa per ciascun SMS inviato all’utente”. La dizione “costo fisso” nonché la descrizione dell’SMS di conferma del voto come di un “servizio di informazione via SMS” e l’attribuzione di un costo “per ciascun SMS inviato all’utente” aveva preoccupato molti, che lo trovavano palesemente difforme dalla descrizione di “un SMS di conferma da 0,50 euro” prevista dalla pagina ufficiale della votazione via SMS. Una preoccupazione che, stando alle verifiche di PI di questi giorni, non ha però ragion d’essere.