Quei recupera crediti di McLink

Quei recupera crediti di McLink

L'Odissea iniziata molto tempo fa si conclude oggi con l'arrivo di una minacciosa lettera che chiede denaro. Tra sviste e insufficienze del Customer care si dibatte McLink
L'Odissea iniziata molto tempo fa si conclude oggi con l'arrivo di una minacciosa lettera che chiede denaro. Tra sviste e insufficienze del Customer care si dibatte McLink


Web – “Assago, agosto 2000 – la presente per informavi che la McLink ha incaricato la nostra società di Gestione Incassi di coadiuvarLa nel controllo contabile del proprio portafoglio clienti”. Ricevo oggi questa lettera cartacea dalla società Inec, incaricata dal provider romano (gruppo Seat) di riscuotere presunti crediti, dopo più di un anno che non utilizzo i servizi Mclink per validi motivi.

Io, mi dicono, sarei un cliente McLink. Cominciamo dall’inizio. Sarò breve.

Mclink fu il mio primo provider, a Roma non c’era molta scelta, erano i migliori. Per connettersi ad internet si pagavano circa 300mila lire annue nel 1996. A seguito di un trasloco nella campagna romana nel dicembre 1997 sono stato costretto a chiudere il contratto, dato che la zona non era coperta dai servizi McLink. FlatRate, copertura nazionale dei provider, freenet.. Erano tutte cose lontane ancora.

Nel settembre 1998 viene annunciata l’apertura del nodo di Tivoli (a 13km dalla mia abitazione, al quale potevo collegarmi solo in interurbana). Sottoscrivo il contratto Mclink sulla fiducia, addirittura qualche giorno prima dell’attivazione del servizio.

Servizio che però partì in modo scandalosamente indecente. La miglior definizione che ne diedi in una delle mie innumerevoli ed inevase email al supporto tecnico era: “sembra di navigare nella melassa invece che in Rete”. Linee lentissime, collegamenti a 14.400 bps, linee occupate (sto parlando di un ora o più di tentativi prima di trovare linea libera!) disconnessioni improvvise dopo pochi secondi di collegamento con ulteriore aggravio di spese telefoniche… Questo era il nodo McLink di Tivoli.

Lo stesso Servizio Tecnico di Mclink nel gennaio 1999 ammise i problemi e promise un futuro migliore.

Il 28 gennaio 1999 finalmente il nodo di Tivoli viene ampliato con un comunicato ufficiale. Provo, senza ottenere risposta, a chiedere un rimbroso per i mesi di abbonamento pagati e praticamente non usufruiti. Logica vorrebbe che, ad esempio, il costo delle telefonate sprecate per disconnessioni (problemi tecnici del provider indipendenti dall utente) non siano a spese dell utente.. ma tant’è.

Il futuro migliore profetizzato dal Servizio Tecnico McLink arrivò nella primavera 1999, non con MCLink ma con Tiscalinet, Libero, Clubnet e tutte le altre freenet che piacevolmente coprirono la penisola di servizi gratuiti mentre McLink ancora chiedeva, e chiede, qualche centinaio di mila lire per un servizio non sempre all’altezza del suo glorioso passato.

Nel giugno 1999, Mclink comunica un nuovo numero per la connessione al nodo di Tivoli: “La struttura del nodo e la relativa connessione con il centro servizi di Roma sono completamente separate da quello in uso attualmente e sono in grado di garantire una qualità di servizio migliore di quella attuale.”

Questo, nella mia beata ignoranza di cliente, significa che da settembre 98 a giugno 99 ho pagato al 100 per cento un servizio fornito al 50 per cento. Chiedo di nuovo un rimborso, peraltro esplicitamente previsto dalle recenti nuove regole contrattuali di Mclink. Ancora nessuna risposta. Nessun problema, ormai da mesi utilizzavo le freenet con molti meno problemi per me ed il mio portafoglio.

E dunque l’epilogo tragicomico: a marzo 2000 si sveglia dal letargo la Segreteria Abbonati che, accortasi dello scadere del mio contratto più di un centinaio di giorni prima, sollecita un pagamento. Poiché su alcuni vecchi articoli di Punto Informatico è ancora in calce la mia vecchia email McLink, chiedo se sia possibile mantenere l’account email sul quale ricevo molto di rado qualche messaggio (per la non modica cifra di 72mila annue, un account di 3 mega di posta che costa come un mese di Flatrate Galactica). On line non c’è modo di chiudere il contratto, né di prelevarne una copia (è possibile solo ai nuovi, ahiloro, clienti).

Nei mesi successivi non posso effettuare il pagamento on line (il sistema accettava solo un rinnovo totale, compresa la connessione, per un totale di 216mila lire annue!). Oggi, Agosto 2000, arriva la lettera minacciosa del Recupero Crediti: “Onde evitare il proseguo dell azione, che comporterebbe un conseguente aggravio di spese, vogliate contattare con urgenza, per comunicare gli estremi di pagamento…”

Inutile dire che del rimborso, dovuto per l’inefficienza del servizio, non ho più saputo niente, chissà se la “Inec Spa Out Sourcing” si occupa anche del recupero crediti dei clienti… 10 mesi di disservizio (settembre98-giugno99) sono pari a 180mila lire di rimborso , contro le 72mila che Mclink elemosina passando le sue carte alla ditta di Milano.

Luca Schiavoni

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Pubblicato il
23 ago 2000
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