Programma condannato per consulenza illegale

Programma condannato per consulenza illegale

Era in grado di prendere troppe decisioni, ma non aveva una licenza per poter.. operare. Quando anche i software finiscono in tribunale
Era in grado di prendere troppe decisioni, ma non aveva una licenza per poter.. operare. Quando anche i software finiscono in tribunale

Ziinet.com era solo un sistema esperto , progettato per offrire consulenza legale per procedure di bancarotta, previo il dovuto pagamento. Purtuttavia è stato chiamato in causa in tribunale, e giudicato “non autorizzato” a praticare la professione senza regolare licenza .

È accaduto a Henry Ihejirika, imprenditore che gestiva i siti web Ziinet.com e 700law.com , che implementavano appunto le routine di intelligenza artificiale del consulente automatizzato . Il software, descritto come “un sistema esperto che conosce la legge”, prevedeva l’inserimento di informazioni personali, debiti, entrate, beni patrimoniali e altri dati in una serie di box di dialogo.

Al termine, gli algoritmi computazionali del sistema generavano una serie modelli per la dichiarazione di bancarotta, con tanto di affidavit che dichiarava l’avvenuta documentazione delle dovute procedure legali svolta in autonomia dal cliente.

Un trattamento apparso soddisfacente a Jayson Reynoso, che ha di buon grado pagato 219 dollari per 60 giorni di accesso allo Ziinet Bankruptcy Engine . Ma qualcosa non è poi andato come lui si aspettava: un amministratore della pratica di bancarotta ha notato diversi errori nei documenti presentati da Reynoso, e quest’ultimo, per tutta risposta, ha chiamato in causa Ihejirika e il servizio di Ziinet.com, che si è unito al dibattimento nella corte federale interessata.

Dopo aver valutato le tante informazioni che il sistema era in grado di fornire all’utente pagante, il giudice ha dichiarato Henry Ihejirika colpevole di condotta fraudolenta, coinvolto nella pratica non autorizzata di consulenza legale. In realtà, la consulenza veniva fornita dal sistema esperto, definito dalla corte un consulente legale non autorizzato, quantunque automatizzato .

La peculiare natura del “legale software” non ha insomma impedito la condanna del suo gestore, multato, obbligato ad astenersi dall’offrire servizi simili in futuro e costretto a restituire le “parcelle” rastrellate da nove diversi clienti nella California del Nord. A poco è servito il ricorso in appello di Ihejirika: il giudice ha confermato la condanna, stabilendo che anche alle intelligenze artificiali occorre la licenza per praticare l’attività di consulenza.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
9 mar 2007
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