Roma – Hanno 15 e 17 anni i due giovanissimi cracker che, secondo la magistratura di Catania, sono gli autori di una serie di reati legati alla detenzione e al traffico di fotografie pedopornografiche. Una situazione piuttosto singolare che si trova al centro dell’Operazione che la Guardia di Finanza ha definito Parental Control .
In una nota diffusa nelle scorse ore dal Comando Provinciale di Catania, si legge come “nel mese di settembre dello scorso anno, dopo l’attentato alle torri gemelle negli Stati Uniti d’America, che ha sconvolto tutto il mondo, la Guardia di Finanza di Catania ha, tra l’altro, intrapreso una complessa attività d’indagine sulla rete internet che ha permesso di individuare diversi siti web che pubblicavano dettagliate istruzioni per la costruzione di ordigni esplodenti, nonché le modalità di reperimento del materiale e di collocazione per generare effetti devastanti”.
“Le attività poste in essere dal personale specializzato del Nucleo Provinciale di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catania, riguardavano anche delle intercettazioni telematiche disposte dalla procura della Repubblica etnea”.
“Nel corso di dette operazioni venivano intercettate alcune e-mail con allegati diverse immagini e filmati a contenuto pedo-pornografico, con scene di sesso esplicito di minorenni anche con persone adulte”.
Da qui parte l’operazione di cui è stata data notizia. Le indagini successive, infatti, hanno messo in luce come due minori della provincia di Pavia fossero autori dello scambio di materiale pornopedofilo: e quindi il tutto è passato alla competenza della magistratura minorile di Catania. “Il Sost. Procuratore della Repubblica dr. Angelo Busacca – si legge sempre nella nota – titolare dell’indagine, disponeva la perquisizione dei locali nella disponibilità dei due minorenni, dove venivano rinvenuti nr. 2 personal computers e numerosissimi supporti magnetici sottoposti a sequestro”.
All’interno dei supporti sequestrati gli inquirenti hanno trovato migliaia di file fotografici e filmati, dove vengono ripresi soggetti minorenni, anche di tre anni di età, coinvolti “in scene di sesso esplicito – anche con persone adulte – ovvero in pose erotiche e nudi di vario genere. E’ stata verificata altresì la presenza di normali foto di minori e bambole raffiguranti bambini. Il suddetto materiale era catalogato ed elencato in apposite cartelle create appositamente dai minori indagati”.
La Guardia di Finanza ha dato particolare risalto alle capacità tecniche dei due giovani pavesi, “definibili estremamente capaci in materia di internet dimostrando dimestichezza e tecnicismo tale da poter fare qualunque cosa in rete”.
Secondo le Fiamme Gialle, infatti, per comprendere il quadro in cui i giovani si sono mossi non si può non considerare con attenzione il contesto nel quale operavano, quello cioè di due abili smanettoni. “Singolare è infatti la circostanza – si legge nella nota della GdF – che gli stessi, per procurarsi materiale della specie, oltre a prelevarlo dalla rete, si introducevano con tecniche di hacking ed in modo occulto, nei personal computer di altri pedofili, carpendone le immagini ed i contenuti”.
Appare evidente, infatti, che se da un lato è sconcertante che a quell’età i due abbiano intrapreso un’attività di traffico di immagini pedopornografiche, dall’altro è arduo scollegare questa attività dal fascino che possono sviluppare computer, internet e dintorni.
A questo proposito secondo la Guardia di Finanza, “sono tanti i giovani ed i giovanissimi che, affascinati dalle nuove tecnologie, vi si entusiasmano oltre misura diventando dei veri e propri esperti ma deviandone l’utilizzo per scopi illeciti, spesso inconsapevolmente, rischiando di commettere reati, che ai loro occhi possono sembrare una attività perfettamente lecita, severamente puniti dal nostro ordinamento”.
“E’ preoccupante anche rilevare – continua la nota – come, molto spesso, i genitori, anche quelli più attenti alle attività quotidiane dei figli, non riescano poi (per ovvi motivi) a seguire il loro operare sulla rete ignorando come sia facile entrare in contatto con realtà totalmente deviate, ignorando le tendenze dei minori e gli input negativi eventualmente ricevuti, senza considerare i rischi che un gioco diventi la più torbida delle realtà”.
Secondo gli esperti della GdF di Catania, vi sono molti giovani che sfruttano le grandi potenzialità delle nuove tecnologie senza accorgersi dell’eventuale violazione delle leggi, in un’età in cui la capacità di discernimento non è completamente formata. “Il nome dell’operazione “PARENTAL CONTROL” (dalla tipologia dei software che filtrano, rendendoli inaccessibili, i siti a contenuto pornografico) – afferma la nota – si ispira proprio al controllo parentale ossia quello che ogni genitore deve sentire come un fondamentale dovere nell’educazione dei figli, senza prevaricarne le esperienze e le aspirazioni adottando il giusto metro di restrizione atto a definire in maniera univoca i principi morali comuni alla società in cui viviamo”.
Le indagini, ha comunque specificato la Guardia di Finanza, sono ancora in corso al fine di accertare la provenienza delle immagini e dei filmati rinvenuti e le eventuali altre persone implicate.