Provider/ Disdette da non dimenticare

Provider/ Disdette da non dimenticare

Gli utenti che vogliono lasciare i servizi dei fornitori non devono dimenticarsi di inviare le disdette ufficiali
Gli utenti che vogliono lasciare i servizi dei fornitori non devono dimenticarsi di inviare le disdette ufficiali


Roma – Quando si lascia un provider o una compagnia telefonica, perché si vuole cambiare fornitore o perché non si è soddisfatti dei servizi disponibili, occorre ricordarsi sempre di inviare una disdetta ufficiale.

A rammentarlo sono in molti, in queste ore, soprattutto sui newsgroup, utenti che hanno già provato cosa significa dimenticarsi questo adempimento.

“Dopo più di un anno da quando ho smesso di usare Tele2 – scrive un lettore a Punto Informatico – la compagnia telefonica mi ha chiamato chiedendomi se avevo pagato una bolletta risalente al maggio 2000. Gli ho risposto che non lo so, e loro mi hanno chiesto se avevo mai disdettato il contratto con Tele2. Non lo avevo fatto, se l’avessi fatto il problema sarebbe emerso all’epoca”.

A parte il caso specifico, e l’enorme ritardo con cui un operatore in questo caso si accorge di una “bolletta mancante”, è necessario che i contratti che prevedono una disdetta ufficiale vengano chiusi, proprio per evitare rinnovi automatici. In alcuni casi, come quello di certe tipologie di servizi di “free internet” dial-up, può essere sufficiente persino un’email. Ma nella maggioranza dei casi serve una raccomandata con ricevuta di ritorno.

E’ il caso anche degli utenti Galactica che hanno scritto a questo giornale per sapere cosa fare per ottenere il rimborso dei mesi di flat non goduti e se il contratto flat sia stato chiuso automaticamente. Anche in questo caso va detto che per attivare le procedure di rimborso e far cessare ogni rapporto economico con il provider è necessario inviare la disdetta, come disposto dal contratto.

Il problema, nel caso di Galactica, è che disdire il contratto significa anche perdere l’indirizzo email che si è utilizzato finora, nonché pagare con tariffa flat un servizio che, come noto, flat non è più. Scrive a Punto Informatico un lettore: “Con Galactica uno è obbligato a pagare una Dial-Up come una flat sperando che la controversia tra Galactica e Telecom si risolva entro la fine del secolo, oppure deve per forza perdere il suo indirizzo di posta.” Al lettore, Galactica ha così replicato: “L’abbonamento Galaflat da Lei sottoscritto non è da considerarsi tacitamente disdetto: i mesi di abbonamento non usufruiti verranno resi al cliente sotto forma di servizio di connettività ad internet.”

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Pubblicato il
17 set 2001
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