Quella piccola grande rivoluzione italiana

Quella piccola grande rivoluzione italiana

di Adele Chiodi - Se tutto andrà come previsto, dal gennaio 2004 le amministrazioni pubbliche faranno girare le pratiche sul telematico. Questo significa addio alla carta, più efficienza, più trasparenza e più servizi per i cittadini
di Adele Chiodi - Se tutto andrà come previsto, dal gennaio 2004 le amministrazioni pubbliche faranno girare le pratiche sul telematico. Questo significa addio alla carta, più efficienza, più trasparenza e più servizi per i cittadini


Roma – Quando si legge un buon progetto è facile farsi prendere dagli entusiasmi. Tra la lettura e la sua realizzazione, però, soprattutto quando si parla del settore pubblico, occorre con realismo calcolare le difficoltà tecniche, gli impicci procedurali, gli ostacoli burocratici, i finanziamenti a singhiozzo e via dicendo. Nonostante tutto questo il varo del Protocollo Informatico, avvenuto nei giorni scorsi, ha davvero l’aria di una piccola ma significativa rivoluzione nella Pubblica Amministrazione italiana.

In un paese nel quale la scomparsa di documenti ufficiali rigorosamente su carta è all’ordine del giorno oltreché al centro di infiniti procedimenti giudiziari, l’adozione di una piattaforma di lavoro che spinge sul telematico e l’elettronico tutta la PA italiana non può che essere guardata con rispetto e attenzione.

Il Protocollo Informatico firmato dai ministri all’Innovazione e alla Funzione Pubblica è uno dei tasselli centrali dell’e-government e prevede, molto semplicemente, che dal primo gennaio 2004 “la gestione e l’archiviazione di tutti i documenti della P.A. avvenga in via elettronica”.

Non sembri cosa di poco conto. Qui in ballo c’è un’enormità. Che comprende cose come: trasformazione delle pratiche presentate dai cittadini alla PA da cartacee a digitali; uso della firma elettronica per lo scambio telematico dei documenti tra le amministrazioni; riduzione dei costi e accelerazione dei tempi; possibilità per i cittadini di verificare online lo stato delle proprie pratiche e via dicendo.

Visto lo stato in cui ancora versano molti enti pubblici soprattutto nelle regioni meridionali del paese, ci riesce oggi difficile credere che entro un anno davvero le montagne di carta che circondano gli impiegati di queste istituzioni spariranno. E ci è difficile credere che entro i prossimi 12 mesi a tutti gli italiani sarà davvero possibile seguire online l’iter delle pratiche di loro interesse. Ma la posta in gioco appare così importante che, almeno per ora, fingiamo di crederci e in segreto speriamo.

Adele Chiodi

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Pubblicato il
11 dic 2002
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