Qtrax, forse questa volta parte

Qtrax, forse questa volta parte

La piattaforma di digital delivery che avrebbe dovuto rivoluzionare il mondo della musica non è morta. E intende rilanciarsi con DRM invalidanti e incompatibilità assortite
La piattaforma di digital delivery che avrebbe dovuto rivoluzionare il mondo della musica non è morta. E intende rilanciarsi con DRM invalidanti e incompatibilità assortite

Gaudio e felicitazioni si diffondono in queste ore per tutti gli Intertubi allorché è stata resa nota la rinascita di Qtrax , discussa piattaforma “alternativa” al file sharing non autorizzato, che non ha dato particolari segni di vita dopo aver promesso mari, monti e il download musicale gratuito a mezzo advertising.

La società, rimasta al palo dopo un lancio anticipato rispetto alle previsioni e una spavalderia a cui sono seguiti zero fatti, avrebbe faticosamente riguadagnano il cammino perduto recuperando alla causa le Grandi Sorelle del disco e siglando accordi con EMI, Sony-BMG, Universal e buon’ultima Warner Music Group. Ora la piattaforma sarebbe pronta per ripartire, in grandissimo stile si dice, entro il mese prossimo.

Che cosa potranno aspettarsi dunque gli utenti, assieme ai 300mila che hanno già avuto modo di testare la versione beta del software al centro della nuova piattaforma di digital delivery autorizzata dall’industria musicale? Milioni di brani scaricabili gratuitamente, si promette, a spese dell’advertising visualizzato e nulla più.

Il particolare modello di revenue sharing applicato da Qtrax, fa sì che le canzoni più suonate all’interno del player software o dei lettori multimediali valgano per individuare gli artisti, e i detentori del copyright relativo, da foraggiare con una percentuale maggiore degli eventuali proventi della pubblicità.

Gli utenti, a ogni modo, dovranno anche aspettarsi altro: prima di tutto dei sistemi DRM. Tecnologie anticopia a presidio degli interessi dell’industria obbligheranno a suonare i brani solo su lettori compatibili Windows Media, lasciando fuori dalla porta le centinaia di milioni di iPod in giro per il mondo e costringendo a collegare, una volta al mese, il dispositivo su cui i brani saranno stati copiati per ri-autenticare l’esperienza di ascolto.

Come ciliegina sulla torta la piattaforma è al momento aperta solo per gli utenti statunitensi , un comportamento di esclusione che difficilmente si comprende alla luce di un iTunes Store disponibile in ogni angolo del pianeta.

Noncurante delle terrificanti lacune che ancora azzoppano Qtrax, il CEO Allan Klepfisz non teme l’aborto e assicura solenne e sicuro di sé che la piattaforma “incorpora un’esperienza unica di peer-to-peer legale che noi crediamo fortemente sarà in concorrenza con i siti illegali, e proverà che il modello dei download supportati dall’advertising è una valida e preziosa alternativa nella monetizzazione futura della musica gratuita”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
13 feb 2009
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