Privacy, l'indagine su Skype continuerà

Privacy, l'indagine su Skype continuerà

La piattaforma VoIP ha ammesso che le indicazioni sull'eliminazione degli account non sono fornite ai suoi utenti con chiarezza. Il Garante per la protezione dei dati personali non è completamente soddisfatto
La piattaforma VoIP ha ammesso che le indicazioni sull'eliminazione degli account non sono fornite ai suoi utenti con chiarezza. Il Garante per la protezione dei dati personali non è completamente soddisfatto

In una nota diramata dal Garante per la protezione dei dati personali si spiega come i vertici lussemburghesi di Skype abbiano accettato di migliorare le procedure per consentire agli utenti di chiudere il proprio account , integrando tutte quelle informazioni necessarie a soddisfare le loro esigenze. La piattaforma VoIP ha infatti ammesso che le indicazioni contenute nelle sue FAQ – in particolare quelle secondo cui “una volta creato, non è possibile eliminare un account” – non informano gli utenti in maniera adeguata.

Su segnalazione di un utente italiano, l’Autorità si era mossa con una richiesta di informazioni sul trattamento dei dati appartenenti agli utenti del servizio acquisito da Microsoft. Skype dovrebbe così indicare quali dati vengano conservati, per quanto tempo e con quali finalità , dopo che il misterioso utente tricolore si era lamentato dell’impossibilità di eliminare definitivamente il suo account dalla piattaforma di BigM.

Come annunciato nella nota del Garante, le indicazioni contenute nelle FAQ “verranno modificate per spiegare chiaramente che si potrà comunque bloccare in via permanente il proprio account rivolgendosi al servizio di supporto tecnico clienti, il quale provvederà a deindicizzare lo username dell’utente dalle pagine pubbliche del servizio, in modo tale che non sia più operativo né visibile dagli altri”.

I responsabili di Skype hanno tuttavia precisato che i singoli account non vengono definitivamente cancellati o distrutti, e che il relativo username resta archiviato all’interno dei suoi sistemi, “per evitare che in futuro altri utenti possano utilizzare, intenzionalmente o meno, il medesimo nome”. Il Garante ha così chiesto ulteriori chiarimenti “in ordine alla tipologia dei dati conservati, e ai tempi e alle modalità di tale conservazione”, sollevando la questione presso il gruppo di lavoro che riunisce le varie Autorità della protezione dati in Europa .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
7 feb 2013
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