Pubblicità via SMS? Ecco gli standard

Pubblicità via SMS? Ecco gli standard

La WAA ha rilasciato il primo set di standard per confezionare la pubblicità da inviare via SMS sul cellulare degli utenti. Un altro segno che il direct marketing via telefonino è qui per restare per la felicità di tutti
La WAA ha rilasciato il primo set di standard per confezionare la pubblicità da inviare via SMS sul cellulare degli utenti. Un altro segno che il direct marketing via telefonino è qui per restare per la felicità di tutti


New York (USA) – Nella ricerca affannosa di standard per la pubblicità via telefonino inviata all’utente sotto forma di SMS è intervenuta ieri la WAA, organismo di settore, che ha varato gli standard per questo genere di “promozioni”, nel cuore di ogni impresa di direct marketing.

La WAA , associazione del mondo wireless, ha deciso che è necessario arrivare agli standard per superare molti ostacoli e dare un “ordine” alla pubblicità via SMS che, come già accade sempre più spesso anche in Italia, non sempre risulta gradita a chi la riceve.

La prima “mossa” è consistita nell’approvazione dei concetti di “full message” e “sponsorship”. Nel primo caso si è di fronte ad un messaggio di 160 caratteri, messaggio che occupa dunque lo spazio di un SMS. La sponsorship, invece, è un testo di 34 caratteri, un paio di linee sul display del cellulare, che precede il resto del messaggio “sponsorizzato”.

L’associazione, che raccoglie costruttori di cellulari e di infrastrutture nonché agenzie di pubblicità, editori e gestori di server di advertising, si è spinta anche a definire il concetto di “impression”, uno degli elementi chiave da tempo per la pubblicità su Web.

Secondo la WAA l’impression rappresenta “inviare un messaggio di pubblicità ad un device-utente registrato dal server di invio”; una definizione che ricorda da vicino lo stesso concetto già utilizzato da alcune concessionarie di pubblicità che rivendono spazi Web agli inserzionisti. Altre concessionarie hanno oggi concetti diversi di impression, con la conseguenza che il settore vive in una eterna mancanza di chiarezza, con danno di tutti i soggetti coinvolti.

Il varo degli standard e del concetto di impression non è evidentemente obbligatorio per nessuno sebbene sia evidente che l’ampio supporto di cui gode la WAA nel settore può tradurre la proposta in uno standard riconosciuto. Secondo l’associazione, questo sforzo servirà proprio a dare maggiori certezze all’industria e a sviluppare il mercato. E per quanto riguarda le impression, il settore wireless potrebbe dunque arrivare a godere di una chiarezza sul suo significato commerciale di cui il Web ancora non dispone.


Sulla strada del direct marketing via SMS gli ostacoli non sono pochi. In molti paesi sono assenti normative capaci di regolare le attività promozionali condotte via cellulare. In altri paesi le disposizioni sulla privacy degli utenti limitano le possibilità di diffusione con questo mezzo di messaggi promozionali.

In Australia nei prossimi mesi entrerà in vigore una legge destinata a mettere i bastoni tra le ruote alle imprese che intendono servirsi di questo mezzo. In quel caso si richiede alle aziende di ottenere il consenso dell’utente prima di inviare un SMS pubblicitario, operazione che gli industriali del settore contestano ritenendo la pratica troppo onerosa.

Problemi di cui la WAA sembra comunque essere ben consapevole. L’associazione infatti annuncia che: “La WAA non giustifica l’invio di advertising personalizzato inviato intenzionalmente o per errore su qualsiasi device mobile dell’utente senza il permesso dell’utente stesso e una chiara identificazione del mittente”. Una proposizione importante che sembra indicare come gli industriali del settore non vogliano che per gli SMS pubblicitari si ripeta quello che già accade con lo spam via email, dove l’invio massiccio di email non richieste si traduce in danni alle infrastrutture e agli utenti.

Il chairman della WAA, Tim DePriest, ha recentemente sottolineato che “l’advertising via wireless ha il potenziale di causare danni irreparabili, spese all’utente e far saltare il valore della linea di comunicazione così importante tra clienti e inserzionisti”. Una carta ad hoc è stata già approvata nei mesi scorsi dalla WAA.

Basteranno i buoni propositi della WAA a “risparmiare” gli utenti di telefonia mobile da azioni che talvolta dimostrano ben pochi scrupoli in certe imprese di “direct marketing”?

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 15 mag 2001
Link copiato negli appunti